.: Discussione: Il rilancio di Letizia Moratti: pronta alla candidatura bis come Sindaco

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 22 Ott 2009 - 15:27
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Da milano.corriere.it:

«Le priorità? Lotta al traffico, l’efficienza dei servizi, la sicurezza»

La Moratti prepara il bis
«Le donne motore della città»


Discorso ai milanesi. Ma in consiglio manca il numero legale, lo garantiscono i consiglieri del Pd

MILANO - «Vogliamo rafforzare un nuovo patriottismo milanese». Ma se non fosse stato per il «patriottismo» dell’opposizio­ne che ha garantito il numero legale il «discorso alla città» del sindaco Letizia Moratti sa­rebbe finito ancor prima di co­minciare. Palazzo Marino. L’aula è gre­mita. Ma solo per quanto ri­guarda la tribuna dei giornali­sti e del pubblico. Tanti buchi vuoti nelle file del centrode­stra. Tredici consiglieri assenti su 36. Alcuni giustificati, altri no. Non sufficienti per far par­tire la seduta. Ci sono momen­ti di tensione. Poi è lo stesso centrosinistra a garantire il nu­mero legale. Letizia Moratti può cominciare a parlare: 52 minuti di discorso per raccon­tare che cosa è stato fatto nei primi tre anni di mandato e le prospettive per gli ultimi due. Nessun riferimento diretto alla ricandidatura. Anche se gli ulti­mi passaggi del discorso sono significativi: «I nostri impegni sono chiari - attacca la Moratti - Vogliamo una città nuova, ca­pace di darsi una nuova confi­gurazione, di assumere un nuo­vo ruolo sulla scena nazionale e internazionale. Vogliamo raf­forzare un nuovo orgoglio del­la città, un nuovo patriottismo milanese basato sulla valorizza­zione delle sue mille anime». È il sindaco del nuovo cor­so. Lancia un appello alle don­ne: «Sono il motore della tra­sformazione. A loro chiediamo aiuto e comprensione, certi di ricevere una risposta di senso e di partecipazione». Assicura «l’impegno assoluto per Mila­no ». Chiede di riscoprirsi «figli di quell’Ambrogio, uomo san­to e di stato, uomo delle regole e dell’accoglienza». Individua quattro priorità per il futuro: il traffico, l’efficienza dei servizi, la sicurezza della città e le ec­cellenze milanesi. Ringrazia per ben 8 volte il governo pro­vocando i mugugni dell’oppo­sizione. Chiede a gran voce ai consiglieri di impegnarsi sul piano di governo del territo­rio, «una conquista irrinunciabile per la nostra città». Ma a chi le domanda se due anni sono sufficienti per raggiungere tutti questi risultati, taglia corto: «L’obbiettivo di oggi è fare il bilancio di tre anni di mandato e tracciare le prospettive degli ultimi due anni. Non c’è nessun altro obiettivo». Per 17 pagine il sindaco ri­corda le cose fatte. Ma soprat­tutto racconta la Milano che ha trovato. E il giudizio sull’ex sin­daco Gabriele Albertini, mai nominato, è duro: «Migliaia di voci mi hanno espresso un grande desiderio di cambia­mento. Milano voleva rinsalda­re il suo orgoglio, voleva torna­re anche a sognare. In altre pa­role voleva e vuole tornare a es­sere protagonista». Poi attacca con i numeri e le cifre (una sin­tesi verrà spedita a tutti i mila­nesi sotto forma di opuscolo). Il primo ad appisolarsi è l’as­sessore all’Innovazione, Luigi Rossi Bernardi. Anche tra gior­nalisti e pubblico c’è qualche cedimento. Parla di Expo. «Avevamo bisogno di un even­to che riportasse la città al cen­tro dell’attenzione mondiale. Non ci servivano un’Olimpia­de o un Campionato del mon­do. Neanche un’esposizione in quanto tale. Per questo abbia­mo puntato su un’Expo diver­sa da tutte le altre. Sarà un’edi­zione storica». Passa a Malpen­sa: «Dopo l’abbandono del no­stro aeroporto da parte di Alita­lia avremmo potuto abbando­narci al classico piagnisteo. Ma non è da milanesi, ci siamo rimboccati le maniche». Risul­tato? «Malpensa è uno dei po­chissimi aeroporti in crescita». Rivendica la fusione tra Aem milanese e Aem di Brescia. Una cronistoria senza chiaroscuri che provoca la reazione dell’op­posizione e tanti interventi cri­tici. Che il sindaco bolla ineso­rabilmente come «mancanti di proposta politica». La Moratti snocciola anche i dati di Eco­pass, senza però spiegare in che modo si andrà avanti e ri­badendo che «non si è mai par­lato di referendum ma di con­sultazione ». Dichiarazione che non farà felice la Lega, tanto che il capogruppo Matteo Salvi­ni, tra gli assenti in aula, spara una dichiarazione di fuoco: «Milano merita ancora più fati­ca e orgoglio, chiediamo al sin­daco e assessori di essere mag­giormente tra la gente». E si arriva all’oggi. «Voglia­mo dare risposte concrete alla vita dei milanesi». La fine del discorso si ricongiunge all’ini­zio. Con la seconda bordata contro Albertini: «Un esempio del nostro spirito è il modo in cui abbiamo chiuso ferite aper­te della città come per la Darse­na, Sant’Ambrogio e piazza XXV Aprile». Tutti progetti del­l’era Albertini. La Moratti non sa ancora quale sarà il suo futu­ro, ma ha idee molto chiare per quanto riguarda il passato.

Maurizio Giannattasio
22 ottobre 2009


Da milano.corriere.it:

l'opposizione in consiglio comunale
Pierfrancesco Majorino, Pd: la Moratti smetta di fare il sindaco da salotto


Basilio Rizzo: basta con le riunioni a casa sua. E la cognata Milly chiede la parola ma poi rinuncia

MILANO - La tentazione è forte, ma alla fine il centrosinistra rimane in aula per dire la sua. La seduta comincia grazie alla presenza compatta dell’opposizione e spetta al capogruppo del Pd, Pier­francesco Majorino, il compito di pungolare il sindaco davanti alla di­stesa di banchi vuoti di Pdl e Lega: «Signor primo cittadino — esordisce — le chiedo di riflettere su cosa que­sto vuol dire». Lei tira dritto e legge il discorso al consiglio per 52 minuti. Ed è ancora Majorino, alla fine, ad aprire le danze dell’opposizione. «Lei è il primo citta­dino delle occasioni mancate — attac­ca — colei che sceglie di non sceglie­re». Per il Pd in questi tre anni il sin­daco avrebbe dato prova di mancan­za di capacità nel prendere le decisio­ni. «A me pare che lei interpreti la sua funzione come qualcosa che non preveda il confronto con la città».

Majorino l’esorta a «smetterla di esse­re un sindaco da salotto». Basilio Rizzo, leader storico dell’op­posizione, propone di concludere il dibattito con la votazione sul bilan­cio presentato. «Così vedremo se la maggioranza è compatta». E stigma­tizza i vertici politici a casa Moratti: «Penso che abbia chiara la differenza tra sedi istituzionali e luoghi privati. Perché allora le riunioni a casa sua?». Non tutti, nella minoranza, hanno condiviso la scelta di garantire all’as­semblea il numero legale. «Io non l’avrei fatto — commenta Vladimiro Merlin, del Prc — perché non credo che il consiglio sia il luogo dove lan­ciare candidature. L’aula non è la se­de dei comizi».

Per Davide Corritore, del Pd, «ognuno ha le sue primarie» e la Mo­ratti avrebbe avuto, in aula, un assag­gio delle sue. «La prima tappa denota che non ha un grande seguito di so­stenitori », sottolinea pensando alle assenze nel centrodestra. «La Moratti ha cominciato il percorso del candida­to. E’ la prima volta che chiede di ve­nire in aula per fare il bilancio: c’è un significato di posizionamento. Corre per essere ricandidata». Detto que­sto, «l’intervento è stato da manuale del candidato: una serie infinita di da­ti. C’erano più numeri che in un libro di algebra». Si aspettava di più anche Milly Moratti. Chiede la parola, ma poi rinuncia. «Ho un impegno, devo andare via», si giustifica in aula. Ma fuori ammette: «Mi sarebbe piaciuto parlare dei cambiamenti strategici della città, purtroppo non mi sembra questo il momento. Sarà per un’altra occasione».

Rossella Verga
22 ottobre 2009


Da Milano 2.0:

Letizia Moratti presenta il bilancio dei suoi tre anni di mandato, ma per il 2011 è già partito il toto-sindaco
Pubblicato da Alessandro Turci alle 18:34 in Milano politica

Un discorso lungo quasi un'ora per provare a progettare il futuro della metropoli e per stilare il bilancio dei suoi primi tre anni da sindaco di Milano. Letizia Moratti si è presentata oggi, dopo un'assenza lunga quasi 200 giorni, e per la terza volta dall'inizio dell'anno, in consiglio comunale. Lo ha fatto per disegnare una città "più verde", "più sicura", "più internazionale" e dove le donne dovranno recitare un ruolo da protagoniste.

Con lei il vice-sindaco Riccardo De Corato e l'assessore, nonché fedele braccio destro del sindaco, Carlo Masseroli.

Tra le parti più significative del discorso del primo cittadino non poteva che esserci quella dedicata ad Expo 2015, un evento di cui il sindaco ha detto di "sentirsi un po' la mamma", e per il quale ha promesso di profondere il suo impegno a partire da quattro punti cardine: riduzione del traffico, miglioramento della mobilità, aumento delle aree verdi, e valorizzazione delle eccellenze.

L'ispirazione del cambiamento dev'essere la figura di Sant'Ambrogio "che ci rappresenta nel gonfalone della città - dice la Moratti - straniero e cittadino di Milano, uomo santo e di Stato, uomo delle regole e dell'accoglienza".

Il sindaco non scende tuttavia nel merito delle questioni; preferisce delineare uno scenario difficile, forse impossibile, sul quale incombe la scure del governo, già pronto a sottrarre alle case comunali 380 milioni di euro, nel nome del rispetto del Patto di Stabilità. Alla faccia di quella riforma federale che, sempre secondo la Moratti, dovrebbe far grande Milano.

E l'opposizione non sta a guardare. A margine dell'intervento della Moratti, il capogruppo del PD Pierfrancesco Majorino va all'attacco, elencando uno per uno tutti gli sprechi della giunta di centrodestra. Si parte con le case popolari (18 milioni di euro bruciati per via del crack Zincar), si prosegue con i "derivati" (100 milioni persi in fondi senza nessun valore), si passa ai costi per il Teatro degli Arcimboldi (altri 10 milioni), e si conclude con i 170 milioni di euro mancanti per terminare opere pubbliche rimaste incompiute, cantieri e progetti. La critica di Majorino si sposta poi su Ecopass.

"Quello che per lei era un oggettivo fiore all'occhiello - incalza Majorino - rappresenta il suo fallimento più evidente. Nel suo programma in uno dei suoi 'cento progetti' di cui lei si è sbarazzata presto, si faceva riferimento alle necessità di avere 230.000 auto in meno a Milano. Oggi non è accaduto nulla di tutto ciò, perché le misure in campo sono state pasticciate, e semmai si registrano 73 arrivi giornalieri al pronto soccorso riferibili ai danni prodotti dall'inquinamento."

Questioni alle quali il sindaco dovrà dare delle risposte chiare, se non vorrà cedere la fascia tricolore a fine mandato.

Sono infatti almeno tre i successori papabili alla poltrona di primo cittadino di cui si parla all'interno del Pdl. Il Giorno si è divertito con il "Toto-sindaco" indicando tre nomi in particolare: il vicepresidente della camera Maurizio Lupi, berlusconiano e con un passato recente da assessore, proprio al fianco della Moratti; l'ex sindaco Gabriele Albertini e il vice-sindaco Riccardo De Corato.

Non è da escludere infine, aggiungiamo noi, la strada che porterebbe all'assessore per le Sviluppo delle aree urbane Carlo Masseroli. Meno percorribile la via leghista, che vedrebbe Matteo Salvini come candidato numero uno: troppo tesi i rapporti che intercorrono tra Lega Nord e Pdl in questo periodo.

E' probabile che l'esito delle regionali del 2010 ci dia qualche indizio in più, ma la certezza è una sola. Il candidato non verrà scelto dagli iscritti, ma indicato direttamente da Silvio Berlusconi.

Finora è sempre andata così, alla faccia delle primarie e della partecipazione democratica.


In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 21 Ott 2009 - 21:32
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