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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 6 Ott 2009 - 12:13
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Da milano.corriere.it:

Vertice Pdl a casa Moratti

Moschea, la Moratti chiama Maroni


Telefonata con il ministro. Il sindaco: deve darci garanzie sull’ordine pubblico

MILANO - La moschea a Milano? Il Pdl sostiene la linea del sindaco e chiama in causa direttamente il ministro degli Interni, Rober­to Maroni: «Soltanto lui, insie­me al prefetto, può spiegarci se e quale soluzione garantisce l’ordine pubblico», ribadisce Letizia Moratti al termine del vertice che si è svolto ieri mat­tina a casa sua, insieme ai re­sponsabili del Pdl. E l’incontro con Maroni è già stato fissato dai due alla settimana prossi­ma. Così il ministro Ignazio La Russa: «Nessuno nella maggio­ranza e neppure nella Lega pre­tende di negare il diritto di esercitare il proprio culto a chi voglia farlo civilmente. Ma le moschee — prosegue la Russa — hanno spesso creato proble­mi di ordine pubblico e quindi bisogna capire l’orientamento nazionale prima di fare qualsia­si scelta». Altre parole, ma stes­so concetto da parte del vice­presidente della Camera, Maurizio Lupi: «La libertà di culto deve essere ga­rantita, ma dobbiamo tu­telare la sicurezza di tut­ti i cittadini, quindi sol­tanto il ministro e il pre­fetto ci possono spiegare quali siano le modalità più adatte a conciliare que­ste due esigenze». Ma la soluzione pa­re ancora di là da ve­nire. Tre settimane fa, era stato il prefet­to Gianvalerio Lom­bardi a mandare un messaggio alla politica riba­dendo la necessità di una solu­zione ricordando che «chi ha le competenze e la responsabi­lità deve fare i passi necessa­ri». Ora, accade esattamente il contrario: la politica chiama in causa chi gestisce l’ordine pub­blico.

La Lega ribadisce con il capogruppo Matteo Salvini la propria linea dura: «Non esiste la necessità di costruire nuove moschee. L’unica necessità evi­dente è che viale Jenner vada chiusa». Altro tema affrontato in ca­sa Moratti è quello delle mul­te. Durante il vertice, il sinda­co ha concordato con i partiti l’applicazione di una sanatoria per le multe elevate nel primo mese di sperimentazione del­l’Ecopass, a gennaio 2008. Non ci saranno, invece, gli sconti per le contravvenzioni anterio­ri al 2004 resi possibili dal de­creto anticrisi. La Russa è soddisfatto: «Nel periodo iniziale di Ecopass c’è stata un po’ di confusione, quindi ci pare eticamente giu­sto venire incontro ai cittadini. Si è ipotizzato un mese di sana­toria, io ho chiesto di aumenta­re a tre». Non tutti, però, all’in­terno della maggioranza la pen­sano allo stesso modo. Il gruppo Pdl di Palazzo Ma­rino, ad esempio, avrebbe volu­to anche la sanatoria prevista dal decreto, come ribadito ieri durante un incontro con l’as­sessore al Bilancio Giacomo Be­retta: «Chiediamo coerenza. Se si sceglie il rigore, il rigore de­ve valere sempre», attacca il ca­pogruppo Giulio Gallera. «Il via libera alla sanatoria su Eco­pass — gli fa eco Carlo Fidanza — è oggi tardivo, anche se giu­sto. Fosse stato deciso subito, avremmo fatto risparmiare a tanti milanesi i soldi per i ricor­si». Scettico il capogruppo del­l’Udc, Pasquale Salvatore: an­che se «c’è stata cattiva infor­mazione», «non si può far pas­sare un messaggio diseducati­vo e penalizzare chi ha sempre rispettato le regole». Esulta in­vece la Lega, «premiata» con la decisione del mini-condono sui primi verbali Ecopass. «È una grande vittoria dei milane­si», conclude il capogruppo Matteo Salvini.

Elisabetta Soglio
06 ottobre 2009
In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 17 Set 2009 - 14:12
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