.: Discussione: Piano di Governo del Territorio (PGT) on line: osservazioni ed emendamenti

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Antonella Fachin

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Inserito da Antonella Fachin il 18 Gen 2010 - 12:20
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Per opportuna informazione pubblico gli articoli apparsi su ChiamaMilano del 15 gennaio u.s.

Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliere di Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
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IL PGT CHE NON VOGLIAMO
Il notiziario di Chiamamilano seguirà con molta attenzione e poca neutralità il dibattito sul Piano del governo del territorio

Questo numero del notiziario di Chiamamilano è pressoché monografico. Non è la mancanza di notizie che ci ha consigliato questa scelta bensì l’importanza di quanto accadrà nelle prossime settimane nell’aula consiliare di Palazzo Marino.
Il Consiglio comunale nel prossimo mese e mezzo sarà chiamato a discutere, emendare ed eventualmente approvare il Piano di governo del territorio (PGT).
Dopo tre anni di confronti parziali condotti dall’Assessore all’urbanistica, Carlo Masseroli, con varie categorie e segmenti della società milanese, il Piano che dovrebbe ridisegnare non solo il profilo urbanistico della città, ma anche la dislocazione e la natura dei servizi, le direttrici di traffico, in sintesi la vita dei cittadini, diviene discussione politica.
Chiamamilano si è occupato già altre volte del PGT, nelle prossime settimane intendiamo però farne un tema presente in ogni numero del nostro giornale on line: seguiremo la discussione a Palazzo Marino, cercheremo di descriverlo più approfonditamente, ne metteremo in evidenza gli aspetti più critici, analizzeremo le possibilità di migliorarlo dichiarando fin da adesso, se non si fosse capito, che su questo tema non siamo neutrali. Non perché ci piaccia praticare la faziosità, quanto, piuttosto, perché il PGT non è un mero strumento amministrativo bensì un progetto di trasformazione della città che, in estrema sintesi, fa strame dello spazio pubblico.
Il Piano del governo del territorio, non si propone solo di cementificare una città già fortemente edificata, non si propone di mettere in atto una vera e propria deregulation urbanistica, non prospetta solo il folle –e per fortuna irrealizzabile– aumento del 50% della popolazione residente nei prossimi vent’anni. Il PGT archivia l’idea stessa di città come spazio pubblico: il motto che l’Assessore Masseroli non si stanca di ripetere presentando la sua (?) creatura: “al privato i pieni al Comune i vuoti” non è solo una metafora per spiegare l’astruso meccanismo della perequazione –approfondiremo nelle prossime settimane– ma un vero e proprio manifesto ideologico.
A fronte di ciò non possiamo che dedicare la massima attenzione a quanto succederà a Palazzo Marino per le prossime sei settimane, dicendo fin da ora che se il PGT non fosse approvato, o meglio, venisse profondamente emendato fino a ribaltarne l’impianto che lo sorregge non potremo che esserne felici.

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UN BUON INIZIO
Grande interesse per la presentazione del pacchetto di emendamenti al PGT presentato da Giuseppe Landonio, Milly Moratti e Patrizia Quartieri a Chiamamilano

  Almeno centocinquanta persone stipate fin sulla porta ad ascoltare, confrontarsi ed interrogarsi sul Piano del governo del territorio, quasi fino a mezzanotte. La serata del 13 gennaio si presenta come un buon inizio per chi pensa che il PGT che il Consiglio comunale si appresta a discutere vada modificato profondamente, anzi ribaltato.
I promotori del dibattito –i consiglieri comunali di opposizione Giuseppe Landonio, Milly Moratti e Patrizia Quartieri– non avevano osato essere tanto ottimisti, eppure la sala del Negozio civico di Chiamamilano era stracolma: membri dei comitati che da anni si battono contro i grandi interventi urbanistici concepiti nell’era Albertini, Consiglieri di zona, esponenti dell’associazionismo ambientalista, architetti e tanti Milanesi, tutti a cercare di capire che ne sarà di questa città, perché, come spiegano i tre consiglieri dell’opposizione che hanno illustrato una sintesi dei loro 650 emendamenti al PGT che presenteranno in Consiglio comunale, non si tratta solo di una rivoluzione dello spazio fisico della città, non si tratta solo di un’ulteriore massiccia cementificazione; in gioco c’è l’idea stessa di città come spazio pubblico.
Coadiuvati dal Professor Antonello Boatti, che ha collaborato alla stesura del pacchetto di emendamenti, i tre consiglieri  hanno spiegato chiaramente che l’obiettivo non è di fare semplice ostruzionismo, né di impedire l’approvazione del PGT, bensì di offrire a Milano un “contropiano”, poiché, come ha sottolineato Milly Moratti, “di un piano c’è bisogno, ma certo non di questo. C’è bisogno di un piano per decidere cosa sarà Milano e bisogna deciderlo insieme ai cittadini. Per questo da stasera inizia un percorso di coinvolgimento di tutti coloro che vorranno aiutarci a migliorare quanto abbiamo fin qui elaborato.”
I 650 emendamenti si presentano infatti come un vero e proprio PGT alternativo che vuol ribaltare l’impianto “teorico” su cui si basa quello di Masseroli: “Sono le tre direttrici fondamentali su cui abbiamo impostato gli emendamenti, oltre che sulla tutela del verde e di una risorsa fondamentale per la città come il Parco Agricolo Sud Milano –spiega Giuseppe Landonio–. No alla “densificazione” di Milano, che prevede una crescita abnorme dei residenti, no alla completa assenza di un piano per l’edilizia sociale, no a una idea della sussidiarietà, che lascia al privato l’impegno di creare nuovi servizi, relegando il pubblico a un ruolo del tutto secondario.”
Ed è proprio quello dei servizi uno dei nodi cruciali, come sottolinea Patrizia Quartieri, insieme alla completa assenza di un progetto per l’integrazione abitativa dei ceti più deboli, a partire dagli stranieri.
Per il momento il “contropiano” dei tre Consiglieri di opposizione è aperto ai contributi di cittadini e associazioni. La promessa è quella di ritrovarsi ogni venerdì con tutti coloro che saranno interessati a dare il proprio contributo e a seguire l’iter della discussione in Consiglio.
Tutto da capire, invece, se sull’idea di “contropiano” convergeranno anche altre forze di opposizione, oppure queste ultime condurranno battaglie solitarie o si accontenteranno di mediazioni che difficilmente cambieranno l’impianto del PGT.

Ettore Pareti
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PGT AI NASTRI DI PARTENZA
Il Consiglio comunale inizia a esaminare il Piano di governo del territorio

“C’è volontà di collaborazione. Se non ci sarà ostruzionismo ideologico da parte dell’opposizione il Piano di Governo del Territorio verrà adottato entro fine mese”.
“Noi siamo stati chiari: o si cambia radicalmente o niente Piano”.
Tra le parole dell’Assessore all’Urbanistica Carlo Masseroli- le prime- e quelle del Capogruppo del Pd Pierfrancesco Majorino- le seconde- scorrono ben 1.395 emendamenti presentati complessivamente dai consiglieri comunali, di cui 650 solo da Giuseppe Landonio, Milly Moratti e Patrizia Quartieri.
Nonostante l’ottimismo dell’Assessore, il percorso di approvazione del nuovo piano destinato a ridisegnare l’assetto della città dopo 30 anni non sembra così in discesa.
Dopo essere stata rimandata più volte nel corso delle sedute pre-natalizie e dopo essere stata nuovamente posticipata alla ripresa dei lavori altre due volte (la seconda, giovedì 14, mancava un terzo della maggioranza e l’opposizione per protesta ha fatto mancare il numero legale) la discussione inizierà ad animare l’aula il 18 gennaio.
Se si esaminassero tutti i 1.395 emendamenti, si calcola, ci vorrebbero 100 sedute di Consiglio Comunale per arrivare ad un’approvazione.
E’ per scongiurare una simile prospettiva che l’Assessore Masseroli in questi giorni ha incontrato i Capigruppo dei diversi gruppi consiliari, per cercare di arrivare quantomeno ad una sintesi dei punti salienti da rivedere. “Abbiamo discusso del modo in cui discutere -ha dichiarato Majorino- Siamo molto lontani da un accordo".
Tre le condizioni irrinunciabili per il PD: perequazione controllata, cancellazione del progetto del tunnel Expo-Linate, e una "coraggiosa" politica degli affitti.
La prima condizione prevede l’istituzione di un soggetto terzo -ad esempio la Borsa dei diritti volumetrici- che vigili sull’impatto che la costruzione di nuovi edifici avrà sull’ambiente e sulla tutela di alcune aree storiche della città.
La seconda prevede lo stralcio del progetto di collegamento sotterraneo tra le sedi dell’Expo e l’aeroporto milanese.
La terza, la destinazione del 50% dei nuovi edifici costruiti all’affitto.
“Ci concentreremo sulla necessità di aprire un vero e proprio mercato sociale degli affitti a Milano per contrastare il costo della casa e sul bisogno di tutelare il verde –specifica Majorino - Quello del Parco Sud,  ed anche quello cittadino, costruendo un grande parco nella totalità dello scalo Farini”.
L’opposizione per il momento se sembra unita nel bocciare più o meno globalmente il PGT, procede comunque alla spicciolata.
Il Pd, nonostante le dichiarazioni ufficiali di compattezza, sembra diviso –tanto per cambiare– tra due opzioni strategiche incompatibili: opposizione su tutta la linea proponendo uno stravolgimento totale della creatura alla quale Masseroli ha lavorato tre anni, o andare ad una mediazione che dia il via libera alla sostanza del PGT (densificazione, aumento degli indici edificatori, sostanziale deregolamentazione dell’urbanistica) in cambio di un consistente stock di edilizia sociale e convenzionata.
Chi sembra intenzionato a non prendere neppure in considerazione qualsiasi “patto col diavolo” sono i tre Consiglieri di opposizioni di diversi gruppi -Milly Moratti di Milano civica, Giuseppe Landonio del Gruppo Misto e Patrizia Quartieri di Rifondazione comunista- che hanno messo nero su bianco un vero e proprio “contropiano” come lo definisce Landonio, che aggiunge: “Abbiamo presentato 650 emendamenti, circa la metà di tutti quelli presentati da maggioranza e opposizione, perché vogliamo non soltanto opporci in Consiglio a questo documento ma, di fatto, riscrivere un contro-Piano. Vogliamo dire no alla “densificazione” di Milano, che non potrà ospitare più di 100 mila nuovi residenti senza peggiorare la qualità del vivere urbano e snaturare il proprio tessuto con decine o centinaia di grattacieli. Vogliamo dire no alla completa assenza di un piano per l’edilizia sociale, sia convenzionata sia in affitto, che negherà un alloggio alle categorie sociali che più hanno bisogno di questa opportunità  come i giovani, gli anziani, i ceti meno abbienti, gli immigrati.”
La maggioranza da parte sua caldeggia un veloce accordo tra le parti, non solo per avere poi tempo di dedicarsi interamente alla discussione sul bilancio 2010, ma soprattutto per centrare l’obiettivo primario del Sindaco: deliberare definitivamente il PGT entro la fine del suo mandato.
Dopo la delibera del Consiglio comunale, infatti, per legge dovranno passare 240 giorni prima dell’adozione ufficiale. Il tempo che ci vuole per completare l’iter: depositare gli atti alla segreteria comunale, attendere eventuali osservazioni da parte dei cittadini, passare il malloppo alla Provincia per l’approvazione, così come all’Asl, all’Arpa (incaricati di analizzare gli aspetti relativi alla tutela igienico-sanitaria ed ambientale del suolo interessato ad interventi), e infine riconsegnare tutto al Consiglio Comunale per una nuova e definitiva approvazione.
Troppo pericoloso dilatare i tempi e ritrovarsi la patata bollente nel bel mezzo della campagna elettorale del 2011: da lunedì 18 inizierà il tour de force –4 sedute a settimana, dal lunedì al giovedì, dalle 15,00 alle 24,00– per cercare di portare a casa il primo risultato. Nonostante i 17 sostanziali emendamenti presentati dalla Lega, la maggioranza sembra compattamente orientata a trovare un accordo quanto prima.

Giulia Cusumano
In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 18 Gen 2010 - 11:24
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