.: Discussione: Piano di Governo del Territorio (PGT) on line: osservazioni ed emendamenti

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Bruno Alessandro Bertini

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Inserito da Bruno Alessandro Bertini il 22 Set 2009 - 22:03
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Ok, ho trovato il tempo di leggere un po' della relazione DDP 2009.
Il documento si apre con una introduzione generica in cui si raccontano alcuni aspetti che saranno tenuti successivamente in rilievo per decidere su cosa e come fare. Questa parte è pregevole in molti spunti ma molto, molto teorica. In pratica si parla di decentrare i servizi, creando una struttura che non concentri tutto nel comune di Milano ma offra ad ogni zona del territorio lombardo una propria capacità strutturale (cose giuste, già sentite, mai realizzate in alcuni ambiti periferici o per alcuni servizi).
Poi si affronta, sempre in linea di principio, la suddivisione della città in diverse aree. Di fatto Milano è una città estremamente disomogenea e trovare il bandolo della matassa che permetta di suddividere la città in aree omogenee è da sempre un rebus che non trova soluzione. Qualunque area cittadina si individui, essa rimane sempre e comunque infinitamente meno importante della città nel suo insieme: non esiste un'identità locale radicata come per alcuni paesi dell'hinterland. Questa ennesima suddivisione è interessante, ma temo che alla prova dei fatti non riuscirà a creare dei nuclei abbastanza forti da potersi governare con una certa autonomia.
Quello che a mio avviso manca in questa parte è la ricerca di argomenti comuni a tutto il territorio.
Temi come il traffico o la sostenibilità demografica interessano tutto il territorio cittadino al di là delle innegabili differenze tra una zona e l'altra, e forse era meglio dare risalto e concentrarsi su essi essi piuttosto che strutturare diverse zone d'intervento. Mettere delle buone regole comuni su argomenti che toccano la città nel suo complesso potrebbe essere un modo per cominciare a rendere più omogenee alcune situazioni, piuttosto che esasperare una diversità che ad oggi non ha mai coinciso con la nascita di una identità di zona.
Comunque da pagina 40 si cominciano ad affrontare temi più pratici legati all'urbanistica, come il consumo del territorio e la sua destinazione d'utilizzo. Qui purtroppo affiora il sempre presente controsenso che affligge ogni progetto legato alla politica: si vuole accontentare tutti e allora si sostiene che a fronte di un minor consumo di suolo sarà possibile aumentare il numero di persone residenti in quell'area. In pratica è come dire che si può lavorare di meno e guadagnare di più o dimagrire aumentando le porzioni dei pasti o ancora percorrere più chilometri in auto risparmiando carburante.
In teoria si può dimostrare che è vero, si può fare, e magari è anche abbastanza semplice, ma in pratica non succede mai così, perchè noi non siamo bravi a seguire le regole necessarie ad ottenere questo risultato.
Temo fortemente che tutto il documento sia viziato da questa convinzione, e si traduca quindi in un "Stringiamoci la mano e non esisteranno più guerre" mentre invece per strada ci si spara a vista.  
In risposta al messaggio di Bruno Alessandro Bertini inserito il 15 Set 2009 - 00:26
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