.: Discussione: Expo 2015: martedì presentazione del "concept masterplan"

Opzioni visualizzazione messaggi

Seleziona la visualizzazione dei messaggi che preferisci e premi "Aggiorna visualizzazione" per attivare i cambiamenti.
:Info Utente:

Oliverio Gentile

:Info Messaggio:
Punteggio: 0
Num.Votanti: 0
Quanto condividi questo messaggio?





Inserito da Oliverio Gentile il 8 Set 2009 - 20:57
Leggi la risposta a questo messaggio accedi per inviare commenti

Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:

EXPO 2015. MORATTI: “IL SOGNO DI EXPO E' DIVENTATO UNA REALTA' CONDIVISA”


Milano, 8 settembre 2009 – “Bellezza, sogno, magia, ed esperienza sono tutte parole dietro alle quali vi sono progetti e duro lavoro ed io ringrazio gli architetti che ci hanno aiutato a tradurre questo sogno, questi concetti, in realizzazioni che lasceremo alla città. Vedo che il sogno di Expo sta diventando realtà, una realtà condivisa''”.

Così ha presentato il Sindaco e Commissario Straordinario del Governo per Expo 2015, Letizia Moratti, il masterplan di Expo 2015 realizzato dagli architetti Stefano Boeri, Richard Burdett, Mark Rylander, Jacques Herzog e William McDonough. Nella sala Otto Colonne di Palazzo Reale sono intervenuti, oltre agli architetti, l’amministratore delegato di Expo2015 spa, Lucio Stanca, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, il presidente della Provincia, Guido Podestà e il presidente della Camera di Commercio, Carlo Sangalli.

“Le realizzazioni nascono dalla riflessioni sull’identità stessa della nostra città – ha spiegato Letizia Moratti - una città che vuole cogliere l’opportunità della trasformazione anche grazie al percorso che la porterà a questo evento. Si tratta di un evento che è già nato e va realizzandosi attraverso i concetti che si stanno traducendo in opere”.

“Una Expo innovativa – ha proseguito il Sindaco - che privilegia per la prima volta il contenuto rispetto al contenitore, anzi, dove il contenuto e il contenitore si identificano perché il sito stesso incarna il tema dell'esposizione. Non ci sono forme architettoniche imponenti, ma un'elaborazione legata a ciò che non si può toccare e che diventa esperienza: non era facile tradurre questo sogno in un progetto come quello presentato oggi. Ci siamo riusciti lavorando tutti insieme”.

“Abbiamo concepito una Expo basato sull’esperienza - ha concluso Letizia Moratti - perché proprio questa sarà la chiave di volta per mostrare al mondo quello che saremo stati capaci di realizzare con la partecipazione di tutti i Paesi. La collaborazione con le altre nazioni, è l’altro concetto che cambia il modo con il quale è concepita l’Expo di Milano. Non sarà una Expo solamente milanese, ma un Expo in rete con le città italiane e con i molti Paesi del mondo con cui stiamo collaborando. Questa esperienza sul tema della alimentazione renderà l'Expo 2015 indimenticabile”.


Da milano.corriere.it:

Presentato a Palazzo Reale il master plan dell'evento del 2015

Tende, acqua e tanto verde:
Expo all'insegna della flessibilità


Niente cemento ma strutture «volanti» e orti da coltivare lungo un'ideale tavolata. Stanca: nessun taglio ai fondi. Tettamanzi: «Ora si pensi anche all'accoglienza»

MILANO - Un'immensa tavolata con i sapori del mondo, un orto botanico planetario che ospiti le varie coltivazioni e i prodotti alimentari del pianeta. Ad alzare il velo sul concept del «master plan» per l'Expo 2015, martedì mattina nella Sala delle colonne di Palazzo Reale, sono stati i cinque architetti internazionali guidati da Stefano Boeri che, insieme con i rappresentanti delle istituzioni, hanno illustrato le linee guida del progetto. Accantonata da tempo l’idea di creare strutture di forte impatto architettonico, i progettisti dell’Expo puntano a creare «un paesaggio di monumentale leggerezza e naturale bellezza». «Non si tratta per ora di un piano definito - spiega, quasi a schernirsi, l'ad di Expo Lucio Stanca - Si tratta di una guida, di una visione». O addirittura «di un sogno», come aggiunge il sindaco Letizia Moratti, che ha riferito dell'approvazione di Berlusconi: «Ci ha dato molti consigli, alcuni molto utili, come per esempio quello di allargare la parte esterna delle vie d'acqua». Secondo il presidente della Regione Formigoni l'Expo dovrà «comunicare bellezza, perché noi vogliamo un'Esposizione che sia un'esperienza, dove non si venga semplicemente per vedere».

«I FONDI CI SONO» - Lucio Stanca ha colto l'occasione per rassicurare sulla copertura finanziaria dell'evento: «Mi spiace per i gufi, Expo ha tutti i fondi, e noi vogliamo sfruttare al meglio questa straordinaria opportunità. Invito i gufi ad andare in vacanza per cinque anni, e magari tornare a Milano per l'Expo. Lo Stato italiano ha stanziato tutto quello che si era impegnato ad elargire e le istituzioni locali si sono impegnate allo stesso modo». Stanca, alle continue domande dei giornalisti, ha quindi precisato: «I privati finanzieranno l'Expo nel momento in cui presenteremo loro delle proposte: finora siamo alla fase dei concetti». Dunque, nessun ridimensionamento sui progetti e sui budget. «Non abbiamo variato il budget - ha assicurato Lucio Stanca - non c'è stato alcun ridimensionamento rispetto a quanto previsto in casa di candidatura».

TETTAMANZI: «PENSARE ALL'ACCOGLIENZA» - L’arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, ha richiamato l'attenzione sul tema dell’Expo 2015, «Nutrire il Pianeta, energia per la vita» e sull'accoglienza, argomenti che a suo giudizio sono rimasti finora in secondo piano rispetto ai problemi organizzativi «pure necessari». E per porre l’attenzione della Curia su questi temi ha intanto nominato Erminio De Scalzi, già abate di Sant’Ambrogio e vescovo vicario, suo delegato per la manifestazione del 2015. «Mi limito all’impressione che proprio il tema dell’Expo, cioè il rapporto che deve realizzarsi tra la città di Milano e tutto il mondo e il tema dell’accoglienza che la città di Milano è chiamata a realizzare in rapporto a chi verrà all’Expo, a me pare che questo finora sia stato piuttosto secondario rispetto ad altri problemi pure necessari», ha detto il cardinale.

DUE ASSI PERPENDICOLARI - Riprendendo l’antica struttura delle città romane con il cardo e il decumano, il sito espositivo dell’Expo 2015 avrà due vie perpendicolari tra loro, che si incontreranno in una piazza centrale. Il primo asse, lungo 1400 metri e parallelo al Sempione, sarà il viale principale del sito, che vuole ricordare Les Champs Elysées. L’asse perpendicolare, lungo 65 metri, incrocerà l’asse principale creando una grande tavola planetaria che vuole essere il simbolo della convivialità per tutti i Paesi del mondo che si affacceranno a Milano.

TENDE ANZICHE' CEMENTO - La parola d’ordine che è emersa dalla descrizione del sito fatta dai cinque architetti è stata quella delle flessibilità, che si traduce nell’assenza totale di padiglioni: al posto del cemento ci saranno strutture coperte da tende e circondate dall’acqua dove verranno ospitate le colture e i prodotti alimentari di tutto il mondo. Lungo l’asse principale si affacceranno i padiglioni di tutti gli Stati, che avranno a disposizione lotti di terreno su cui riproporre le proprie colture tipiche. «Ci saranno le zone temperate, calda e fredda, quelle tropicali, secca, umida e asciutta», svela Stefano Boeri. «E ogni paese avrà il suo pezzetto di suolo da coltivare. Saranno tutti della stessa dimensione, indipendentemente dall'importanza geopolitica».

UNA TAVOLA IMBANDITA - L’idea di riproporre una grande tavola su cui affaccino i padiglioni di tutti i Paesi del mondo prende spunto dall’Ultima cena di Leonardo. «La tavola non solo è un simbolo ma parla di un comportamento sociale», ha spiegato uno degli architetti Richard Burdett. «Ci siamo ispirati all’Ultima cena quando abbiamo pensato al viale principale: i singoli padiglioni porteranno i propri prodotti sulla tavola centrale. Si tratterà di far crescere cibo e generare prodotti che la gente consumerà». In un territorio che si estende per oltre un milione di metri quadrati ci saranno prevalentemente campi coltivati a seconda delle specificità dei Paesi e pochi elementi architettonici, fra cui una collina che verrà creata con la terra ricavata dagli scavi, un anfiteatro e un laghetto. Il sito verrà con tutta probabilità collegato alla Fiera di Rho Pero attraverso un ponte «abitato» ovvero destinato ad ospitare mostre e uffici. Questo però non vuol dire che l’Expo si appoggerà alle strutture della Fiera: sarà un modo per integrarla ulteriormente sul territorio della grande Milano.

LA «NON SCELTA» - Nell’ottica di un’integrazione con il territorio e con il recupero di un rapporto con la città l’Expo punta a recuperare le 70 cascine diffuse sul territorio milanese, in modo che possano diventare dei punti di riferimento per l’agricoltura di prossimità. Sul destino dell’area dopo il 2015 «la scelta è stata proprio quella della non scelta», come ha sottolineato l’ad della società di gestione, Lucio Stanca. La massima flessibilità è l’imperativo categorico che gli architetti hanno cercato di rispettare anche per quello che sarà dell’area dopo il 2015: non un grande monumento come si era inizialmente pensato, ma un quartiere dove all’area residenziale che ora rappresenta il 20% del progetto si affiancheranno terreni agricoli e spazi verdi.

08 settembre 2009


Vedi anche
Expo 2015, ecco il concept plan: video, foto e le interviste a Letizia Moratti e Lucio Stanca
Pubblicato da Arianna Ascione, Blogosfere staff alle 20:00 in Interviste, Milano cronaca, Milano politica, Video
su Milano 2.0

 

In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 7 Set 2009 - 21:22
[ risposta precedente] [ torna al messaggio] [risposta successiva ]
[Torna alla lista dei messaggi]