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Eugenio Galli

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Inserito da Eugenio Galli il 2 Ott 2009 - 16:16
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Chi ha paura della bici?

 

Siamo curiosi di capire come l’Amministrazione comunale di Milano riuscirà a realizzare nuovi spazi per la ciclabilità “senza togliere posto alle auto”.

 

Prendendo infatti alla lettera quanto apparso in questi giorni sulla stampa cittadina balza agli occhi quella indicazione degli assessori di “procedere con cautela” nella realizzazione di interventi per la ciclabilità. In verità, non avendo fino ad ora assistito ad alcuna laboriosa frenesia su questi temi, vien da chiedersi: quanta altra cautela, oltre a quella che abbiamo visto sin qui all’opera?

 

Quello che si intuisce dietro alle parole degli assessori, in maniera neanche tanto velata, è la paura di essere schiacciati dal “partito dell’auto”: ingessato Ecopass, sospesa la consultazione dei cittadini, ora anche ponderati “con estrema attenzione” gli interventi per dare finalmente strada alla bici, per non infastidire troppo gli automobilisti.

Per dirla col Manzoni: “Adelante Pedro, con juicio”.

 

Continueremo a seguire con attenzione questi temi, ovviamente. E non rinunceremo a far sentire la nostra voce, di consenso o di dissenso a seconda delle scelte che verranno concretamente perseguite e realizzate. Scelte che hanno direttamente a che fare con la qualità della vita della nostra città. E che non dipendono tanto dalle risorse disponibili, quanto dalla volontà politica di dare concretezza agli impegni.

 

Speriamo che il sindaco riesca a convincere i più “diffidenti” (o ostili?) dei suoi colleghi ed alleati nel perseguire quello che, sin dall’inizio del suo mandato, la signora Moratti ha ripetutamente dichiarato come priorità della sua Amministrazione: di voler rendere Milano finalmente – e per davvero – amica della bicicletta. Per ora, tante analisi, molti annunci e pochi fatti concreti (a parte l’avvio della prima fase di BikeMi). E, dopo tre anni, proprio non vorremmo che tutto si riducesse a qualche intervento verso la fine dell’incarico, giusto per salvare le apparenze: non sarebbe la svolta tanto attesa.

 

Intanto però non possiamo fare a meno di notare che non pare possibile nella attuale situazione, salvo voler sfidare le leggi della fisica, dare strada alla bici senza togliere spazio alle auto (a meno che non si pensi di sottrarlo ai pedoni…). Considerato che lo spazio è bene scarso e non riproducibile, noi riteniamo necessario ridurre quello occupato dalle auto per restituirlo alla città e ai cittadini. Che devono potersi spostare in modo intelligente, razionale e flessibile, beneficiando di più alternative di mobilità.  Inclusa la bici.

 

Con l’espansione del traffico motorizzato, a Milano è avvenuta in questi decenni – spesso con la colpevole distrazione dei pubblici amministratori, che hanno assecondato comportamenti regressivi – una privatizzazione dello spazio pubblico, a cui è tempo di porre rimedio.

A coloro che ancora si ostinano ad opinare diversamente, sostenendo la insostituibilità dell’auto privata, ricorderemo solo qualche dato numerico: a Milano si conta una media di 60-70 auto ogni 100 abitanti. A Berlino, Londra, Parigi, Copenaghen, la cifra oscilla tra le 20 e le 30 auto ogni 100 abitanti. Cioè, nelle altre città europee, vi sono da un terzo alla metà di automobili in meno. In sosta e in movimento. Il problema quindi si pone, eccome.

Per giunta, le auto private viaggiano a Milano mediamente con 1,25 persone per abitacolo. In pratica, si spostano con il solo conducente a bordo, come chiunque può constatare semplicemente fermandosi a guardare il traffico che avanza ipertrofico lungo una qualsiasi delle congestionate strade della nostra città.

 

Allora, di fronte a questa irragionevole situazione, troppo a lungo protratta, occorre intervenire con chiarezza e decisione, favorendo concretamente la conversione a favore della mobilità sostenibile.  Senza altri attendismi e senza promettere improbabili quadrature del cerchio.

David Muñoz de la Torre, responsabile del Servizio di Sostenibilità Urbanistica di Siviglia (città nella quale gli interventi decisi e realizzati in pochi anni hanno portato a un’esplosione della mobilità ciclistica), ospite a Milano per un workshop organizzato da Vas con Ciclobby ha ricordato che “Avanza solo chi sa guardare lontano”. Questo sarebbe il ruolo di una politica lungimirante.

 

Eugenio Galli (presidente Fiab CICLOBBY Milano)

In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 2 Ott 2009 - 15:45
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