.: Discussione: Asili nido, record di esclusioni: sono mille i bambini in lista d'attesa

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Antonella Fachin

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Inserito da Antonella Fachin il 4 Set 2009 - 16:53
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Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliere di Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
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ASILI, C’E’ POSTO?
Liste d’attesa, cambiamenti strutturali negli organici e bimbi “clandestini”: riparte il nuovo anno educativo

Un modello per i servizi all’infanzia: ci lavorano da tempo, all’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Milano, e i dati diramati raccontano di una situazione talmente tranquilla e vantaggiosa per tutti che non si capisce come mai, neanche due mesi fa, ci fossero allarmismi sul numero di bambini in lista d’attesa e caos sulla questioni inerenti il personale educativo.
All’inizio del nuovo anno educativo, la copertura garantita dal Comune è del 50% per i nidi e del 70% per le scuole materne, percentuale che sale al 100% considerando l’intero “sistema città di Milano”: cosa che fa dire all’Assessore Moioli che “Milano supera gli standard europei in materia di servizi all’infanzia”.
Insomma la città ideale dove crescere un bambino. Ma allora perché genitori, educatrici e personale ausiliario si lamentano? Evidentemente c’è qualcosa che non va.
Di questioni irrisolte a dire il vero ce n’è più d’una: la prima riguarda i bambini in lista d’attesa, 1000 per i nidi e 400 per le materne. Lei, l’Assessore Moioli, giura che entro la fine dell’anno tutti troveranno un posto, mentre scatta immediata la replica del Pd milanese che chiede all’assessore di riferire al più presto in Commissione consiliare sulla situazione, sui motivi per cui si è creata e sulle soluzioni adottate. “Nel novembre 2008 i bambini in lista d’attesa nei nidi erano 300 circa: bisogna trovare almeno 700 posti per avere una situazione migliorativa” precisa il consigliere David Gentili, sottolineando che è scontato dover trovare un posto a tutti soprattutto nell’anno in cui l’Amministrazione ha deciso l’accreditamento dei nidi privati per migliorare l’offerta.
Per quanto riguarda le materne invece da lunedì prossimo andranno nelle 170 scuole  comunali dell’infanzia 22.591 bambini, mentre sono in lista d’attesa 76 bimbi più 426 "anticipatari". E’ curioso sottolineare che i calcoli sulla copertura dei posti sono puramente matematici: ossia, i posti a livello numerico ci sono, ma spesso in una scuola materna situata dall’altra parte di Milano rispetto al luogo di residenza del bambino, il che è evidentemente un grosso disagio per le famiglie.
La seconda (non nuova) questione riguarda i bimbi figli di immigrati irregolari: a fronte di 290 domande, solo 17 hanno trovato un posto. E gli altri 273 di cui l’assessorato non fa menzione?
“Visto che il 7 settembre inizia l’anno educativo come potrà l’Assessore Moioli mantenere la promessa ‘chiunque fa domanda avrà un posto’?” si chiede sempre Gentili.
Per ora l’Amministrazione, che nel febbraio 2008 è stata costretta da una sentenza del Tribunale Civile ad accogliere nelle scuole d’infanzia milanesi i bambini i cui genitori non posseggono regolare permesso di soggiorno, risponde che i Comuni devono rispettare le leggi e che studieranno le nuove normative e i regolamenti previsti in materia dal decreto sicurezza. A proposito, la percentuale dei bambini stranieri presenti negli asili milanesi è salita al 23,5% (+500 unità rispetto allo scorso anno).
Dulcis in fundo, ci sono tutti i problemi relativi al personale educativo: con l’estensione dell’orario di apertura vengono ridotte le ore di compresenza delle due educatrici presenti per classe, il che significa che una delle due resterà in classe con più bambini rispetto all’anno scorso.
“Le titolari di sezione devono necessariamente avere contratto a tempo pieno e indeterminato, proprio per garantire la continuità educativa e didattica delle sezioni e le educatrici a tempo parziale saranno distribuite, quanto possibile, una per scuola” sostiene l’assessore. Ma per genitori e personale educativo questo cambiamento è tutt’altro che un sintomo di qualità del servizio.
“Noi genitori ma anche gli educatori abbiamo notato che il servizio, neanche troppo lentamente, sta peggiorando a colpi di modifiche strutturali, spostamenti di organico  e varie” dichiara Gianni Manfredini, rappresentante dei genitori e presidente del consiglio di scuola dell’ex Direzione territoriale 13.
Anche la Cgil parla di “caos organizzativo” e annuncia l’avvio di un percorso di iniziative sindacali per la difesa dei servizi all’Infanzia.
C’è dell’altro: le novità di quest’anno, oltre alla riorganizzazione di 53 nidi comunali in appalto dati in gestione a nuove cooperative col sistema dell’accreditamento, c’è l’accorpamento delle suddette Direzioni territoriali che da 39 diventeranno 24.
“A fronte di parecchi incontri fatti con l’Amministrazione posso dire che il dialogo esiste solo a parole, poi vanno avanti per la loro strada secondo una linea che non è trasparente” continua sempre Manfredini, e conclude: “Se ci fosse alla base una politica di tagli economici sarebbe più comprensibile, invece la sensazione è che vogliano operare delle trasformazioni ma non ci rendono partecipi”.
Assenza di interazione coi cittadini e mancanza di una comunicazione chiara, un difetto frequentemente imputato all’amministrazione comunale che, per fare tutto quello che sta facendo in termini di servizi educativi all’infanzia, spenderà circa 160 milioni di euro.

Antiniska Pozzi
In risposta al messaggio di Fabio Cremascoli inserito il 2 Set 2009 - 15:58
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