.: Discussione: Darsena: c'è il nuovo piano dei costruttori.

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Luciano Bartoli

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Inserito da Luciano Bartoli il 7 Giu 2010 - 06:50
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La Darsena abbandonata aspetta al varco l'Expò

Articolo di Stefano Biolchini dal Sole 24 Ore
 
Al mercato di Piazza XXIV Maggio la domanda passa di bocca in bocca dal banco della carne equina con le foto dei cavalli che corrono liberi - e inconsapevoli al macello - a quello stracolmo di frutta esotica in bella mostra. Da quando è venuto il sindaco Letizia Moratti in visita tutti a chiedersi che fine farà la Darsena. Per ora lo spettacolo è desolante, come le facce stanche di molti commercianti della zona (GUARDA IL VIDEOREPORTAGE).

A pochi giorni dalla ripulitura operata dal comune di Milano questo luogo simbolo del sistema dei Navigli storici è nuovamente tutto un accumularsi di bottiglie rotte, bicchieri di plastica e rifiuti in quantità. Negli anfratti intorno al mercato alcuni cani circolano indisturbati da sera a mattina. I loro padroni poco più avanti. Su tutto domina un terribile odore d'urina. Niente di cui meravigliarsi: la notte è un bagno a cielo aperto.

Eppure per il sindaco Moratti il vero incubo per la Darsena è finito quando si è conclusa - ma la cosa ha forse margini ancora non del tutto definiti - la annosa querelle amministrativo-giudiziaria con il concessionario che vi avrebbe dovuto realizzare dei parcheggi e che ha riconsegnato al Comune la piena proprietà del sito su cui gravano numerosi resti delle antiche mura. "Sono felicissima perché ora possiamo ripulirla e riqualificarla" ha promesso la prima cittadina. I residenti ci sperano, anche se stentano a crederci.

Negli anni con il degrado sono arrivati i topi - e qualcuno dice pure le nutrie- oltre alla divertente e chiassosa movida. Gli affitti sono andati alle stelle, prospera il parcheggio selvaggio e i colli di bottiglie rotte sono una costante un po' dovunque. Nel tempo con i vari e infaticabili comitati di quartiere sono arrivati il bel mercato dell'antiquariato a fine mese, la mostra dei fiori a primavera. Ma le botteghe degli ultimi artigiani chiudono e i rigattieri traslocano facendo posto ai locali notturni con musica a tutta notte. I Navigli hanno cambiato pelle insomma, e la Darsena ne paga le conseguenze maggiori. Ora con i battelli e un molo un po' posticcio all'imbocco del vecchio porto milanese per pochi momenti il Naviglio Grande e quello Pavese sembrano rianimarsi. Il percorso è suggestivo, le vedute insolite e a tratti stranianti. I germani in fila indiana con pulcini al seguito si fanno da parte. Sono i soli ad essere impauriti dal passaggio dei battelli. Venerdì 30 marzo del 1979 l'ultimo barcone scaricò il suo carico di sabbia dando avvio ad un lunghissimo e lento declino. Dopo 600 anni il Naviglio Grande si trasformava in canale color verde putrescente, la Darsena in un luogo infido e maleodorante. Solo il Naviglio Pavese sembrava cavarsela un po' meglio con i barconi ristorante illuminati a festa. A cantarne i fasti perduti fino a poco tempo fa era rimasta solo la poetessa Alda Merini. Poi sono arrivati alcuni interventi di restauro delle sponde e i Navigli hanno tirato un sospiro di sollievo. Lungo le rive le case sono state acquistate da coppie trendy e il quartiere è diventato "a la moda".

Niente da fare invece per la Darsena. Incredibile ma vero nella Milano che sulle vie d'acqua risciaqcua il blasone della prossima Expo. A viaggiarci sui battelli la metropoli non si trasforma nè in Amsterdam nè tantomeno in Venezia. Ma ritrova il colore e il sapore di un quartiere non ancora perduto.

Queste acque che hanno trascinato lente i traffici dei dominatori spagnoli, che hanno arriso alle innovazioni idrauliche dei francesi e al duro padronaggio degli austriaci , non sono state sconfitte neppure dagli interventi di copertura degli anni 30 e 50/60. Vi si navigava dal XII secolo. Vi lavorarono Aristotele Fioravanti, Filippo degli Organi di Modena, oltre al grande Leonardo. Per 9 secoli i Navigli hanno costituito la via maestra del commercio milanese. La hanno unita per via d'acqua a Locarno, Pavia, Mantova, Ferrara e Venezia. Più che il tempo su di loro hanno potuto i pneumatici e quattro decenni di disinteresse. Solo il fascino resta ancora intatto. Per il rilancio turistico basterebbe guardare al modello francese: al parigino Canal de Saint Martin che dopo anni di abbandono ora fa impazzire registi e parigini, turisti e artisti, immobiliaristi e bobò. Il sindaco Moratti ha promesso. L'occasione dell'Expo si avvicina. E la Darsena , aspetta lei al varco i milanesi.

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In risposta al messaggio di Giuseppe Goldoni inserito il 14 Maggio 2010 - 09:48
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