.: Discussione: Manifesto per Milano

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 31 Maggio 2010 - 18:01
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Da milano.corriere.it:

«Manifesto per Milano»

Viale Abruzzi, buche e discariche
I residenti: patto contro il degrado


I cittadini sentinelle realizzano il dossier del quartiere. «Pronti a collaborare con il Comune»

MILANO - Usano parole antiche ma efficaci («La maleducazione ha preso il sopravvento»), modi semplici ma pratici (un numero telefonico per le segnalazioni, sopralluoghi, fotografie, annotazioni precise di giorni e ore), considerazioni pacate ma ferme: «Il degrado urbano si può contrastare con una sinergia positiva tra amministrazione pubblica e cittadini » dunque senza andar allo scontro, alla divisione, all’anatema contro il Comune. Eppure ne hanno, ne avrebbero, da lamentarsi. Non è questo il caso, il momento, l’articolo. Il comitato di cittadini di viale Abruzzi si è presentato così ed è stato impossibile non dar loro il benvenuto: «A proposito del "Manifesto per Milano", pensiamo che bisogna ripartire dalle nostre vie, per quel misto di umanità e di fiducia che forse solo la nostra strada, il nostro quartiere possono ancora esprimere. Trovare la forza di infrangere la neghittosa apatia, la sterile protesta fine a se stessa, con uno spirito nuovo, costruttivo e propositivo. Riconquistare la nostra Città».

Viale Abruzzi

Viale Abruzzi   Viale Abruzzi   Viale Abruzzi   Viale Abruzzi   Viale Abruzzi   Viale Abruzzi   Viale Abruzzi

Cuore di mamma

Città. La scrivono proprio così, con la c maiuscola. Ci credono. Credono anche che le denunce siano una cosa seria. Anzi, «scientifica», per citare Fabiola Minoletti, anima del comitato, curatrice del dossier, un passato da ricercatrice all’istituto dei tumori, un presente ugualmente impegnativo, visto che fa la mamma. Dal primo maggio 2008 al primo maggio scorso gli abitanti hanno messo insieme un dossier. Con un’elaborazione dei dati che rende questa zona un luogo affollato di degrado. E non siamo in periferia. In totale, 146 segnalazioni. Viste, verificate, confermate. I problemi? Tanti. Cartelli stradali devastati, rotti, abbandonati, non rimossi, non riparati. Cartelloni pubblicitari abusivi e lasciati dove sono. I segnali stradali: sbagliati. Ma chi li mette? E perché non riparare le buche stradali? E per quale motivo non sistemare i cestini della pattumiera? E le discariche abusive? Quanta inciviltà, quanto menefreghismo?

Quelle auto rubate

Approccio e metodo scientifico, dicevamo. C’è anche uno studio con le coordinate temporali, per esempio «le buche stradali aumentano in maniera significativa nei mesi di gennaio e febbraio, a seguito dell’azione climatica freddo-neve-acqua». Non mancano analisi nel dettaglio. Vediamone alcune. Capitolo auto e furgoni abbandonati: «L’elevato numero è sicuramente dovuto alla presenza dell’area dello spartitraffico che ben si presta all’abbandono di veicoli, che a volte risultano rubati. Questi mezzi nel corso del tempo vengono spesso utilizzati da senzatetto o da tossici e diventano punti di forte degrado». Capitolo cartellonistica verticale rotta, inclinata o caduta: «La manutenzione di questi manufatti dovrebbe essere sistematica, perché spesso tale cartellonistica può diventare d’intralcio e pericolosa, e suscita nel cittadino un senso di "decadimento" e inoltre i tempi per la risoluzione sono nella nostra esperienza i più lunghi (ordine di tempo di mesi) rispetto alla risoluzione degli altri tipi di segnalazione ».

Terapie e cure

A Milano i comitati dei cittadini sono 180. Pochi giorni fa, in un teatro, si sono incontrati, hanno parlato, discusso, pensato, proposto. Il nodo, spesso, è che l’invettiva, l’affondo, l’accusa, resta fine a se stessa, tanto, dice la signora Minoletti, succede che «uno s’arrabbia, fa la sparata dopodiché torna a casa e finita lì». Insomma, lo ripetiamo, anche se il concetto oramai dovrebbe essere chiaro: la sfida è costruire anziché distruggere, trovare l’entusiasmo e non demoralizzarsi. «I cittadini» ha detto il sociologo Aldo Bonomi «segnalano la crisi dello spazio pubblico». E Carlo Montalbetti, fondatore del coordinamento dei comitati: «Milano ha bisogno di essere curata, chiede una terapia». Di nuovo Bonomi: «Chi c’è, nei comitati? Troviamo avvocati, ingegneri, architetti. Professionisti. Si sono rinserrati. Hanno ramificato un nuovo mutualismo, reti solidali che assorbono la crisi del welfare».

I clienti dei viados

Un passo indietro. Torniamo ai residenti di viale Abruzzi. Sono tre anni che si danno da fare. E con bei risultati. Hanno filmato e rifilmato viados e clienti, hanno denunciato il mercato del sesso sotto casa, hanno fotografato brasiliani dentro le auto con le gambe che spuntavano dai finestrini e, alla fine, qualcosa è cambiato, diminuito; si sono messi in azione per limitare i ragazzetti che sporcano i muri con sigle, siglette, spray; hanno in mente nuove battaglie, nuovi avversari — nemici no, non è corretto, non va bene — e nel mentre si permettono di consigliare gli altri milanesi, gli altri quartieri: «Mobilitatevi». Ognuno faccia il suo, su, dai. Volendo, c’è da divertirsi. Rapido giro, da sabato a ieri, proprio dalle parti di viale Abruzzi. Bicicletta ancorata a una ringhiera con lucchetto, la bici è senza ruote, senza catena, senza campanello. Un materasso appoggiato in verticale. Voragini sull’asfalto. Angoli di strade inondate, dopo che ha piovuto, basta una pioggia minuta e c’è l’allagamento, uno schifo, forse hanno posato l’asfalto come capita, forse i tombini otturati non vengono mai e poi mai e ancora mai e mai puliti, il maltempo è davvero un flagello, che cosa dicono le previsioni meteo per i prossimi giorni?

agalli@corriere.it

Andrea Galli
01 giugno 2010

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In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 6 Lug 2009 - 11:00
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