.: Discussione: Manifesto per Milano

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Gianfranco Bottarelli

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Inserito da Gianfranco Bottarelli il 17 Maggio 2010 - 22:48
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Concordo al 100% sulla necessità che i milanesi ritrovino orgoglio e voglia (pro)positiva di fare.

Il problema è: come? E' sufficiente un proclama e un contenitore dove buttare alla rinfusa un po' di idee e le solite critiche? Temo di no.

Milano è ammalata da tempo. Vittima, in primis, di un certo conformismo culturale (?) molto datato ma ahimé molto resistente che vuole il nord Italia, e Milano in prima fila, ricco ma brutto e cattivo, in contrapposizione ad un sud povero, ma bello e buono. Ma vittima, anche, di una mentalità locale spesso troppo "terra terra" per cui una qualsiasi attività non strettamente connessa al lavoro e alla produttività viene vista come inutile. Inutile come, ad esempio, un risanamento dei propri Navigli medievali, un'opera d'arte in larga parte interrata negli anni '30 per far posto al traffico (io amo dire che se Venezia fosse stata abitata dai milanesi, avrebbe avuto il Canal Grande asfaltato e percorso dal Sirietto).
E' da sempre che il milanese medio vive quasi con fastidio le bellezze artistiche che ha. Lucca e Treviso hanno trasformato le proprie vecchie mura in splendide passeggiate, Milano le ha trasformate in viale Filippetti & Co o le ha chiuse nel cortile di orrendi palazzoni di 8 piani; la Darsena langue in uno stato che grida vendetta; la basilica di S.Ambrogio minaccia di barcollare sul ciglio di un profondo parcheggio interrato; le rovine romane di corso Magenta hanno l'interno di un palazzo anni '60 su un lato e un parcheggio sterrato dall'altro; ma potrei proseguire all'infinito o poco meno. Per non parlare di chi ci amministra, in modo a mio avviso molto miope, e di chi ci non-controlla, permettendo il dilagare di tante (piccole?) prevaricazioni.

Come se non bastasse, troppi nostri concittadini si lamentano a sproposito sorvolando magari sulle nefandezze che ho elencato appena sopra. La mia povera madre, che da buona cremonese sarà anche stata un po' prevenuta verso i milanesi, diceva che "ai milanées ghe va mai bèen nigutt" e mi sa che non aveva tutti i torti. Critiche tante, troppe, proposte poche o molto vaghe.

La strada per invertire la tendenza secondo me è lunga e necessita di pazienza. Necessita, soprattutto, di un primo passo da parte delle Istituzioni, che dovrebbero fare il proprio dovere adottando il buon senso del padre di famiglia. E in questo può essere utile, credo, un "luogo" come partecipaMi, dove almeno talvolta le Istituzioni si degnano di intervenire. Sarebbe bello se potesse "evolvere" in luogo dove le Istituzioni potessero rendere conto del proprio operato o non-operato, ma forse spero troppo. O no?

Saluti,

Gianfranco Bottarelli


 
In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 16 Maggio 2010 - 07:35
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