Estate 2010, ancora rituale diffusa moria di alberi in quartiere (emblematica la solita rotonda vicino al convitto universitario (ex-Cariplo) poco prima dell'Ospedale San Paolo. Possibile che l'impresa addetta  non riesca a mantenere in vita questi alberi già sostituiti innumerevoli volte?

Nonostante la primavera bagnata (che non è mai il periodo critico) abbiamo avuto un giugno-luglio critici come nella tradizione milanese, se le imprese addette non si attrezzano seriamente a Milano sarà un sempiterno fai-e-disfa, dopo la Fabbrica del Duomo abbiamo la Fabbrica degli Alberi.

Quanto all'acqua freschissima (molto fredda) di falda, troppo vicina alla superfice tanto da allagare box e scantinati (e Metrò?) basterebbe attivare pozzi per portarla in superfice nei parchetti cittadini e innaffiare d'estate, alberi, viali del parco e e strade (se ci fossero tombini funzionanti allagare le strade porterebbe un grande beneficio di pulizia e frescura nei torridi mesi di luglio dall'asfalto rovente che rimane caldo come un termosifone anche di notte).

Di iniziative in giro per le città evolute del mondo ce ne sono, basta ricercare e ristudiare come poterle mettre insieme, migliorare ancora e applicarle in Milano con la gradualità che i bilanci comunali consentono.

Occorre mandare un segnale al dipartimento competente, luglio torrido è solo agli inizi, l'ecatombe di alberi potrebbe assumere una dimensione impressionante anche quest'anno.

Enrico Vigo