.: Discussione: TANGENZIALE nel PARCO del TICINO e nel PARCO SUD: NO DEI COMUNI

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Antonella Fachin

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Inserito da Antonella Fachin il 30 Giu 2009 - 13:15
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Gentile sig. Vigo,

mi spiace che Lei taccia di ideologismo le considerazioni degli altri e poi si limiti in maniera "rozza" a definire non pertinenti le argomentazioni da Lei non condivise in quanto " non scardinano i presupposti che hanno portato a considerare la costruzione" della superstrada.
Peccato che si dimentichi poi di illustrarci tutti questi presupposti che per Lei paiono essere dei totem (o dei tabù?).
Ce li può illustrare adesso?
Quello che per Lei è egoismo, pensi un po' per me è altruismo!!
Infatti è facile essere d'accordo in linea di principio, ma poi trovare molte eccezioni al principio, come tende a fare Lei.
E' molto più difficile, ma lungimirante, affrontare i problemi di viabilità in maniera strutturale e non particolaristica, sfruttando le competenze di area vasta che gli enti provinciali e regionali hanno, ma che non svolgono in maniera decisa.
C'è la tendenza, contrastata in molti altri paesi ma non in Italia, di parcellizzare il territorio, affettandolo con strade in tutte le direzioni, senza tenere conto delle esigenze dell'agricoltura, soprattutto quella di qualità e quella biologica.

Mi spiace che Lei si nasconda dietro un dito: l'Italia che si è trovata già bella e fatta! E no! I manufatti sparsi nella pianura sono opera dell'uomo e i trend di diffusione dell'urbanizzato sono anche oggetto di studio. I processi sono arcinoti ai nostri urbanisti... peccato che non se ne tenga conto.
E' a mio avviso un approccio vecchio, da sviluppo anni '6o, quando si credeva alla crescita e allo "sviluppo" infinito, pensare che avere una visione intelligente e ambientalmente compatibile sia una forma di "negazionismo aprioristico".
Ma scherza?!?!
I docenti (ma forse anche gli studenti) del politecnico (se desidera qualche nome sarò felice di segnalarglieli) si farebbero una bella risata di questa espressione parecchio miope, perchè si limita a guardare il presente vicino e non vuole guardare lontano, secondo le tendenze in atto che hanno conseguenze ben precise.
Non sono paure, ma fatti  e processi già analizzati da ricercatori in tutto il mondo.
La questione è molto più semplice e per niente ideologica: o si continua a ragionare come negli anni '60 o si incomincia (purtroppo in ritardo) ad affrontare in maniera moderna e lungimirante il tema della viabilità e dei trasporti.

Per questa ragione plaudo alla lungimiranza dei sindaci del sud di Milano che hanno compreso le conseguenze di scelte vecchie tipiche degli anni '60: strade, strade, strade (e poi case, casette, villini, capannoni, aree industriali, centri commerciali ....)

Il processo in atto in altri paesi più evoluti del nord Europa è, al contrario, la densificazione dell'urbanizzato, il divieto di costruire ove non ci sono servizi di trasporto pubblico, anche al fine di ridurre la necessità di nuove strade ecc.

Se vuole discutere di questi temi nei "giusti termini", incominci a tener conto di questi aspetti, sulla base di dati scientifici e con criteri metodologici, come gli urbanisti -per mestiere- sanno applicare.
Ciò che manca è la volontà politica degli amministratori pubblici di fare il loro mestiere di "governo del territorio", senza servilismi nei confronti delle tante pressioni clientelari....
Non è impossibile: in altri paesi (v. Germania) questa è la regola.

Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliere di Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
In risposta al messaggio di Enrico Vigo inserito il 27 Giu 2009 - 07:06
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