.: Discussione: TANGENZIALE nel PARCO del TICINO e nel PARCO SUD: NO DEI COMUNI

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Raimondo Acampora

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Inserito da Raimondo Acampora il 22 Giu 2009 - 12:30
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Premetto che vorrei averne molti più di Sindaci di Comuni delle più svariate dimensioni che difendano tali supposti privilegi ambientali, che tali non dovrebbero essere, dal momento che della risorsa territorio e della risorsa Natura dovremmo poterne godere tutti e non solo quei fortunati che vivono in ambiti ancora intatti.

Ben altri sono gli egoismi dei primi cittadini, non certo quello che il Sig Vigo imputa al Sindaco di Cassinetta.

Detto questo mi stupisce la contraddizione in termini espressa sempre dal signor Vigo.

Ricapitolando, si scopre che concorda sul fatto che occorra ridurre il trasporto su gomma e rilanciare quello su ferro, sul fatto che occorra

potenziare i trasporti pubblici collettivi, vede di buon occhio una sorta di doppia circonvallazione del milanese su rotaia, ma poi dichiara che tutto questo non contrasta con la necessità e l'urgenza di dover per forza fare la superstrada nel PARCO DEL TICINO.

Basterebbe solo questo fatto (il costruire all'interno di un Parco) oltre al fatto che le comunità locali sono da sempre contrarie al progetto (e non credo che siano stupide o incapaci di intendere e di volere) per chiudere la diatriba. Il fatto è che in Italia quel che pensa la  gente del destino dei loro territori non interessa a coloro i quali dovrebbero tutelarne gli interessi e rispettarne le volontà.

Tornando al tema, io penso che pur avendo in questi anni favorito a dismisura il trasporto su strada rispetto a quello su ferro non si è prodotto  alcun giovamento alla fluidità del traffico ma abbiamo solo acuito i problemi ambientali ed ecologici.

Basti pensare per esempio che l'ampliamento del numero delle corsie della Milano-Venezia (o l'apertura del passante di Mestre) non non ha evitato il fenomeno delle code e delle marce a passo di lumaca (soprattutto nelle ore di punta) proprio perchè la politica dei trasporti adottata ha prodotto come conseguenza il triplicarsi dei veicoli circolanti.
Ed è anche logico. Non avendo altre modalità di movimento, per spostare me o le mie merci da un luogo all'altro non posso che farlo con l'auto o col camion.
 
Ma va considerato anche un altro aspetto derivante dall'apertura di nuove strade: la cementificazione selvaggia e disordinata che si affaccia sulle nuove arterie di traffico.
E anche qui basti pensare all'esempio del panorama che si affaccia all'automobilista sulla Milano-Venezia nel tratto che va fino a Bergamo: una lunga distesa di edifici, case e capannoni industriali. Arrivati nel bresciano, avendo lì capito il valore aggiunto di un'enologia di qualità, il cemento non è riuscito a prendere il posto di vigne pregiate, per cui il panorama fortunatamente migliora.

Il medio e lungo periodo di cui parla il signor Vigo deve pur cominciare e non lo si può sempre rinviare.
Per tutto quel che ho scritto è evidente che per me medio-lungo periodo deve cominciare ieri.
Raimondo Acampora

In risposta al messaggio di Enrico Vigo inserito il 4 Giu 2009 - 06:11
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