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.: Barbara Crivellaro - VivereMilano
Inserito da Barbara Crivellaro il Mar, 11/04/2006 - 10:51
La mia lista:
Lista civica indipendente VivereMilano
Simbolo lista:
Barbara Crivellaro - VivereMilano
Dove mi candido:
Consiglio Comunale
Foto Candidato:
Barbara Crivellaro - VivereMilano
Io in breve:

Barbara, 35 anni ad ottobre, prima generazione di immigrati padovani che negli anni 60 fuggirono da un nord est depresso e impoverito per cercare qualcosa di meglio a Milano.
Sono nata e cresciuta a Milano, mi sento milanese nell’anima anche se il mio DNA non lo è interamente. A volte mi sento un organismo geneticamente modificato da un eccesso di PM 10 e altre simpatiche particelle che respiro tutti i giorni.
A Milano mio padre fa l’artigiano, ha letteralmente sputato sangue picchiando il martello ma questa è la città dove tutto è possibile se lo si vuole, quindi la prima generazione di milanesi nata da quelli arrivati qui con la valigia di cartone ha studiato, ha preso una laurea e adesso fa il professionista, non ha la tuta blu ma il completino in gessato e la ventiquattrore.
Vivo facendo l’avvocato amministrativista, quelli che difendono i cittadini contro la Pubblica Amministrazione malfunzionante ma che, a volte, assistono le amministrazioni che voglio capire come fare meglio, come non sbagliare.
La mia specializzazione e i miei grandi amori sono l’edilizia, l’urbanistica e l’ambiente, insomma quelle strane discipline che si occupano di regolamentare i luoghi e le case in cui noi viviamo.
Ho partecipato alla genesi di molti importanti progetti immobiliari che stanno crescendo a Milano, qualche piccola riga l’ho scritta anche io in giro per la città.
Non ho (più) un marito, non ho avuto la fortuna di avere bambini, forse perché il “sistema-Milano” così veloce e luccicante mi ha inghiottito e, tra una quotazione in borsa e la redazione del prospetto di un fondo immobiliare, ho dimenticato qualche piccola priorità. Ma questa è un’altra storia. Da ogni esperienza si impara e anche questa esperienza vorrei metterla a disposizione di Milano. Per hobby suono in una piccola orchestra di fiati e adoro la musica in tutte le sue forme, quando passo davanti al Grand Hotel et de Milan in via Manzoni abbasso il capo davanti alla targa che ricorda Verdi, un’altra grandissima icona milanese, ma di DNA non milanese, come me. Ma a Milano, si sa, tutto è possibile, anche che uno qualsiasi di Busseto diventi qualcuno.

Vi spiego perchè mi candido:

Il movimento Vivere Milano è entrato nella mia vita per caso, leggendo la lettera di Cesare sul Corriere.
Per la prima volta ho guardato la città che mi ha dato tanto, di cui sono figlia.
E mi sono sentita un’ingrata tremenda. Ho provato un vero senso di vergogna di me stessa.
Mi sono resa conto di aver usato questo posto come “un attrezzo di fabbrica” per portare la pagnotta a casa.
L’ho scritto su quello che era l’antico blog e sono arrivata qui solo per un atto di amore verso quella che ho sempre considerato una città brutta, grigia ma funzionale alla mia piccola vita.
Grazie a Cesare e agli altri ho scoperto che potevo fare qualcosa anche io, che potevo smettere di essere uno dei tanti meri abitanti che la mattina presto e la sera tardi prendono la metropolitana per andare e tornare dal lavoro.
Che potevo smettere di essere un abitante utilizzatore di un luogo ma un cittadino attivo con il diritto di uscire allo scoperto per entrare nel cuore del governo di una città che mi ha dato tanto, che ha ancora tanto da dare a me, a chi verrà dopo di me e a chi arriva qui tutti i giorni per lavorare, vivere, comprare e lavorare.
Non mi sono mai occupata di politica, mai aderito ad un partito o a qualsivoglia movimento, credo per sfiducia o disgusto, ho sempre avuto di meglio da fare. Ma solo per me, mai per gli altri (di nuovo, mi vergogno).
Ma Vivere Milano mi ha preso l’anima, la “pancia”, e quindi sono qui per realizzare un sogno.
Ma è un sogno solo in parola, guardando le facce dei miei “colleghi” direi che questo è uno dei pochi sogni che ha già una forma assai concreta e diventerà realtà.
Cosa vorrei fare di Milano se avessi la possibilità di partecipare al suo governo?
Vorrei che fosse una città leggiadra, veloce e agile come la Fata Confetto descritta da Tchaikovsky, che fosse dura, inossidabile e tremenda come certe canzoni dei Rolling Stones e smentire Memo Remigi che, anni fa, diceva “sapessi com’è strano innamorarsi a Milano”.