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.: Il Blog di Domenico Palladino
Giovedì, 23 Aprile, 2009 - 16:38

Una porcata di referendum

A tutti gli osservatori attenti non è certo sfuggito che il referendum, che con tutta probabilità verrà votato il 21 giugno prossimo, non abolisce l'attuale legge elettorale ma contribuisce a peggiorarla.Tra i tre quesiti proposti non ce n'è alcuno che abolisca le liste bloccate, vera porcata di una legge che per il resto non si è rivelata molto peggiore delle precedenti.

I primi due quesiti si limitano a spostare il premio di maggioranza dalla coalizione che ottiene più voti al partito che ottiene più voti (un quesito per la Camera e uno per il Senato). Personalmente lo reputo pericoloso, chiunque vinca: sarebbe l'ulteriore mortificazione del parlamento nei confronti dell'esecutivo. Un unico partito che detenga il 51%, eventualità mai verificatasi anella storia repubblicana, permetterebbe a un premier di fare il bello e il cattivo tempo, ben oltre l'attuale eccesso di decisionismo che comunque pare apprezzato. Mi si dirà che un sistema così permette di realizzare in Italia il bipartitismo che c'è in altre parti d'Europa. Ma una cosa è un bipartitismo ottenuto naturalmente mediante le scelte dei cittadini, altra cosa un bipartitismo che nasce dall'eliminazione coatta degli avversari politici (che si ritroverebbero con uno sbarramento del 4% alla camera e dell'8% al senato). Senza contare che l'attribuzione al senato dei premi di maggioranza a livello regionale riproporrebbe l'eventualità di ottenere camere con maggioranze diverse e quindi l'ingovernabilità. Per questo voterò due no a questi due quesiti che rischiano solo di modificare in peggio la legge elettorale, che vinca poi il pd o il pdl.

Diverso il discorso per il terzo quesito che abolisce la possibilità di essere candidati in più collegi. E' una norma di buon senso che andrebbe estesa a tutti i tipi di elezione per evitare sia la possibilità di scegliere un eletto ex post mediante la rinuncia al seggio, sia per evitare le ormai consuete candidature multiple volte ad ottenere l'effetto traino dei consensi mediante la candidatura dei big di partito. Qui voterò un sì convinto, ma resta il fatto che questa legge elettorale andrebbe rifatta da capo a piedi.

Il mio sogno sarebbe non tanto il ripristino delle preferenze quanto il ritorno ai collegi uninominali con candidati scelti attraverso primarie in ogni collegio, istituite per legge. Questo rinnoverebbe seriamente la classe politica, ed è il motivo per cui non avverrà.

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