.: Due lezioni di canto popolare sul repertorio di Giovanna Daffini
Segnalato da:
Antonella Fachin - Giovedì, 16 Aprile, 2009 - 09:38
Di cosa si tratta:
due lezioni di canto popolare, basate sul repertorio di Giovanna Daffini, tenute da Simonetta Interlandi
si terranno 
martedì  21/4 e 28/4/2009,
alle ore 21,00 
al CAM (ex CTS) Ponte delle Gabelle, Via San Marco 45 a Milano.
In particolare Simonetta ci farà conoscere, imparare e cantare alcuni dei canti popolari più belli e significativi tratti dal repertorio di Giovanna Daffini,  cantastorie ed interprete fondamentale nel canto popolare nord italiano.  
Giovanna Daffini
 

E’ stata una delle figure di primissimo piano del movimento di riscoperta del canto popolare e proletario degli anni '60. Nata a Villa Saviola (Mantova) nel 1913 e vissuta a Gualtieri (Reggio Emilia), dove morì nel 1969, Giovanna Daffini cominciò da giovanissima a suonare come ambulante, lavorando durante la stagione della monda come risaiola nel Novarese-Vercellese. Durante il lavoro nelle risaie imparò le sue canzoni più celebri: Amore mio non piangere, L’amarezza delle mondine, Sciur padrun da li beli braghi bianchi.
In seguito, dopo aver partecipato alla Resistenza, arricchì il repertorio con canzoni di battaglia e di lotta sociale. Sposatasi con Vittorio Carpi, che suonava il violino in orchestre lirico-sinfoniche, continuò con lui a suonare e cantare nel corso di feste, matrimoni e fiere. Gianni Bosio e Roberto Leydi la scoprirono nel corso delle loro ricerche sul campo nel 1962, e passò dal ruolo di “informatrice” a quello di cantante professionista al fianco del Nuovo Canzoniere Italiano, partecipando agli spettacoli di «Bella ciao», «Ci ragiono e canto» e al secondo Folk festival di Torino, senza che il suo stile canoro perdesse le tipiche asperità popolari che qualcuno ha voluto definire “eversive” perché dentro il loro timbro aspro e corrosivo portavano quell’aggressività antagonista che sembrava una esplicita metafora della lotta di classe. Ne è un esempio lampante la sua versione di Marina, tipico hit dei primi anni '60, trasformato in una ruvida e aggressiva ballata di tutt’altro tenore stilistico. Non a caso è stata la più imitata fra le protagoniste del folk revival — da Giovanna Marini a esempio — e curiosamente ammirata dalla generazione del rock più antagonista, che a metà degli anni Novanta ne ha riscoperto la figura come una “madre punk” ante litteram.
Notissima per le proprie re-interpretazioni di canti propri della tradizione popolare e proletaria nord italiana, il suo repertorio è stato letteralmente saccheggiato dalle cantanti di «folk», da «Sciur padrun da li belli braghi bianchi» ad «Amore mio non piangere», da «L’uva fogarina» a «Bella ciao» (versione di risaia).

 

 

Simonetta Interlandi

Ha cominciato a cantare agli inizi degli anni novanta quando è entrata a far parte del Coro Orlando di Lasso.
L’incontro con Giovanna Marini l’ha portata nel campo del canto popolare. Dopo aver seguito alcuni corsi alla Scuola Popolare di Musica di Testaccio a Roma ha cominciato a cantare in formazioni milanesi di riproposta della cultura tradizionale, come Voci di Mezzo e Controcanto.

Come solista si è esibita in diverse situazioni, dalle feste popolari e patronali a quelle di partito, alle manifestazioni sindacali, cantando soprattutto la rivolta femminile, dal Canzoniere Popolare Veneto di Luisa Ronchini e Gualtiero Bertelli a quello padano delle mondine, dai canti dell’anarchia a quelli di Violeta Parra.

Attualmente fa parte del trio con  Alessandra Cattaneo e Nadia Pazzaglia e come solista, accompagnata da diversi musicisti, si esibisce in feste e manifestazioni popolari.

 

Dove:
CAM Ponte delle Gabelle, Via San Marco 45 a Milano
Quando:
Da Martedì 21 Aprile - 20:00 a Martedì 21 Aprile - 22:00
Chi organizza:
Ass. La Conta