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Martedì, 7 Aprile, 2009 - 14:26

5 APRILE: LA PIAZZA CHE HA SALVATO LA DIGNITA' DI MILANO

Articolo di Luciano Muhlbauer, pubblicato su il Manifesto del 7 aprile 2009 (pag. Milano)
Era prevedibile, ma fa un po’ specie lo stesso. La giornata del 5 aprile è stata raccontata da gran parte della stampa all’insegna dello “scampato pericolo” e tutti a ringraziare le forze dell’ordine per aver impedito una giornata di guerriglia urbana, come se la notizia fosse quella e non il fatto che nel centro città si è tenuto un raduno nazifascista con la benedizione di Sindaco e Vicesindaco. E così si omette ovviamente di ricordare che se alla fine gli eurofascisti hanno dovuto rifugiarsi in un albergo e rinunciare alla replica delle gesta bergamasche, questo è stato merito unicamente della mobilitazione degli antifascisti milanesi.
D’altronde, lo spettro di un “nuovo 11 marzo” era stato evocato ad arte e rilanciato con molta disinvoltura e poco spirito d’indipendenza da un’informazione sempre più omologata. Lo stesso Governo, per bocca del Ministro Vita e per conto del Ministro Maroni, aveva dato il suo attivo contributo, dichiarando al Parlamento che a Milano si stava organizzando un secondo presidio, oltre a quello di piazza della Scala, fatto di “anarchici” e di intenzioni bellicose.
Erano tutte fandonie, prive di fondamento. Ma erano anche fandonie molto utili, per dire ai milanesi di starsene a casa e di non scendere in piazza, per assolvere preventivamente quei dirigenti del Pd milanese che proprio non ne volevano sapere di manifestare e, last but not least, per far dimenticare il vero scandalo, cioè l’assenza e la complicità delle istituzioni milanesi, del Sindaco Moratti e del suo vice De Corato.
Ma le cose non sono andate come tanti avevano annunciato, anzi auspicato, perché domenica pomeriggio piazza della Scala si è riempita lo stesso di migliaia di persone, in gran parte giovani. E a coloro che hanno organizzato l’happening e a quanti vi hanno partecipato, alla loro determinazione e alla loro intelligenza, va il riconoscimento di aver salvato la dignità della città.
In fondo, a Milano il vero problema non si chiama tanto Forza Nuova, Cuore Nero o simili, che sono quello che sono, fascisti appunto, bensì la tolleranza istituzionale, o peggio, di cui essi godono. Sono quella ambiguità e quella complicità che contribuiscono a rafforzare la rilegittimazione culturale e politica delle tesi e delle pratiche neofasciste, razziste e negazioniste. Una tolleranza che è contagiosa, che abbatte gli argini e che è dunque capace di infettare l’intero corpo sociale.
Piazza della Scala ci consegna un piccolo, ma prezioso antidoto. Sta a noi tutti e tutte farlo vivere oltre quella giornata e portarlo nella quotidianità del nostra agire politico, sociale, culturale e –perché no?- anche personale.