.: Discussione: Maroni: sicurezza, esporteremo il modello-Milano in tutta Italia

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 8 Gen 2010 - 15:30
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Da milano.corriere.it:

Il segretario del Siulp: troppe caserme, dimezzare le sedi per avere più agenti in strada

Meno polizia nei quartieri
«Sicurezza al collasso»


Con il trasferimento di 61 sovrintendenti, gli uffici denunce rischiano la paralisi. «Scelte politiche»

MILANO - «Bisogna cominciare a spiegare alla gente che il Modello Sicurezza di Milano non è più sostenibile, che bisogna ridurre i commissariati cittadini e renderli più efficienti. Altrimenti andiamo verso in collasso». Mauro Guaetta ha 37 anni: quando faceva il poliziotto era in servizio alla polizia stradale. Un mese fa — cosa che lui non si aspettava — è stato nominato segretario provinciale del Siulp, il più importante sindacato di polizia, al posto del dimissionario Gabriele Ghezzi. Guaetta sa che l’argomento di cui vuole parlare è esplosivo.

«Da una parte — spiega il numero uno del sindacato milanese— ci sono i politici. Sono dei demagoghi, raramente parlano per il bene della collettività, ma spesso lo fanno solo per avere voti. Dall’altra ci sono i cittadini i quali sono convinti che avere un commissariato sotto casa sia sinonimo di sicurezza: non è vero, lo devono capire per il loro bene, per il bene di tutti. Infine c’è il vertice della polizia, il dipartimento della Pubblica sicurezza, che non prende una decisione che sia una decisione per non scontentare nessuno. Io voglio sollevare questo problema affinché se ne parli, affinché i politici prendano coscienza di quello che diciamo e si giunga a una decisione condivisa. Importante è che lo cose cambino, presto».

Mauro Guaetta ha in mano un foglietto aggiornato al 5 gennaio 2010. Forza in servizio in questura, 3.707 poliziotti (meno dei 4 mila previsti), 4.900 compresa la provincia e le specialità. Ma più dei semplici numeri conta l’effettiva operatività degli uffici. «L’11 gennaio per questioni burocratiche se ne andranno 61 sovrintendenti. Quelli che dovevano arrivare per compensare le uscite sono stati bloccati da un ricorso. Questo vuol dire che tra pochi giorni non saremo in grado di prendere le denunce nei nostri uffici. Siamo all’assurdo».

La proposta del Siulp segue una linea logica. «Noi dobbiamo pensare ai prossimi 10 anni. Bilanci e proiezioni ci dicono che i poliziotti saranno meno di oggi. I compiti però aumentano. E allora è urgente ridurre i 17 commissariati presenti a Milano a 9, quante le zone circoscrizionali». Guaetta continua il ragionamento puntando sui risparmi: «Il commissariato più piccolo (San Siro) ha 20 uomini, il più numeroso (il Centro) 107. Questo vuol dire che alcuni commissariati non sono in grado di mettere in strada neppure una volantina. L’edificio del commissariato non produce sicurezza in sé, è solo un costo per i cittadini e uno spreco di uomini e mezzi. Se scendessimo a 9 commissariati, che si potrebbero chiamare Distretti, si potrebbero avere mediamente 110 operatori. Insomma 300 poliziotti risparmiati da spalmare in altri servizi, specie per rafforzare le Volanti che potrebbero avere 10-15 equipaggi in più: divise e auto da vedere sulle strade, pronte a intervenire in caso di necessità». La carenza d’organico in cui versa la questura di Milano è un tema dibattuto (e mai risolto) da anni.

«Prendiamo per esempio l’ordine pubblico—attacca ancora il segretario del Siulp —: mancando gli uomini, ogni giorno dalla questura vengono prelevati 120 agenti e altri dai vari commissariati. Ecco che chi lavora fuori non può svolgere le pratiche. Che si accumulano e vanno a scontentare il cittadino che si lamenta. Con il risparmio di uomini si potrebbe organizzare un nucleo all’interno della questura da utilizzare per l’ordine pubblico. E ancora: gli edifici che tornerebbero liberi potrebbero essere riqualificati come alloggi di servizio».

In tutto questo ragionamento c’è anche un pensiero per l’aggressione contro Berlusconi in piazza Duomo: «Il servizio di ordine pubblico era ineccepibile per le forze disponibili. Se c’è stata una responsabilità, è quella del capo della polizia che non ha fatto utilizzare il reparto mobile e non ha speso una parola. Una cosa a dir poco scandalosa».

Il prefetto Lombardi? Per il momento tace, ma dal suo entourage si capisce che potrebbe condividere. Così come alcuni politici milanesi. Vedremo.

Alberto Berticelli
08 gennaio 2010
In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 31 Mar 2009 - 10:44
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