.: Discussione: In oratorio con il computer - Ecco la chiesa che cambia

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 29 Mar 2009 - 21:46
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Da milano.corriere.it:

DON DAVIDE MILANI: «l'informazione elemento fondamentale dell'evangelizzazione»

Parrocchie: 465 sono già su Internet

Ospitano connessioni wi-fi, link-audio, totem: un «miracoloso» equilibrio tra fede e tecnologie

MILANO - «Mi è stato detto che seguire con attenzione le notizie raggiungibili mediante l'internet avrebbe consentito...»: già, forse adesso è persino spietato ricordare all'infinito la frase che purtroppo inchioderà per molto tempo papa Ratzinger — o perlomeno i suoi comunicatori — a una tanto surreale immagine del rapporto tra i vertici della Chiesa d'oggi e il web. Specie perché poi, almeno nella realtà ambrosiana, la musica è non solo altra ma opposta: 465 parrocchie della diocesi (il triplo della media nazionale) hanno un sito proprio o addirittura specifico dell'oratorio, le connessioni wi-fi per andare in rete dal campetto dietro la canonica crescono quasi più delle vocazioni, i «totem» per navigare sul web dopo le riunioni di preghiera spuntano come facevano una volta i papaveri nel grano, per non parlare dei link-audio col padrenostro in più lingue, delle messe in diretta video e così via.

Benvenuti, con buona pace de «l'internet», nella diocesi più cliccata d'Italia. Senza articolo. Può non essere una sorpresa in una città il cui cardinale in persona, già un anno fa, è stato il primo a mettere su Youtube le sue risposte alle domande dei fedeli: ottenendo un tale boom di contatti da indurre il sito, almeno nelle settimane iniziali, a inserire i video dell'arcivescovo tra i «consigliati» in testa alla homepage. Del resto il portale diocesano, per la cronaca, in una settimana- tipo come quella dal 16 al 23 marzo ha registrato qualcosa come 53 mila visitatori effettivi per un totale di 257mila pagine visualizzate in 81 Paesi. Ed è stato ancora Dionigi Tettamanzi, ieri, a sottolineare la sua idea della rete: «Internet aiuta a realizzare comunità cristiane in cui non esistono periferie lontane dal centro ma dove, al contrario, ogni periferia e ogni parrocchia sono al centro». Una «bella immagine di Chiesa», l'ha definita: dove «tutte le realtà diocesane e tutte le parrocchie sono in collegamento diretto una con l'altra».

Va da sé che, se rete significa anche voglia di «esserci» e di «partecipazione dal basso», in taluni casi non sono neppure mancati quelli che da un punto di vista ecclesiastico istituzionale era forse difficile non considerare «piccoli eccessi». Come nel caso di una grande parrocchia dell'hinterland, con tanti sacerdoti, sul cui sito era stato recentemente organizzato dai ragazzi dell'oratorio un sondaggio per votare on-line, ogni domenica, il prete che avesse pronunciato la predica migliore. Iniziativa «benevolmente interrotta», diciamo così, non appena la voce ha cominciato a spargersi perché va bene tutto ma, insomma, non siamo ancora al Vangelo versione X-Factor e c'è pur sempre qualche confessionale vero da sottrarre al Grande Fratello. Finché si può. Dopodiché, come è emerso da un convegno specifico che la Curia ha dedicato ieri al tema, che Internet sia una «presenza necessaria» è quasi ovvio dirlo: «Un luogo in cui le parrocchie non possono mancare», per usare le parole di Ruggero Eugeni, direttore dell'alta scuola in media, comunicazione e spettacolo dell'Università Cattolica.

Infatti: «Tra le 1107 parrocchie ambrosiane — come hanno enumerato Filippo Magni e Iris Farina del portale diocesano www.chiesadimilano.it — quelle che hanno un sito proprio rappresentano il 42 per cento contro il 16 per cento dello stesso dato sui scala nazionale». Un sintomo della voglia di far sentire la propria voce, come si è ripetuto. Ma attenzione: «La Diocesi — ha scandito il responsabile dell'Ufficio comunicazioni sociali, don Davide Milani — lo ritiene anche uno strumento strategico» per «raggiungere chi nella comunità cristiana non abita o se ne è allontanato». E pertanto, questa la consapevolezza della Curia, uno strumento da promuovere sì ma anche da non lasciare a se stesso. «Esistono — ha insistito don Davide — cose che si possono e anzi si devono migliorare». Come dire: non è questione di «controllo» né di censura, ma forse non tutti hanno ancora ben compreso — questo il messaggio che filtra dal convegno — che quando qualcuno in una singola parrocchia mette una cosa su Internet quella cosa può avere risonanze impegnative non solo per lui. Per questo «è importante lavorare insieme» e appoggiandosi a «un mandato del parroco». Infine l'invito ad «andare oltre la semplice buona volontà»: metà dei siti è ancora aggiornata solo settimanalmente, solo il 13 per cento pubblica notizie dall'Italia o dal mondo. E «l'informazione — conclude don Davide — è uno degli elementi fondamentali dell'evangelizzazione».

Paolo Foschini

29 marzo 2009