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.: Il Blog di Antonella Fachin
Domenica, 29 Marzo, 2009 - 10:46

NUCLEARE. SE LO CONOSCI LO EVITI

NUCLEARE. SE LO CONOSCI LO EVITI
di Marco Bersani
Pubblichiamo l'introduzione del libro "Nucleare: se lo conosci lo eviti" di Marco Bersani (Edizioni
Alegre, pp. 120, euro 12,00) da qualche giorno in libreria.
Non si può certo dire che i fautori nostrani del nucleare godano di una buona stella. Da quando
l'attuale governo Berlusconi ha deciso di riaprire le porte all'energia nucleare in Italia, si prodigano
generosamente e senza sosta in interviste sui quotidiani per affermare come il nucleare sia oggi
sicuro, come con le nuove tecnologie non ci sia più alcun pericolo, come i tremendi tempi di Three
Mile Island o di Chernobyl appartengano alla preistoria. E che dunque l'Italia torni alla precedente
saggezza e smetta di rincorrere paure ancestrali (e le solite minoranze sociali che tengono in ostaggio
l'avvenire del Paese).
Peccato che, ad ogni loro intervista, corrisponda quasi automaticamente la notizia dell'ennesimo
incidente ad una centrale nucleare, senza distinzione fra generazioni delle stesse, senza differenze
toponomastiche o geo-politiche. Slovenia, Spagna, Francia (5 incidenti in poche settimane!),
Germania, Belgio sono le più recenti tappe di un gioco dell'oca virtuale - ma, ahinoi, drammatico -
che li costringe ogni volta a tornare alla casella di partenza, fa riprendere loro la politica della minimizzazione,
riporta al punto iniziale la strategia di graduale penetrazione di una politica energetica
che, fino a prova contraria, il popolo italiano ha sonoramente bocciato nel novembre del 1987
con il referendum antinucleare. E, tuttavia, seppur non dotati di buona stella, i fautori del nucleare
possono contare su un blocco economico, politico e massmediatico imponente.
Dalla Confindustria alle grandi aziende del settore elettrico, dai colossi dell'ingegneria civile a quelli
del settore militare-industriale, dalla gran parte dell'arco parlamentare al solito disponibile mondo
"scientifico", la lobby è in campo. E, in tempi di profonda involuzione e frammentazione della società
italiana, in preda a una forte crisi economica e sociale, non è detto che non riesca nell'intento.
Naturalmente non è un fenomeno solo italiano. In tutto il mondo, le grandi industrie, che in questi
anni hanno molto investito nel nucleare, hanno urgente necessità che la nuova stagione si riapra,
e cercano di far accettare l'uovo oggi - centrali che, pur arrivate alla terza generazione di reattori,
conservano immutati tutti i problemi che hanno contrassegnato le precedenti - facendo balenare
davanti agli occhi la grassa gallina del domani: le mitiche centrali di quarta generazione, con le
quali ogni problema sarà risolto e l'avvenire del pianeta potrà essere guardato con rinnovata fiducia.
Sarebbe facile ribattere come - anche senza scomodare il "sol dell'avvenire" - la vera risposta stia
esattamente nell'"avvenire del sole". Ma il tentativo è serio e non va sottovalutato. Chi scrive questo
libro non ha particolari conoscenze scientifiche sul tema in oggetto. Nondimeno è un essere
vivente e pensante e come tale ritiene di avere l'inalienabile diritto di tutti i suoi pari a poter discutere
di energia nucleare, di modello energetico, di organizzazione sociale. Insomma della vita e di ciò
che la riguarda. Perché il primo tentativo, già in atto, da parte della lobby nucleare, è il sequestro
del diritto di decidere, che si vorrebbe sostituire con la delega a un "oggettivo" sapere scientifico e
con un mandato fiduciario ai controllori della tecnologia.
Una presupposta "razionalità" - si intende "maschia" e moderna - da contrapporre all'irrazionalità -
si intende femminile e primitiva - di chi si oppone in nome dell'inalienabilità del diritto alla vita, alla
salute, all'ambiente e al futuro. Ma perché si possa riconquistare il diritto a decidere tutti assieme
di quale politica energetica riteniamo ci sia bisogno, quale modello produttivo sia necessario, quale
organizzazione sociale sia più vicina ai nostri bisogni, è necessario che al bombardamento massmediatico
dei fautori del nucleare, corrisponda un'informazione dal basso, attenta e puntuale, che
sia in grado di smascherare le gigantesche bugie - perché di tali si tratta - che stanno dietro la "necessità
del nucleare" e di restituire a ciascuna donna e ciascun uomo di questo Paese conoscenze
e saperi che ne aiutino l'autonomia personale e l'autorganizzazione sociale.
Questo libro vuole essere un primo contributo in questa direzione. E' un libro di parte, perché chi lo
scrive non crede che esista una oggettività astratta e pensa, al contrario, che quando ci si affida ad
essa, si stia solo consegnando il proprio destino nelle mani dei poteri dominanti.
L'unica oggettività possibile è dichiarare apertamente da quale parte si osserva il mondo, come se
ne perlustrano i dintorni, su quali strade si cammina. Basterà qui affermare che chi scrive è dichiaratamente schierato contro il nucleare civile e militare e per il diritto inalienabile alla salute, alla
vita, all'ambiente e al futuro. Senza se e senza ma, secondo una felice espressione del movimento
altermondialista.
Ed è da questo punto di osservazione che il libro compie, col primo capitolo, una prima riflessione
sul rapporto uomo-natura e scienza-tecnica, e su come il mutato scenario dettato dalla contraddizione
ecologica modifichi tutte le precedenti narrazioni sul tema. Col secondo capitolo si ripercorre
la storia del nucleare nel mondo e in Italia e la situazione attuale.
Il terzo capitolo prova a dimostrare l'inscindibile legame tra il nucleare civile e quello militare. Il
quarto capitolo entra nel merito delle bugie con le quali i fautori del nucleare sostengono le loro
posizioni, analizzandole nel dettaglio e dimostrandone l'inconsistenza.
Il quinto capitolo ripercorre a grandi linee la storia del movimento antinucleare e, in particolare, il
percorso che, negli anni 70-80 del secolo scorso, ha portato in Italia al vittorioso referendum che
ha bloccato il programma nucleare nel nostro Paese.
Il sesto capitolo prova invece ad affrontare la situazione attuale, cercando di offrire spunti e suggestioni
per quello che chi scrive ritiene sia la vera necessità del Paese: la costruzione di un nuovo
movimento antinucleare che, prendendo atto anche dei limiti dell'esperienza precedente, sappia
mettere in campo una strategia più ampia per intraprendere un'alternativa di sistema.
Che, partendo dall'inalienabilità dei beni comuni, rivendichi in campo energetico un modello di autogestione
territoriale ad alta efficienza e bassa dissipazione, basato sulle energie rinnovabili, contro
l'attuale modello termico, centralizzato e militarizzato. Perché si scrive energia, ma si legge
democrazia e possibilità di futuro.

Articolo pubblicato su “Lavori in corso”, Numero 142 febbraio 2009, Idee e contributi per l’ALTERNATIVA, Periodico in rete a cura della Associazione Culturale Punto Rosso