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Antonella Fachin

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Inserito da Antonella Fachin il 10 Apr 2009 - 16:34
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Caro Lorenzo,

sono assolutamente d'accordo con te: Proibire l'incontro significava dare un segnale importante: non si può mettere in dubbio la democrazia, non si può riabilitare il fascismo e il nazismo, non si può incitare all'odio razziale o celebrare chi lo ha realizzato...i manifestanti erano pochi, resta comunque il senso simbolico come un errore, perlomeno, della giunta, una mossa regressiva che allontana un pò Milano dalle sue aspirazioni internazionali e che insinua, per così dire, il dubbio di un senso di appartenenza che accomuna alcune forze della maggioranza con i manifestanti in questione.

Per opportuna info, riporto qui di seguito l'articolo pubblicato oggi su ChiamaMilano.

Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliere di Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
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PICCOLI FASCISTI CRESCONO
Pochi saluti romani, tanti giovanissimi. Il giorno di più lungo di Forza Nuova si riduce a quello che voleva essere: spot elettorale.

Faceva caldo domenica pomeriggio in piazza Missori.
Non solo e non tanto per via del sole che dopo giorni di pioggia cominciava a battere sulla città. Il clima era reso incandescente dall’attesa di un convegno. Quel convegno.
Le teste rasate, gli skin head, i neofascisti, insomma, quella gente lì, a Milano in molti non ce la volevano. Dieci giorni di mobilitazioni, appelli alle istituzioni per mezzo stampa, dichiarazioni indignate e tentativi di mediazione.
Nulla è servito.
Questo convegno s’aveva da fare.
Se si vuole essere democratici, rispondevano organizzatori ed amministrazione cittadina, bisogna esserlo fino in fondo. Anche la domenica delle Palme e della Stramilano. Anche nella città Medaglia d’oro alla Resistenza.
Domenica pomeriggio piazza Missori era calda ed era blindata.
Ogni strada che conduceva all’Hotel Cavalieri era bloccata da transenne, camioncini della polizia ed agenti in tenuta antisommossa. Solo ai giornalisti era permesso accedere. Ce n’erano tanti, di giornalisti e fotografi. Tutti lì a immortalare l’evento più discusso dell’anno. Tutti ad attendere una notizia che si è presto capito non sarebbe mai arrivata.
Il primo di “loro” ad arrivare è stato  Roberto Fiore, leader di partito ed europarlamentare. Qualcuno ha accennato un saluto romano. Così, en passant. Lui ha giurato di non aver visto nulla, anche se le foto apparse su tutti i giornali lo smentiranno. Anche se di braccia destre tese a salutare romanamente se ne sono viste davvero poche.
E poi eccoli, scortatissimi dalla polizia che li seguiva anche dai cieli, i quattro pullman Atm partiti dalla sede di Piazza Aspromonte.
Stretti, accaldati, fieri di esserci. Sono scesi, schivando i flash e le telecamere, si sono accodati ordinatamente all’ingresso dell’albergo.
Delusione da parte dei giornalisti. Ci si aspettava qualche bandiera, qualche slogan cattivo dei loro, qualche intemperanza o segnale di scarso senso civico. Niente. Meglio tenere profilo basso, passare per “angeli” ingiustamente demonizzati.
Difficile però passare per angeli, quando sotto molti giubbotti si intravedono croci celtiche al collo e svastiche tatuate.
Sono saliti per le scale i circa 300 “supporter” di Forza Nuova. L’ascensore era riservato ai giornalisti, che arrivati di fronte alla fatidica sala si sono sentiti richiedere un obolo di ben 30 euro. “Noi mica riceviamo i finanziamenti statali”, si sono giustificati.
A chiedere la “tassa” per assistere al convegno erano 5 ragazze giovanissime.
Avranno avuto 15 anni, non di più. Vestite alla moda, tacchi alti, occhi truccati, sguardo fiero e sicuro. Sembravano le “donne dei bulli”.
15 anni e un cuore nero. Orgogliose del loro pass con impresso a caratteri cubitali la scritta “Forza Nuova”. Osservavano con aria di sfida i giornalisti che provavano a trattare. Niente da fare. Chi entra paga.
Tanti liceali pure tra le teste rasate. Sembravano tutti amici, tra di loro. Tutti appartenenti ad un credo, con gli occhi colmi di orgoglio, pronti ad applaudire le loro “guide spirituali” e ad affermare con forza la superiorità della “razza italiana”. Pochissimi gli over 50. Forza Nuova è una forza giovane, roba per duri e puri.
È forse questo l’elemento che più dovrebbe preoccupare. Al di là della paccottiglia e del folklore, è la capacità di attrarre giovani e giovanissimi ciò che maggiormente colpisce. Vero è che a quindici o a diciotto anni, nel remoto caso uno scelga di dedicare un po’ del proprio tempo all’attività politica, si hanno bisogno di parole d’ordine forti; la partecipazione, a quell’età, è tutta emozione e niente analisi. Ma se a vagheggiare di sfilate di labari neri non sono più i reduci della RSI, ma gli adolescenti che si sono appena affacciati sul nuovo millennio…

Mentre dentro iniziava il convegno, fuori il sole lasciava il posto a un violento temporale. Sono durati poco sia il convegno che il temporale.
Meno di un’ora e mezza è bastato agli animatori dell’incontro per sviluppare i temi previsti. Si doveva parlare di economia, di quanto sia inutile il piano messo in campo dal governo per affrontare la crisi, superabile solo attraverso una gestione nazionalista delle risorse, lontana dal capitalismo sfrenato e dalla globalizzazione.
E anche di questo si è parlato.
Ma le prime battute di Fiore hanno rispolverato i vecchi capisaldi di partito: crociata antiabortista e contro gli extracomuniatari, i cui “figli sostituiscono i bambini che noi decidiamo di non far nascere”, ritorno ai lavori manuali e alla valorizzazione della famiglia italiana, tentativi di minimizzazione del loro essere “revisionisti”.
Contro l’”invasione” musulmana si è invece espresso il rappresentante del “Proti Grammi”, corrispettivo greco-cipriota di Forza Nuova. “I turchi hanno invaso i nostri territori, gli islamici invaderanno tutta l’Europa”, ammoniva tra gli applausi concitati.
Subito dopo è stata la volta di Bruno Gollnish, del Front National francese e Simon Darb, del National Party inglese. Paese che vai, camerati che trovi.
Per il secondo è servito l’interprete. Ha parlato troppo a lungo, e tra i ragazzi duri e puri è scappato qualche sbadiglio.
C’era anche il lefebvriano Padre Tam tra il pubblico, che ha incassato un applauso convinto e ricambiato con l’alzata del braccio.
Ore 17.10. Il cielo ha smesso di tuonare.
Forza Nuova ha finito. Tutto qui.
Come erano saliti, i “supporter” scendono a piano terra e si preparano a risalire sugli autobus.
Di nuovo silenziosi e composti, non raccolgono nemmeno le provocazioni del deputato Pd Emanuele Fiano, figlio di un sopravvissuto ad Auschwitz, giunto sul luogo “per verificare che tutto si svolgesse correttamente”.
A pochi metri da piazza Missori continuava il corteo antifascista. Loro sì che erano tanti.
Quella che doveva essere una giornata di alta tensione finiva lì. Nessuno scontro, nessun tentativo di sovvertimento dell’ordine pubblico, tutto regolare.
L’obiettivo, Fiore e i suoi camerati l’hanno raggiunto: il convegno era un’iniziativa elettorale, lo scopo quello di tenere per una settimana le pagine dei giornali.
E così, dopo giorni di titoloni in prima pagina, ai giornalisti è rimasto solo l’amaro in bocca per aver sborsato trenta euro -andando a finanziare beffardamente proprio un partito che finge di essere allergico alla stampa- il caldo, e un dilemma comune: e adesso, nel pezzo, che ci scrivo?

Giulia Cusumano
In risposta al messaggio di Lorenzo Cerati inserito il 6 Apr 2009 - 00:00
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