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Lorenzo Cerati

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Inserito da Lorenzo Cerati il 6 Apr 2009 - 00:00
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Il divieto costituzionale di ricostituzione e di apologia del fascismo ha senso per una forma di autodifesa della repubblica.
In Germania le regole sono anche più limitative, è proibito fare il saluto nazista in pubblico.
Ovviamente in uno stato perfetto questo divieto non dovrebbe esserci, nel senso che una democrazia totalmente libera dovrebbe consentire anche a coloro che la vorrebbero negare di esprimere questa opinione, ma questa è teoria pura.
La libertà di espressione ha dei limiti, in Italia, a Milano, con questa giunta,  e rifaccio gli esempi che mi vengono in mente ma non credo siano gli unici:
la mostra "vade retro" organizzata da Sgarbi per il comune, è stata cancellata per un paio di sculture ritenute offensive per la chiesa, tra cui una rappresentazione iperrealista di Papa Ratzinger.
il manifesto per la giornata contro la violenza sulle donne, rappresentante una donna in croce é stato censurato
in entrambi i casi il senso delle opere non era, peraltro, propagandistico, non si trattava di diffamazione o di insulto, ma  di comunicazione o di arte, qualcosa che arricchisce il mondo culturale di una città.
Se interviene il comune per eccesso di zelo a soccorrere la suscettibilità di alcuni, come in questi due casi di alcuni, e non di tutti, credenti di fede cattolica, a maggior ragione dovrebbe intervenire a difendere le basi della repubblica: sono quelle le prime regole che i rappresentanti eletti sono tenuti a difendere.
Fortunatamente i manifestanti erano pochi, resta comunque il senso simbolico come un errore, perlomeno, della giunta, una mossa regressiva che allontana un pò Milano dalle sue aspirazioni internazionali e che insinua, per così dire, il dubbio di un senso di appartenenza che accomuna alcune forze della maggioranza con i manifestanti in questione.
Proibire l'incontro significava dare un segnale importante: non si può mettere in dubbio la democrazia, non si può riabilitare il fascismo e il nazismo, non si può incitare all'odio razziale o celebrare chi lo ha realizzato. Invece questo si può fare, in un paese dove le cose che non si possono dire ci sono, ma sono altre.

In risposta al messaggio di Antonella Fachin inserito il 4 Apr 2009 - 09:41
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