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Antonella Fachin

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Inserito da Antonella Fachin il 27 Mar 2009 - 16:23
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A un anno dall'assegnazione dell'EXPO a Milano, vale la pena leggere ciò che è stato pubblicato oggi su ChiamaMilano.... Buona riflessione.

Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliera di Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
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QUEL CHE ABBIAMO CAPITO DELL’EXPO

Un anno sprecato in una feroce lotta di potere che ha però dimostrato quello che è davvero l’Esposizione universale del 2015


Non tutti i mali vengono per nuocere; o se nocivi, i mali  aiutano comunque a squarciare la cortina fumogena dei facili entusiasmi e delle buone intenzioni ad uso esclusivo della propaganda.
I 365 giorni di liti, lotte per le poltrone e faide di potere che si sono giocati attorno all’Expo 2015 hanno esposto sì Milano ad una figuraccia planetaria, hanno costituito –e continuano a costituire - un’ipoteca sulla riuscita dell’Esposizione universale milanese, ma hanno anche avuto l’innegabile merito di illuminare le molte ombre che hanno accompagnato sin dall’inizio quella che è stata presentata come una grande occasione, ma che dopo quest’anno rischia di diventare un lungo, estenuante, litigiosissimo banchetto apparecchiato sulla città.
Così, tra uno sgambetto e una dimissione, tra un annuncio trionfante e un dietrofront, dal 31 marzo 2008 ad oggi abbiamo capito alcune cose.

Anzitutto che il tanto sbandierato tema dell’Expo, “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, con relativo corollario di promesse di sostenibilità e partecipazione, è un titolo buono per comunicati e brochure. Se c’era ancora qualche dubbio, ha provveduto a fugarlo il Sottosegretario alle infrastrutture con delega all’Expo, il leghista Castelli, in diretta televisiva lunedì sera all’ “Infedele”. Il plenipotenziario bossiano per l’Expo ha detto chiaro e tondo che l’Esposizione universale è il pretesto per fare le opere di cui il territorio ha bisogno.

In secondo luogo abbiamo capito che verranno sicuramente realizzate tutte quelle opere –grattacieli, autostrade, raccordi– che con l’Expo non c’entrano nulla, mentre le opere inserite nel dossier di candidatura o sono impossibili da realizzare, come la “via d’acqua”, o non sono nemmeno alla fase di progetto, come la linea 6 della metropolitana.

È diventato poi chiaro –ma questo è stato evidente anche per i più distratti– che la vicenda Expo è stato, e sarà anzitutto, uno dei più duri e importanti scontri per il potere combattuti negli ultimi anni all’ombra della Madonnina. Il primo round, dopo l’iniziale ed effimero corteo trionfale del Sindaco, è andato alla “große coalition” che si è schierata contro il Primo cittadino che pensava di poter gestire in solitaria la più grande occasione di visibilità e la più ingente massa di finanziamenti calate su Milano da alcuni decenni in qua.  
Infine: il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata nel ciclo degli appalti in quella che sarà la più grande e ricca torta di opere pubbliche dalla ricostruzione postbellica ad oggi. Le indagini della DIA e della DDA in corso da anni dimostrano come la criminalità mafiosa, anzitutto la ‘ndrangheta, abbia fortissimi interessi economici in Lombardia, soprattutto nel settore dell’edilizia, delle costruzioni e del movimento terra.
Agli allarmi degli investigatori le istituzioni locali rispondono un po’ sorprese e stralunate, mentre la maggioranza di centrodestra in Consiglio comunale sta facendo di tutto per ostacolare la costituzione di una commissione consiliare antimafia per la quale si sta battendo in solitudine e con coraggio il Presidente Manfredi Palmeri.
Mancano sei anni appena. Uno è stato sprecato, ma ci ha aiutato comunque a capire un po’ di cose.

Beniamino Piantieri
In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 20 Mar 2009 - 12:02
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