.: Discussione: Expo 2015, dopo Paolo Glisenti inizia l'era di Lucio Stanca...

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 30 Giu 2009 - 12:05
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Da milano.corriere.it:

L'ad dell'evento del 2015 risponde all'editoriale di monti

Stanca: l'Expo vale dieci Olimpiadi

E' la data-chiave perfetta perchè l'Italia trovi uno scatto d'orgoglio. Dopo le liti stiamo lavorando pancia a terra

MILANO — Più che a Londra 2012, Lucio Stanca guarda a Bar­cellona ’92. Quell’Olimpiade fu il simbolo della rinascita spa­gnola e ora, dice l’amministra­tore delegato dell’Expo 2015, dovrebbe diventare il modello per un’Italia in cerca di da­te-chiave per uno scatto d’orgo­glio. «Trovo di grande interesse la proposta dell’editoriale di Mario Monti sul Corriere di do­menica — osserva Stanca —. Il nostro Paese ha bisogno di una scadenza in modo da concentra­re le proprie forze».

Crede che questa scadenza possa diventare l’Expo 2015?

«Sì, per un semplice motivo: è di gran lunga l’evento più im­portante che abbia l’Italia. Pesa dieci volte più di un’Olimpiade, perché i giochi durano diciotto giorni ma l’Expo 180. E un’Olimpiade è un evento spor­tivo, questo invece tocca la nu­trizione, lo sviluppo sostenibi­le, l’ambiente, l’agricoltura, la ricerca. Secondo uno studio del­la Bocconi, creerebbe 70 mila posti e la Camera di commercio valuta un ritorno di 44 miliardi di euro».

Monti però nota difficoltà, «per problemi interni alle for­ze di maggioranza». La politi­ca saprà cogliere l’occasione?
«Osservazione pertinente. La mia prima risposta, è che un successo dell’Expo farà benissi­mo al prestigio dell’Italia ma an­che alla fiducia in noi stessi».

Ma non c’è stato qualche ri­tardo e qualche lite di troppo fra politici?
«Non sta a me giudicare l’an­no che è passato. Ora ci siamo messi pancia a terra e se ci sono stati ritardi sono recuperabili, ma dobbiamo essere più bra­vi».

Più bravi in cosa?
«Nel dare più forza alla politi­ca nel suo ruolo di indirizzo e nel depurare il momento tecni­co ed esecutivo dalla politica stessa. L’impegno del centrode­stra e del centrosinistra ci ha consentito di vincere l’Expo e ci dà forza. Purché si limiti appun­to alla fase di indirizzo, perché quando entra nella dimensione del fare diventa un problema».

Lei davvero è convinto che l’Expo possa segnare una svol­ta per tutto il Paese? O solo per il Nord?
«Lo sarà per tutti se attirere­mo milioni di persone che poi vorranno vedere il resto del Pae­se. Ma qui tolgo il cappello del manager e vorrei indica­re certe condizioni di corni­ce».

Vuole dire che nemme­no il potenziale dell’Expo si può sfruttare in pieno senza riforme più genera­li dell’economia?
«La modernizzazione del Paese resta fondamentale, ad esempio le liberalizzazioni dei servizi pubblici. Lo stesso welfare troppo spesso da noi è clientelare: si continua a proteg­gere chi è già protetto e penaliz­zare chi non lo è».

Insomma lei è d’accordo con Barack Obama: una crisi è un’occasione da non sprecare.
«È un’occasione irripetibile: aumenta l’esigenza di recupera­re risorse, oggi e per il futuro».

Il governo dice che non è il momento di creare tensioni.
«Deve bilanciare equilibrio e coesione, ma nel governo nes­suno nega l’esigenza di queste riforme. E quando si tratta di re­cuperare efficienza, prima si agisce e meglio è: sprecare tem­po e risorse non è una politica sociale».

Federico Fubini
30 giugno 2009

In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 20 Mar 2009 - 12:02
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