.: Discussione: Tunnel automobilistico Linate-Rho

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Antonella Fachin

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Inserito da Antonella Fachin il 27 Mar 2010 - 20:22
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Non c'è ancora un progetto, ma già si ipotizza un costo a pedaggio di 13 euro per 15 km!!!

Ma con 1 euro, il biglietto ATM, io posso viaggiare per 1 ora!!! Perchè non potenziamo le linee MM e i trasporti pubblici?!?

Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliera di Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
Facebook: Antonella Fachin
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FUORI DAL TUNNEL
Via libera della commissione tecnica all’irrealizzabile maxitunnel sotto la città

Si vede la luce fuori dal Tunnel, ma non si vede il Tunnel. Anche se la commissione  tecnica che doveva valutare il progetto di fattibilità dell’opera ha dato nei giorni scorsi il benestare per la maxigalleria che dovrebbe attraversare Milano da Est a Nord-Ovest.
Quasi 15 km di tunnel da Linate all’Expo, con 9 uscite, e possibilmente entro il 2015. Al di là del via libera dei tecnici l’opera deve passare tra gli artigli della politica e della burocrazia: all’interno delle trattative sul PGT il Tunnel occupa un posto  piuttosto scomodo, e rischia di essere usato (leggi sacrificato) ai fini della mediazione. Verrà infatti inserito nel PUM (Piano urbano della Mobilità), che dovrebbe essere discusso in Consiglio comunale il prossimo autunno, e già questo contrasta con la volontà delle due società promotrici di iniziare i lavori entro il 2010, cioè adesso.
Ma gli interrogativi a proposito del fantomatico tunnel sono molteplici, e legittimi.
Innanzitutto: è realistico che in meno di 5 anni si realizzi questa specie di superstrada urbana interrata che ancora non ha un progetto preliminare e che sembra racchiudere tutte le ipotesi fallite di arterie stradali interrate a Milano dell’ultimo secolo?
“Sì, è fattibile se torniamo al tempo dei faraoni e prevediamo che degli schiavi a migliaia la costruiscano” commenta il professor Antonello Boatti (ascolta audio) “mi sembra altamente improbabile, non essendoci ancora un progetto preliminare che si arrivi in tempo, considerata anche tutta la trafila burocratica”.
E in effetti, anche ad uno sguardo profano, è facile comprendere che non sia particolarmente facile costruire una galleria interrata in punti della città, come ad esempio piazza della Repubblica, dove passano già la linea metropolitana 3 e il passante: senza contare che “Milano città d’acqua” non è solo un titolo usato dal Comune per mostre e presentazioni a tema, ma è un dato di fatto. Proprio poco lontano da piazza della Repubblica passa infatti il naviglio Martesana che da Greco è interrato fino alle chiuse di San Marco. Ma allora?
Tutte le uscite previste, in ogni caso, sono da realizzarsi in zone abitate di Milano e per risalire alla superficie serviranno raggi di curvatura di centinaia di metri che presumibilmente sconvolgeranno la trama urbana.
Nel PUM, il Tunnel comparirà accanto alle onnipresenti (sulla carta, e onniassenti nella realtà) piste ciclabili, alla fantomatica linea 6 della metropolitana promessa per l’Expo e svanita nel nulla, al secondo passante. Praticamente un Piano Utopistico della Mobilità.
Senza contare che, oltre ad un problema oggettivo di fattibilità tecnica dell’opera, esiste un legittimo dubbio anche sulla sua utilità effettiva: “Si tratta di un’opera che dovrebbe collegare i visitatori dell’Expo con l’aeroporto di Linate che improvvisamente è stato scelto come terminale di tutti gli interessi: ma non si sa neanche quale sarà l’aeroporto con lo sviluppo maggiore. Una scelta paradossale dal punto di vista del traffico e della viabilità” incalza Boatti.
Senza considerare che la futura linea 4 della metropolitana dovrebbe collegare proprio Linate al resto della rete del metrò.
Una scelta che sicuramente ha costi altissimi, anche se a quanto pare avrebbe l’appoggio economico delle banche e delle imprese promotrici che contano di recuperare l’investimento con gli introiti del pedaggio di 13 euro.
Ma questo non è certo garanzia di fattibilità economica se si considera che gli istituti di credito si stanno leccando ancora le ferite per il quasi crack del Gruppo Zunino e sono parecchio in apprensione per quanto riguarda il quartiere City Life che non sembra avere, almeno per il momento, la ressa di acquirenti.
Una scelta tra le molte di un Pgt contro cui molti architetti e urbanisti si pronunciano in privato, ma che pubblicamente è immersa in una sorta di silenzio-assenso di attesa.

Antiniska Pozzi
In risposta al messaggio di Pierfrancesco Majorino inserito il 8 Feb 2010 - 12:19
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