.: Discussione: È caro salvare un albero - L’ambientalista va in crisi

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 24 Feb 2009 - 15:06
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Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/caso_del_giorno/09_febbraio_24/caso-1501031300937.shtml

il caso del giorno

È caro salvare un albero
L’ambientalista va in crisi

La vicenda degli alberi «spostati» dell'ospedale Sacco commentata da Carlo Monguzzi dei Verdi

Caro Schiavi, leggo sul «Corriere» la vicenda degli alberi del «Sacco». Da tempo all’interno dell’ospedale ci segnalano il pericolo dell’abbattimento di alcune decine di alberi per far posto alla cittadella della salute, struttura che andrà ad ospitare, di fianco al Sacco, l’Istituto Besta e l’Istituto dei tumori. Non entro nella questione se fosse più utile per i cittadini che Besta e Tumori rimanessero lì dove sono, ma voglio segnalare due problematiche: una, più semplice, che riguarda il fatto che la nuova struttura interna al Sacco poteva essere tranquillamente costruita in un grosso prato adiacente, e ciò avrebbe comportato il salvataggio della cinquantina di alberi esistenti e felici di stare al mondo. La seconda, più complessa, è se sia giusto spendere 350 mila euro (a noi risulta che possano essere 800 mila) per salvare 12 alberi anche se bellissimi e storici. È un problema che si era già posto quando furono abbattuti 198 alberi per far posto alla nuova sede della Regione, salvandone solo due ad altissimi costi. Non metterò a confronto i 30 mila euro per salvare un albero e i 300 euro al mese con cui parte dei nostri anziani vivono a Milano, ma avanzo il problema del bilancio ambientale: è più utile per l’ambiente, per l’aria che respiriamo, per la vivibilità della nostra città utilizzare 350 mila euro per salvare 12 alberi, o magari utilizzare la stessa cifra per piantarne 12 mila? Non ho la risposta, è una questione che mette in crisi anche uno strenuo difensore di alberi come me. Scrivo sperando che l'argomento possa suscitare un dibattito e che dai lettori arrivi un utile contributo.

Carlo Monguzzi

Caro Monguzzi, si dice che i tempi cambiano le idee e a volte le condizionano: un anno fa, se avessero abbattuto gli alberi davanti all’ospedale Sacco, lei si sarebbe incatenato in piazza per impedirlo; oggi mi viene da dire che non ci sono più i Verdi di una volta: salvano le vecchie piante e un ambientalista di lungo corso mette in crisi le sue convinzioni per una questione di costi... Io però apprezzo l’onestà della sua riflessione; siamo davanti a una scelta e a una scala di valori: contano più gli alberi, il risparmio per il cittadino o l’investimento sul futuro? Per quanto mi riguarda, quando gli alberi non diventano legna da ardere sono felice. Ma non si può restare indifferenti all’ammontare della spesa: i soldi del progetto sono pubblici e i pensionati che soffrono perché hanno perso il sussidio del Comune o hanno avuto l’aumento degli affitti Aler ci guardano indignati. Trovare l’equilibrio tra ansia cementificatrice e rispetto ambientale non è facile. Ma perché invece del bene comune si deve scegliere il male minore?

Giangiacomo Schiavi

24 febbraio 2009