.: Discussione: Expo 2015 senza orgoglio tra megastipendi e appalti

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 23 Feb 2009 - 23:54
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Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/caso_del_giorno/09_febbraio_21/caso-1501023679644.shtml

il caso del giorno

Expo 2015 senza orgoglio
tra megastipendi e appalti

Nel 1881 Milano odorava di fieno e di acque stagnanti, ma era una città in divenire, aveva il passo europeo

Caro Schiavi, sto leggendo in questi giorni un bel libro di Guido Lopez, «Storia e storie di Milano», dove si parla dell'Expo del 1881 tenuto a Milano nei giardini di via Palestro. L'esposizione ebbe un grande successo e fruttò anche un discreto utile agli organizzatori, che usufruirono solo in minima parte di denaro pubblico, e diede impulso non solo all'industria lombarda ma a tutta l'economia italiana. Leggendo quello che sta succedendo in questi giorni a proposito dell'Expo il paragone è sconfortante. Politici impegnati solo ad accaparrarsi poltrone, ritardi vergognosi da parte di un governo che giudica l'evento come un fastidio, non voluto da loro, ironie, invidie e disinteresse da parte dell'opinione pubblica che in modo a dir poco miope non vede in questa manifestazione un'occasione (forse irripetibile) per un salto di qualità ed uno scatto d'orgoglio. Come milanese che ama Milano sono deluso dai politici milanesi e dai miei concittadini, che in ogni progetto vedono solo i lati negativi, ma quello che più mi preoccupa, è che nessuno più sembra sentire l'orgoglio di appartenere a questa città, che pur con tutti i suoi problemi è stata ed è tutt’ora la locomotiva di questo Paese. Milano ormai sembra abitata solo da persone che le vogliono male e non perdono occasione per denigrarla, mai difesa dai politici milanesi che quando mettono radici a Roma sembra che si vergognino della loro provenienza. Vorrei che i veri milanesi si rendessero conto che l'Expo è l'occasione per tornare ad essere orgogliosi della nostra città.

Carlo Morelli

Caro Morelli, se si va avanti così, cioè indietro, invece che all’esposizione universale del 2015 andiamo al massacro. In un anno non è stato fatto niente. L’unica discussione di rilievo è stata quella sullo stipendio dei manager. Non so cosa c’è di vero in quelle cifre buttate lì sui turisti e sul giro d’affari, ma ho capito cosa interessa, per ora, dell’Expo: gli appalti. Vorrei ricredermi con qualcosa che ci possa inorgoglire, con un tema diverso da quello dell’assalto alla diligenza: la città per l’uomo, la lotta alla fame, l’ambiente da salvare, la terra da difendere, il futuro dei bambini. Ma qui è buio a mezzogiorno. Nel 1881 Milano odorava di fieno e di acque stagnanti, ma era una città in divenire, aveva il passo europeo e faceva decollare, insieme alle fabbriche, la «vitalità del sentimento» nelle arti e nella scienza. Oggi è un altro film: c’è la crisi, Milano è più debole e le idealità non si vedono. Vorrei condividere le sue speranze, ma vorrei che qualcuno, in Comune, ci aiutasse ad averne.

Giangiacomo Schiavi
21 febbraio 2009(ultima modifica: 23 febbraio 2009)