Trovo francamente un po' patetico questo siparietto fra due Consiglieri dello stesso partito che se la cantano e se la suonano fra di loro....
Quanto all'agonizzante Partito Democratico, sarebbe sciocco negare l'esistenza di problemi, ma è molto meglio un partito che vive una dialettica interna, anche se difficile, ad un partito di stampo monarchico - cesarista, nel quale c'è uno che decide per tutti...

Quanto al merito della questione, Boari ha perso una buona occasione per tacere. Quando egli scrive "In sostanza la sinistra si preoccupa dei precari di cui sindacati hanno incentivato la proliferazione", forse Boari non sa che, se la scuola italiana è stata in piedi in questi anni, lo si deve anche ai tanti precari che ogni anno hanno completato gli organici e senza i quali il corpo docente di molte scuole sarebbe stato largamente scoperto. Di quale proliferazione si parla dunque? E non è poi legittima l'aspirazione di un docente, che da anni viene assunto a settembre per essere licenziato a giugno, di ottenere una cattedra di ruolo? E non dimentichiamo che la più ampia sanatoria di docenti precari è stata fatta dal Governo Berlusconi, che nel 2003 ha immesso in ruolo i docenti di religione (con risvolti di natura giuridica assai discutibile). Quindi da che pulpito viene la predica? Il problema è che la scuola in Italia è sempre stata terreno delle scorribande dei vari governi che si sono succeduti, che non hanno avuto presente il suo fine primario ma che l'hanno considerata strumento di consenso elettorale. Prima di ogni calcolo ragionieristico, la scuola italiana ha bisogno di un profondo ripensamento sul suo ruolo nella costruzione del futuro del nostro paese. Finché la cultura e la ricerca saranno considerate delle cenerentole, qualsiasi intervento di carattere finanziario sarà inutile, perché l'Italia sarà il paese delle veline e delle attricette, quelle che il nostro Presidente del Consiglio raccomandava al fido Saccà...

Alberto Farina