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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Sabato, 10 Gennaio, 2009 - 17:20

L'arretratezza e l'autoritarismo del ministro Matteoli

E' indicativo della caratteristica e della portata di assenza totale da parte dell'attuale governo di rispetto dei territori, delle autonomie delle comunità, molteplici, che costituiscono il nostro Paese, della condivisione delle scelte, il comportamento che il Ministro delle Infrastrutture, AlteroMatteoli, ha dimostrato circa la realizzazione del progetto dell'autostrada maremmana, che dovrebbe congiungere l'Autostrada del Sole con le riviere laziali e toscane, oltrepassando l'attuale Aurelia, che vive chiaramente una situazione di disagio nell'ambito della percorribilità.
Dico questo in quanto ho avuto modo di assistere a un'intervista rilasciata da Matteoli ad Ambiente Italia, trasmissione del sabato pomeriggio su RaiTre, che invito a seguire perchè molto puntuale e attenta alle dinamiche territoriali delle varie città, dei vari comuni.
La trasmissione di quest'oggi era dedicata al tema del progetto di costruzione di un raccordo autostradale in Maremma di 350 Km che dovrebbe percorrere paesaggi ambientali, naturali e architettonici storici di indubbia rilevanza internazionale, molti dei quali soggetti a protettorato dell'UNICEF.
A Capalbio un cospicuo numero di cittadine e di cittadini si sono organizzati in Comitato, Terra di Maremma, funzionale a tutelare uno spazio di verde e di bellezze storiche e artistiche, invidiabile a livello mondiale, riunitisi per discutere del progetto ormai approvato nella sua fase definitiva, si aspetta quella esecutiva, alla presenza di Anna Donati, ex senatrice e presidente della Commissione Infrastrutture nella scorsa Legislatura, il critico letterario Alberto Asor Rosa, e tante persone di diversa estrazione sociale e culturale, da ambientalisti a nobili, da operaie ed operai a studentesse e studenti, da esponenti del mondo politico istituzionale a rappresentanti di associazioni ambientaliste e civiche.
Da ultimo volevo informare che, sull'onda di questa nutrita assemblea, Anna Donati è diventata promotrice di Altri Fasti, http://www.altritasti.it, Rete di Enti e organizzazioni, comitati contro la cementificazione in atto sul territorio nazionale, fortemente sostenuta dall'attuale governo e dal Ministro Matteoli, copertura di diversi conflitti d'interesse anzichè di edulcorati benefici nei confronti della popolazione e della cittadinanza.
Ed è proprio di questo che si tratta, dato che nel 1996, dopo diversi anni di palese opposizione a un'opera che avrebbe recato scempio a una meravigliosa porzione del nostro territorio, si incaricò Antonio Di Pietro ad amministrare il Ministero dei Lavori Pubblici, cercando di portare un po' di chiarezza nelle dinamiche fosche delle procedure di assegnazione bandi e appalti alle varie ditte interessate.
Il progetto come dicevamo è stato varato nella sua prima fase, anticipatrice di una ricezione a livello esecutivo, ultimo stadio opportuno prima di dare avvio alla realizzazione dell'opera.
Non solo questione di tutela ambientale, ma anche di poca chiarezza nei 38 anni ultimi della procedura di appalto alle varie ditte susseguitesi per la realizzazione dei lavori.
Secondo il Ministro Matteoli, però, tutto questo non sussiste e si lamenta nell'intervista rilasciata ad Ambiente Italia di oggi di un continuo ostracismo da parte di comitati locali e territoriali di cittadine e di cittadini dell'inizio dei lavori e dell'insipegabile, a suo parere, opposizione alla realizzazione dell'autostrada.
L'Aurelia presente, dice Matteoli, non è sicura: poco è lo spazio tra una fila di autovetture in corsa e l'altra, spesso teatro di incidenti. Spesso, avverte Matteoli, si hanno trattori che si innestano dai campi vicini nella strada Aurelia per raggiungere l'altro campo dove portare il materiale raccolto e le sementi. E questo arreca indubbiamente pregiudizio alla fluidità del traffico veicolare.
Fino a questo punto la fotografia della situazione presente è oggettivamente reale. Ma che fare? Secondo Matteoli occorre proseguire ad avviare le ultime procedure amministrative per rendere esecutivo il pogetto approvato preliminarmente dalla Regione Toscana, ossia la realizzazione del tratto di autostrada Maremma verso il litorale, prescindendo dal dato, a parere mio abbastanza significativo, che ci sono diversi comuni, con giunte, sindaci, diversi comitati spontanei e organizzati di cittadine e di cittadini che si oppongano a tale proposta, perchè coscienti loro direttamente del devasto "atomico", come dice poeticamente Asor Rosa, impegnato intellettualmente nella battaglia, che ne deriverebbe da tale opera, grande opera, come si suole erroneamente definire.
Ma il fatto paradossale si evidenzia nella parole di Matteoli sulla totale assenza e mancanza di rispetto dei processi deliberativi partecipati e condivisi, non comprendendo, ma penso sia cosa difficile perchè non appartiene a certa "cultura cesaristica"del Ministro e di molti colleghi di governo, il fatto che se per 38 anni si discute dell'opera è perchè da 38 anni cittadine e cittadini, enti locali e comuni si sono opposti a un progetto non necessario, sostituibile, nonchè devastante a livello urbanistico, sociale, cultruale.
Esiste un progetto che era stato approvato dalla Regione Lazio, che prevedeva l'estensione e il potenziamento dell'attuale Aurelia, soprattutto nei tratti tra Tarquinia e Civitavecchia, al fine di rendere i flussi veicolari più scorrevoli e meno impattanti. Questo progetto, ripeto approvato dalla Regione Lazio, interessata comunque alla presenza dell'opera, nonostante il ministro minimizzi sul fatto che riguardi solo 38 Km del territorio laziale, non è stato minimamente considerato dall'attuale ministero e governo, intenzionato con determinazione e decisionismo volitivo a proseguire sulla proposta di costruire l'ulteriore autostrada, senza verificare gli impatti negativi su diversi fattori territoriali del luogo.
Una miopia, è questa, sia dal punto di vista culturale, sociale e politico, ma soprattutto dal punto di vista squisitamente "imprenditoriale", dato che il sindaco di Capalbio, comune maggiormente interessato dal devastante progetto, ha previsto una riduzione notevole della domanda di turismo, oggi ricchezza di questi territori in senso primario, oltre che alle conseguenze inopportune a livello ambientale e agricolo. Capalbio vedrebbe un quarto del proprio territorio municipale assorbito da un'opera di cementificazione senza precedenti, con le conseguenze di dubbia utilità sul contesto cittadino generale. Non siamo nella logica Nimby, ossia del tutto è accettabile basta che non sia nel mio vicinato, ma siamo nella necessaria opposizione a una proposta di eliminazione totale e fisica di uno spazio ambientale e sociale unico a livello internazionale e globale. La battaglia di opposizione a simile proposta deriva anche da un principio: affermare il concetto di PARTECIPAZIONE nelle scelte decisionali che riguardano il futuro collettivo e comune di una comunità: il territorio in cui una comunità vive è MUNICIPALE, patrimonio di tutte e di tutti, ed è in questa ottica che occorrerebbe proseguire. Ma che fine ha fatto il tanto decantato "federalismo" nel programma della cosidetta Casa delle Libertà, se al primo ostacolo a decisioni centrali di natura locale, le delibere dei comuni e delle regioni, ci si oppone fermamente e a livello centralistico si proceda con forza e direi autorità?
Non è la prima volta che è dato vedere il senso altamente nominalistico e superficiale di affermazioni sedicenti cattaniane nelle pratiche governative attuali. Un caso è il conflitto tra Regione Friuli Venezia Giulia e Stato sul caso Englaro. Maquesta è un'altra dolorosa e inaccettabile storia italiana degli ultimi tempi.
Infine è assurdo che il Ministro non abbia compreso una chiave necessaria di svolta nella soluzione del congestionamento del traffico veicolare lungo l'Aurelia: il sostegno a vie di trasporto urbano e civile alternative a quelle automobilistiche e private.
L'Italia è ricca di fiumi, ogni città ne possiede uno, è attraversata da un corso d'acqua, nonchè ha una rete ferroviaria che da diversi anni necessita di un ampliamento, di un miglioramento, di un investimento adeguato a creare congiunture e comunicazioni adeguate tra comune e comune, in modo più capillare. Esistono ancora oggi molti paesi, certo non di rilevante portata, ma comunque importanti e frequentati, che non sono serviti da una stazione ferroviaria. Mi viene in mente il fatto che diversi comuni delle province italiane non abbiano servizi ferroviari adeguati alla domanda. Non solo, ma occorrerebbe anche promuovere un programma di messa in sicurezza delle vetture, di adeguamento infrastrutturale delle vie di trasporto su rotaie, nonchè, infine, di aumento delle corse e di una copertura giornaliera piùampia del servizio, essendo che dalle 24 alle 4,30 non ci sono in tutta Italia treni in partenza, a differenza di Paesi come la Francia e la Svezia dove il servizio dura ed è efficente per tutto il periodo diurno e notturno.
Ma è possibile che ancora si preveda una politica dei trasporti basata su linee progettuali lacunose e inadeguate, deleterie dal punto di vista ambientale e del benessere collettivo delle persone, dispendioso in termini economici, sia nel brevissimo periodo a livellomanutentivo e di realizzazione delle opere, sia nel lungo periodo per la pericolosità derivante dalla mobilità su ruote e dall'impatto sulla salute delle persone, data l'elevata portata delle emissioni aeree e inquinatrici derivante.

Da qui non posso che dedurre la pericolosità di certe opere che vengono definite grandi solo per il lauto guadagno possibile per le ditte appaltatrici e per l'alimentazione di certi conflitti di interesse, come il caso del Ministro Lunardi sulla vicenda del Ponte sullo Stretto e della sua realizzazione, progetto ancora in agenda, progetto che sembrava imminente nella legislatura 2001/2006.
La pericolosità è maggiore nel constatare l'assenza totale di responsabilità e di cognizione di causa, di senso istituzionale e culturale, di tutela e di rispetto delle autonomie locali e dei principi della partecipazione, da parte di chi amministrerebbe il Paese, come il Ministro Matteoli, che ha saputo palesare con grande chiarezza e con grande trasparenza politica la drammaticità di progetti da lui sostenuti sui territori piacevoli e unici d'Italia.

Quo usque tandem, qualcuno direbbe.

Alessandro Rizzo
Consigliere Lista Uniti con Dario Fo - Gruppo La Sinistra
Consiglio di Zona 4 Milano