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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 10 Giu 2010 - 20:16
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Da milano.corriere.it:

LA POLEMICA

Massari: «Non sono un molestatore sessuale, le lettere lo dimostrano»


La difesa dell'ex assessore all'Ambiente «scaricato» dal sindaco Letizia Moratti: «Soltanto battute»


(guarda il VIDEO)

MILANO - Ha preso le due missive e le ha date in mano ai giornalisti: «Finalmente potete leggerle. Me le hanno date dopo che ho rimesso le deleghe. Lo vedrete: in queste lettere non si parla mai di molestie sessuali». L'ex assessore all'Ambiente Paolo Massari, accusato da una impiegata dell'Ufficio del Turismo norvegese (che ha espresso il suo disagio all’ambasciatore a Roma) e da una dipendente del Comune, contrattista a termine, ha convocato una conferenza stampa per raccontare a tutti la sua verità. Si è fatto accompagnare dalla moglie Olivia e dal padre Renato. E ha mostrato le lettere (leggi il testo integrale): in quella della dipendente comunale, scritta dalla madre dell'interessata, si parla di «indecorosi commenti e velate intimidazioni», mentre in quella della signora norvegese di «atteggiamenti, discorsi e comportamenti sgraditi e inappropriati». Tutti atteggiamenti che Massari attribuisce ad un proprio «eccesso di cordialità e giovialità».

LA BATTUTA SUI FAVORI SESSUALI -
Per quel che riguarda la dipendente comunale, Massari ha riferito di aver ricevuto da lei, a più riprese, richieste di una intercessione per il rinnovo del suo contratto. «Io l'ho subito stoppata - ha raccontato Massari - dicendole "non faccio favori di questo tipo nemmeno in cambio di favori sessuali"». Una frase che Massari definisce come un «paradosso», una battuta paradossale. «Io aiuto le persone, ma non faccio favori. Se uno cade per strada io lo aiuto, ma non faccio favori a nessuno. Non è nel mio Dna», ha aggiunto. La dipendente, a quanto riferito da Massari, lo avrebbe nuovamente interpellato anche durante la cena a casa del console, e lui avrebbe ribadito la sua posizione. Da qui la lettera di lamentele scritta dalla madre.

LA CENA AL CONSOLATO - Quanto alla cena in piedi organizzata a casa del console italiano per la delegazione norvegese, Massari ha riferito che c'erano 70 persone oltre alla dipendente dell'Ufficio del Turismo norvegese («non è una diplomatica», ha sottolineato) che ha scritto la seconda missiva. «In questa lettera non si parla di molestie. Si parla solo di "atteggiamenti e discorsi sgraditi e inappropriati"».«Io sono fatto così, faccio battute, rido, scherzo - ha detto Massari -. Non mi sono accorto di aver offeso nessuno, se è successo sono pronto a scusarmi. Andrò a parlare il 29 con il console e ho intenzione di scrivere una lettera in inglese all'ambasciatore norvegese per chiarire».

LE ALTRE BATTUTE - Massari ha citato tre episodi che, secondo lui, potrebbero aver, in qualche modo, urtato la sensibilità della signora norvegese. Il primo, spiega «è avvenuto sulla terrazza della casa del console: una signora mi ha chiesto una sigaretta - spiega - e io, che stavo fumando, le ho risposto dicendole che non potevo darle la mia perché sarebbe stato come se le avessi dato un bacio». Il secondo episodio, secondo Massari «potrebbe essere collegato al fatto che, il giorno dopo, alla conferenza stampa organizzata per la manifestazione Norweek010, sono arrivato in ritardo, e anche questo può aver infastidito qualcuno. Qualcun altro, inoltre, può essersi poi risentito dal fatto che, durante un discorso in inglese di un diplomatico norvegese, ho osservato che non avevo capito nulla, «magari l'ho detto in un modo un po' colorito». «Non credo però - ha osservato Massari - che per questi tre episodi mi possano accusare di molestie sessuali».

LE DELEGHE - Massari spiega poi di aver deciso di intervenire sulla vicenda che lo riguarda solo ora perché «volevo anzitutto capire di cosa venivo accusato. Soltanto dopo che ho rimesso le deleghe mi hanno dato le due lettere». Massari fa poi notare come nelle due lettere «non si faccia mai il mio nome e a quella cena non ero il solo rappresentante delle istituzioni presente». Massari ha denunciato di essere stato «messo alla berlina». «Voglio chiarezza, voglio che si vada fino in fondo. Io non sono un molestatore sessuale. Ho una moglie, dei figli». Massari ha riferito di aver incaricato i suoi legali di fare tutti i passi necessari per restituirgli «la dignità». «Alle accuse io rispondo con i fatti. Su queste lettere si è creato un caso e a questa situazione rispondo». Sul fronte politico, dopo aver rimesso le deleghe, Massari si aspetta che, una volta chiarito il tutto, gli siano restituite. «Questi erano i patti presi con il sindaco - sottolinea - che si è sempre detta disponibile a riaffidarmi gli incarichi una volta chiarita questa vicenda». Piena solidarietà all'ex assessore viene dalla moglie Olivia che, al termine dell'incontro con la stampa, ha ribadito che il marito «debba fare di tutto, perché la sua dignità è stata calpestata nel modo più orrendo».

NESSUNA INCHIESTA -
La Procura di Milano finora non ha aperto alcuna inchiesta sul caso: «Non c'è nessuna indagine al momento su Paolo Massari, e se il Comune e le presunte parti offese non presentano una denuncia non verrà aperto alcun fascicolo», riferiscono fonti giudiziarie. Dal canto loro i legali di Massari, Luigi Isolabella e Umberto Ambrosoli, si sono già messi al lavoro: le due lettere accusatorie non sono sufficienti, secondo loro, per sporgere una denuncia contro chi le ha inviate, perché se una lettera viene inviata a una persona sola non si configura il reato di diffamazione. «Serviranno valutazioni complesse - ha osservato Isolabella - per capire la dinamica che ha portato a questa assurda escalation». Con lo stesso obiettivo è stata avviata una indagine interna al Comune.

Redazione online
10 giugno 2010

 

Da milano.corriere.it:

LE MISSIVE INVIATE AL SINDACO

Caso Massari: le lettere che lo accusano

Il testo reso noto dall'ex assessore comunale all'Ambiente durante la conferenza stampa

MILANO - L'ex assessore all'Ambiente Paolo Massari ha reso noto, nella conferenza stampa di giovedì mattina, il testo delle due missive che hanno creato il «caso».

1) La lettera scritta a Letizia Moratti dalla madre della giovane impiegata con contratto a termine al Comune di Milano.

«È con grande delusione e turbamento che apprendo che mia figlia, sua dipendente presso il Settore Relazioni Internazionali, ha ricevuto indecorosi commenti e velate intimidazioni inerenti il suo posto di lavoro da parte di un suo assessore, nel corso di una delle iniziative programmate nella settimana della Norvegia che si è conclusa pochi giorni fa. Edificata dai pregevoli interventi che ho ascoltato al seminario sulle pari opportunità da lei splendidamente inaugurato nella sala Alessi di Palazzo Marino, ed al quale ho partecipato assieme a colleghe ed amiche, ho dovuto in fretta ricredermi sulla possibilità che tante belle parole diventino prassi reale. Rimarrei molto amareggiata se mia figlia, plurilaureata nei migliori atenei stranieri e che serve la sua amministrazione con grande motivazione, impegno e sacrificio personale, dovesse subire ulteriori mortificazioni, se non conseguenze nelle proprie mansioni o nel proprio contratto, suo malgrado precario, a seguito di questa avvilente faccenda».

2) La lettera inviata dall'impiegata dell'Ufficio del Turismo norvegese.

«In occasione della cena istituzionale tenutasi la sera del 25 maggio scorso con la partecipazione del vicepresidente del Consiglio dei ministri norvegese, non solo ho potuto osservare, ma ho anche visto in prima persona atteggiamenti, discorsi e comportamenti sgraditi e inappropriati da parte di uno dei rappresentanti istituzionali del Comune di Milano presente. Considerando l'alta professionalità che contraddistingue i rappresentanti dell'amministrazione comunale di Milano finora incontrati, è con stupore che ho potuto constatare questo comportamento irrispettoso e inadeguato sia nei confronti della mia persona, che nei confronti dell'istituzione che rappresento».

10 giugno 2010

In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 9 Giu 2010 - 21:10
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