.: Discussione: Manifestazione di sabato: e il diritto alla libertà di culto?

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Alessandro Rizzo

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Inserito da Alessandro Rizzo il 5 Gen 2009 - 16:20
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L'altro giorno abbiamo avuto una partecipata manifestazione di massa per chiedere la pace a Gaza e nella striscia, teatro di conflitti e di guerre civili devastanti e molto cruente. Non è sede per parlare di chi abbia ragione, dato che è difficile in una situazione di questo calibro chiarire le dinamiche tramite modalità manichee. Condivido, a proposito, quanto Toni Dell'Orto, Presidente di Pax Christi, ha dichiarato sull'occorrenza di fare un'analisi che dia come soluzione la tutela e il rispetto della dignità di due popoli, quello israeliano e quello palestinese, entrambi vittime in primo piano di questa violenza senza fine. Certamente non è la rappresaglia militare che garantisce una soluzione umana alla disgrazia con cui il 2009 si è aperto.
Ma bando a queste importanti riflessioni, che nascono spontanee, vorrei solamente sottolineare la pretestuosità che è stata innescata riguardo al fatto che i manifestanti di sabato pomeriggio abbiano espresso la loro solidarietà al popolo palestinese pregando in ginocchio in Piazza Duomo e sul sagrato. La destra ha subito accusato i manifestanti di violare il rispetto della religione cattolica. Molti hanno subito condannato il fatto che le piazze, anche a Bologna ci sono stati momenti di preghiera in Piazza San Petronio, fossero diventate "moschee all'aperto". E' alquanto squallido notare che l'attenzione sul tema venga deviata su atti isolati di estremismo, quale il bruciare in pubblica piazza la bandiera di Israele. L'estremismo è da rigettare. L'atto di preghiera non è estremismo, è pura manifestazione libera di pensiero, di culto, protetti e tutelati dal nostro ordinamento costituzionale repubblicano. E' alquanto preoccupante che in Italia e a Milano l'apertura di ufficiali luoghi di culto per gli islamici abbia disinnescato un dibattito intenso e alquanto strumentale: in un altro paese civile e democratico un dibattito di tale portata non avrebbe avuto assolutamente nessun tipo di esordio e diritto di cittadinanza.
Nei luoghi all'addiaccio dove ora sono ospitatti i musulmani a pregare, dopo la chiusura del centro in Viale Jenner, abbiamo momenti di raccoglimento e di preghiera per i propri cari, parenti, amiche e amici, che vivono ore terribili di isolamento e di barbarie nella propria terra devastata dai fuochi israeliani e da un conflitto sempre più acceso.
La preghiera è il momento più alto in cui uno credente si possa rivolgere al proprio dio al fine di chiedere una soluzione a drammatiche situazioni, se non a trovare giovamento e sollevamento per lo spirito: una sorta di alleviamento psicologico. E' o non è un diritto questo universalmente accolto dalle dichiarazioni internazionali e recepito in modo chiaro e netto dalla nostra Costituzione? Ma ben si sà che ultimamente la Costituzione viene considerata marginale, spesso orpello da cui sbarazzarsi velocemente, magari attaccandola, magari affossandola, magari devastandola, magari semplicemente svuotandone il contenuto, ancora considerato avanzato nel resto del mondo, dopo 60 anni dalla sua promulgazione.
Il Cardinale Dionigi Tettamanzi, nel suo discorso svolto in Sant'Ambrogio il 7 dicembre aveva tenuto a sottolineare il fatto che il diritto di libertà di espressione e di culto per religioni diverse da quella cattolica fosse rispettato e che una collocazione dignitosa venisse data e garantita alle migliaia e migliaia di fedeli islamici e musulmani presenti a Milano, ormai parte integrante del nostro sistema sociale, economico, lavorativo, civile.
La negazione di questo impegno e obbligo da parte dell'amministrazione si è palesata in esternazioni, queste sì, a parere del sottoscritto "estremiste" di intolleranza verso un popolo che esprime sè stesso e la propria solidarietà in un momento tragico quale il conflitto a Gaza e territori viciniori. E' questo un momento in cui pretesti di stampo ideologico devono cessare di esistere dando spazio e ampio margine a una cultura del confronto e della convivenza civica e sociale. Se questo non avviene, in una contemporaneità destinata chiaramente a diventare teatro di comunità sempre più interetniche e interculturali, rsi rischia il moltiplicarsi di una conflittualità che porta ad azioni estremiste, da diverse parti, con conseguenze dannose per la pacifica convivenza civica.

Alessandro Rizzo
Consigliere Lista Uniti con Dario Fo - Gruppo La Sinistra
Consiglio di Zona 4 Milano