.: Discussione: E-participation: io sono un cittadino che ancora "ci crede"

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Alessandro Rizzo

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Inserito da Alessandro Rizzo il 2 Gen 2009 - 11:58
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Carissima,

rispondo nuovamente e noto con piacere che la discussione che ho postato, in un pomeriggio in cui ho rielaborato e riletto gli interventi avutisi all'incontro presso la Sala delle Tempere di Palazzo Marino, "Cittadine e cittadini che ci credono", suscita un dibattito ricco di occasioni di confronto e molto vitale. Vorrei che anche altre persone, magari coloro che hanno partecipato al convegno, e non solo, possano succedersi nei prossimi interventi discutendo e arricchendo notevolmente il tema posto in discussione.

Oliverio ha espresso un concetto fondamentale:"all'aumentare dei cittadini telematici e desiderosi di comunicare con loro, i nostri rappresentanti/amministratori dovranno "capitolare" e solo quelli che "capitoleranno" si dimostreranno degni della nostra fiducia di elettori!". Ed è ciò che penso possa avvenire. Io sto instaurando attraverso il portale di partecipaMi un confronto vivo e continuativo utile a farmi latore delle istanze che provengono dal territorio. Voi non sapete quanto mi siano di facilitazione i vari forum presenti, dove poter valutare con cognizione di causa e forte di una vertenza territoriale della cittadinanza le varie istanze e problematiche che vengono descritte. Ebbene se tutte e tutti coloro che assumono una responsabilità politica amministrativa, ed è su questo che concordo con Oliverio, agissero di conseguenza e con la prassi di considerare la rete strumento utile e vivo di una democrazia non più di fatto basata sulla semplice "delega", forse qualcosa si riuscirebbe a fare e a portare a compimento. Oliverio, giustamente, ha riportato un esperimento positivo che ha avuto una conseguenza propositiva e risolutiva molto interessante in Consiglio di Zona 3, che ha visto ampiamente partecipe in prima persona l'Assessore Pillitteri, e che oggi può essere considerata come esempio di quanto sia ancora conveniente, mi si conceda di utilizzare questo termine nel senso positivo, incanalare forme di partecipazione via Web per collegialmente governare un territorio. Ogni comunità deve essere artefice del proprio destino, del destino dei beni che sono propri, comuni, collettivi, condivisi, municipali appunto, pubblici.

Vedete se si prosegue nell'asserire che tutto è untile ormai e che credere a forme di e-participation, ma di una più generale istituzione democratica partecipata, reale, non più solamente delegata, sia assolutamente inutile, rischiamo di cadere sempre più in un concetto di democrazia formale che aumenterà il distacco tra elettrici ed elettori, da una parte, elette ed eletti dall'altra, oppure delegate e delegati in qualità di amministratrici o amministratori. Questo distacco creerà un vulnus che inficerà la struttura e la sostanza civile e sociale della convivenza nelle società contemporanee, con dosi di massiccio cinismo, di abbandono di ogni interesse per ciò che è pubblico, di rifugio nel proprio individualismo, soggettivismo, nella propria autoreferenzialità, e nella frantumazione di una società. 

Ebbene io questo non lo voglio, come sono certo che anche voi non lo vogliate, dato che avete sempre dimostrato grande senso civico e forte responsabilità civile e sociale, nelle battaglie che avete condotto e su cui occorre ripartire da un confronto che vincoli i diretti amministratori a prendere soluzioni condivise e collegiali, non "calate dall'alto".

Che cosa se non l'e-governement, l'e-participation, l'agenda E-21 possono garantire che questo possa avvenire? Vede signora Cecilia io non sono ottimista, ma realista. E non vorrei apparire come colui che ancora non ha perso la fiducia in quanto "appartenente comunque a una dimensione di potere, seppure modesta". Perchè pur appartenendo a un organo consiliare ed essendo stato eletto in quell'organo come espressione politica non potrei avere alcuna prospettiva se rimanessi solo a credere in questa prospettiva di attivazione di forme e canali di e-participation. Sarebbe una battaglia persa. Chiaro che io posso incidere in modo, mi sia concesso il termine, "relativamente" incisivo, dati i già illustrati poteri molto ridotti dei consigli circoscrizionali, nell'ambito decisionale appartenente a organi consiliari e assessorili più centrali. Ma non potrei avere autorevolezza nel fare questo se le istanze che andrei a definire non avessero un seguito civico e civile molto ampio. Ossia la presenza di una "lobby", nel senso positivo e inglese, britannico, del termine: nel senso politico inteso come azione per la città. 

Insieme dobbiamo crederci e agire di conseguenza perchè è chiaro che un battito di ali di farfalla in una zona del pianeta può veramente generare uragani in un lato opposto della terra, con conseguenze di cambiamento dello status quo possibili e verificabili.

Un cordiale saluto

Alessandro Rizzo

Consigliere Lista Uniti con Dario Fo per Milano - Gruppo LA SINISTRA

Consiglio di Zona 4 Milano

In risposta al messaggio di Cecilia Bonatti inserito il 2 Gen 2009 - 09:08
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