Carissimo Alfonso,
anche io ho volentieri fatto esempi di esperienze amministrative europee e italiane, Venezia in primis, in quanto penso che comparare le varie pratiche sia un buon esercizio per l'amministratore sia per individuare punti negativi sia per vedere sbocchi possibili, sia per verificare la portata effettiva e sostanziale di un provvedimento.
Io credo che la questione dei grattacieli apra un dibattito e un confronto sereno e molto plurale. Ma su dei dati di fatto bisogna partire e direi anche da alcuni presupposti che spero possano essere considerati universalmente accettabili. Lei prende come riferimento esperienze urbanistiche, quali quelle statunitensi, o alcune europee, che sono certamente interessanti e che vedono opere di ingegneria e architettura edile molto interessanti e coinvilgenti. Artisticamente io non oso mettere alcun dubbio sulla qualità di certe costruzioni post moderne, anzi credo che debbano essere valutate positivamente.
Ma, ripeto, sempre se si vuole fare una comparazione, non si può prescindere dalla storia urbanistica e dal contesto socio architettonico in cui una città è nata, cresciuta e si è sviluppata. Milano in questa ottica si trova in un'altra caratterizzazione, sotto un aspetto che tutt'altro simile alle altre condizioni urbanistiche.
Io credo che si debba sì pensare alla modernità ma in una visione di contestualizzazione sociale e culturale presente: non possono essere tollerati PII come quelli di City Life, oppure dell'area appartenente alla ex stecca degli artigiani, oppure ancora quella che si prevederà nella zona stante tra Rho e Pero, zona che soffrirà le ansie cementificatrici dei lavori di preparazione dell'EXPO, pur non appartenendo alla città di Milano.
Ogni intervento prima di avviarsi deve essere ponderato, verificato, reso condiviso. Procedure, sono queste, che ancora non sono state attuate e che occorrerebbe renderle attuative.

Un cordiale saluto
Alessandro Rizzo
Consigliere Lista Uniti con Dario Fo - GRUPPO LA SINISTRA
Consiglio di Zona 4 - Milano