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Mercoledì, 17 Dicembre, 2008 - 18:55

Write for Rights: scrivi una lettera per i diritti della donna

Milano, 2 dicembre 2008

 
Alla c.a.
Dell’Assessorato alla Famiglia, Scuola e Politiche Sociali;
Del Consiglio Comunale di Milano;
Della Presidenza del Consiglio Comunale di Milano;
 
p.c.
Presidenza del Consiglio di Zona 4 di Milano;
Consiglio di Zona 4 di Milano e a tutte le sue componenti;
Commissione Politiche Sociali del Consiglio di Zona 4 di Milano
 
 
 
 
Write for Rights: scrivi una lettera per i diritti umani. E' una campagna lanciata da Amnesty International, a cui aderiscono diverse federazioni nazionali, in occasione del 60° Anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo. Era il 10 dicembre 1948 quando il Consiglio dell'ONU e l'Assemblea approvavano il testo internazionale che avrebbe dovuto essere punto di riferimento per tutti i Paesi. Così non è stato, così non è tutt'ora. Diversi sono ancora i casi di abusi e di violenze perpetrate contro le persone. Le torture, le repressioni dei diritti di libertà di manifestazione del pensiero, le discriminazioni per motivi etnici, religiosi e politici, sessuali, la non applicazione del dual process, il non rispetto dei diritti dei detenuti, la commutazione di pene insostenibili dal punto di vista umano sono atti che vengono ancora ripettuamente eseguiti in diversi stati, anche nel nostro e prossimi al nostro.
Le donne sono i soggetti più colpiti dalle violazioni dei diritti umani, vittime di violenze di diverso tipo e genere, di discriminazioni, di uccisioni barbariche, di soprusi. Innumerevoli donne vengono picchiate, aggredite, stuprate, mutilate, assassinate, in qualche modo private del diritto all'esistenza stessa. Non possiamo dimenticare un altro dato inconfutibile, data la valenza oggettiva che assume: la presenza di un'alta percentuale di casi di violenza contro le donne nelle mura domestiche, partendo dall’Italia.
 
Un milione e 400 mila italiane, pari al 6,6% delle donne fra i 16 e i 70 anni hanno subito violenza fisica e sessuale prima dei 16 anni. I parenti sono responsabili del 23,8% di queste violenze, quasi quanto gli sconosciuti, pari al 24,8%. In testa parenti di vari gradi (12,2%); seguono, in particolare, gli zii (7%), i padri (1,6%), i nonni (1,4%). Il 53% delle donne violentate non parla con nessuno della violenza subita: questo è il dato maggiormente preoccupante e indicativo della totale disinformazione e non conoscenza sui mezzi utili e funzionali a rendere giusitizia e risarcire, almeno moralmente, le vittime delle violenze. I casi di violenza all'interno delle mura domestiche sono i casi maggiori di violenza a danno di donne. E' anche da sottolinare il fatto per cui maggiore è lo stato di disagio sociale e di emarginazione, e più alta è la percentuale di violenze perpetrate senza essere conseguentemente perseguite a livello giudiziario. Importanti ed esemplificative le parole di  Erika Bernacchi, responsabile del Coordinamento Donne della Sezione Italiana di Amnesty International, riguardo alla maggiore percentuale di probabilità in Sudafrica che le donne vengano infettate da virus trasmissibili per via sessuale:"Quello del Sudafrica è un tragico esempio del legame tra povertà e violenza. Se è vero che la violenza contro le donne colpisce donne di ogni etnia, età e classe sociale, tuttavia povertà e violenza sono fattori che si influenzano e si rafforzano a vicenda". Oggi si contano 7 milioni di forme diverse di violenza contro le donne e contro il corpo delle donne, in varie modalità, e per diversi gradi di portata ed efferatezza.
Il 24 novembre è ricorsa la Giornata contro la violenza sulle Donne e, in prossimità del 10 dicembre, Amnesty International ha voluto dedicare la campagna "Write for Right" in particolare al tema su questa piaga generale che soprattutto in Italia assume aspetti preoccupanti e direi poco consoni con un Paese che voglia definirsi "civile". All'evento mondiale ogni anno prendono parte milioni di persone in oltre 30 paesi nel mondo. Amnesty International ha caratterizzato la presente campagna, "Write for Right", per promuovere azioni urgenti a sostegno di appelli per chiedere la tutela e la liberazione di donne incarcerate o soggette a violenze efferate in diversi paesi, in particolare si ricorda:
Bárbara Italia Méndez, sottoposta a soprusi sessuali da parte della polizia messicana, detenuta per motivi politici;
Mao Hengfeng, ripetutamente arrestata e tuttora in detenzione in Cina a causa del suo lavoro in difesa dei diritti sessuali e riproduttivi delle donne;
diverse donne arrestate per avere partecipato alla Campagna per l'uguaglianza in Iran; e, infine, Aster Fissehatsion, detenuta in Eritrea in totale isolamento senza accusa né processo dal settembre 2001.
 
Si chiede al Consiglio Comunale
 
Di informare gli organi consiliari, sia decentrati, sia centrale, sullo stato dell’iter inerente la discussione a l’approvazione del testo della proposta di delibera presentata in Consiglio Comunale a nome dell'opposizione nello scorso anno, in occasione della Giornata contro la Violenza sulle Donne, dove si chiedeva al sindaco interventi congrui da parte di un'amministrazione nella lotta contro questo preoccupante fenomeno criminoso, in particolare un'azione rivolta alle scuole, volta a promuovere momenti di incontro e formazione sul rispetto di sè e degli altri e sulle relazioni tra i generi. La richiesta di informazioni a riguardo è stata riproposta in un’interrogazione presentata dalla Consigliera del PD, Francesca Zaicic
 
E si chiede altresì alla Giunta Comunale
 
Se siano state predisposte proposte e progetti inerenti la tutela e la promozione del diritto di libertà e autodeterminazione della donna, nell’ambito di una complessiva politica di genere e per la pari opportunità e l’eguaglianza, individuando come prioritari interventi rivolti al contrasto della violenza sulle donne, anche e soprattutto a fronte del preoccupante taglio deliberato dall’ultima finanziaria del fondo di venti milioni di euro, istituito dalla finanziaria 2008, destinato esclusivamente alla realizzazione di importanti misure di prevenzione e di contrasto ad un fenomeno in continuo aumento.
 
 
Si sottolinea, infine,
 
che la gravità della portata dei numerosi casi di violenza contro le donne si registra sia nella fisicità sia nell'aspetto psicologico, e si ricorda nello stesso testo di proposta di delibera che la maggior parte delle persone sottoposte a mobbing sui luoghi di lavoro, o escluse dal medesimo, sono donne. Si denuncia, altresì, che le donne sono le persone maggiormente sottoposte a un reddito più basso rispetto a quello degli uomini, come denuncia "Meglio Milano", associazione che ricostruisce gli indicatori su qualità della vita.
 
In conclusione
 
Occorre che il 10 dicembre diventi una seconda giornata che promuova l'impegno costante per tutte le amministrazioni e organi istituzionali e politici ad attivare indirizzi, misure e provvedimenti volti a prevenire e a reprimere fenomeni di violenza contro le donne, prime vittime di una lunga filiera di violazioni dei diritti umani e universali.
 
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano