.: Discussione: Le associazioni ambientaliste sono pronte ad aderire all'intesa "Milano Sostenibile"

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Alessandro Rizzo

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Inserito da Alessandro Rizzo il 12 Dic 2008 - 15:15
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Una nuova dilazione nei tempi per sottoscrivere e firmare un patto, un accordo, che vede partecipi diverse realtà, istituzioni locali, associazioni di rappresentanza delle categorie, io inviterei a estendere la proposta anche ai sindacati delle lavoratrici e dei lavoratori e associazioni ambientaliste per delineare un progetto e un piano di sviluppo ambientale sostenibile nella città.

Si verifica una costante presenza di un allarme riguardante i cambiamenti climatici e le loro conseguenze. In queste settimane assistiamo a fenomeni naturali di violenza e di forte impatto ambientale ed ecosistemico. Piogge continuative aumentano i livelli dei nostri fiumi, a loro volta privi ormai di un letto adeguato ad assorbire la quantità eccezionale di acqua. La cementificazione esasperata ha prodotto uno sviluppismo che ha beneficiato, fino a oggi, solamente ditte appaltatrici di costruzione ed edificazione, nonchè grandi imprese immobiliari, senza garantire agevolazioni economiche per chi acquista l'appartamento, dato che spesso le nuove costruzioni sono fondamentalmente private o convenzionate. Nel giro di una settimana, avverte Legambiente del Lazio, si è avuto nei pressi del Tevere una precipitazione che ha visto in millimetri la quantità pari a un sesto della quantità complessiva di pioggia cadente lungo il corso dell'anno. E' un allarme che non può non indurci a riflettere sulle cause di tale scompenso climatico ed ecologico.

Milano è una città di grande portata. Ogni giorno si stima un aumento della propria popolazione, dovuta alla presenza di un elevato numero di pendolari presenti in città, per lavoro e per studio soprattutto. E' una città che ha visto negli ultimi anni un aumento delle volumetrie complessive definite attraverso progetti di intervento edilizio e integrati. E' una città che vede promuovere nuovi cantieri sul proprio territorio per opere che, spesso, non sono neppure completate, per cause di diversa natura e sostanza, ma che lasciano una devastazione urbanistica e territoriale senza precedenti. Ricordo il dramma che si è consumato nel dicembre 2005 quando un intero bosco in città, il Bosco di Gioia, è stato annientato e raso al suolo per fare posto alle ruspe pronte a costruire i nuovi palazzi istituzionali della futura amministrazione della Regione Lombardia.

Si sentono da varie parti istituzionali l'intenzione di degradare la destinazione del Parco Agricolo Sud di Milano da area agricola ad area verde, permettendo, così, un aumento in percentuale dei territori edificabili. Si vedono promuovere, anche e ripeto con una certa buona volontà e intenzione da parte dell'Assessore alla Mobilità del Comune di Milano, Edoardo Croci, sempre più "solitaria" voce nell'alveo della Giunta comunale, politiche che apparentemente sono indirizzate a incentivare l'utilizzo del mezzo ciclistico, il bike sharing, avviato ufficialmente con forte difficoltà e non pochi ostacoli la scorsa settimana, o l'utilizzo dei mezzi pubblici di trasporto, l'ecopass, a un anno ormai dalla sua istituzione, senza, però, conseguentemente prevedere a realizzare progetti infrastrutturali, le piste ciclabili, le Green Way, o a incentivare con cospicui investimenti su un miglioramento progressivo e sostanziale della rete dei mezzi pubblici, in termini di orario di copertura giornaliera di servizio, in termini di efficenza, in termini di sostegno a provvedimenti e misure indirizzate alla sicurezza sui luoghi di lavoro degli agenti e dei guidatori, nonchè degli utenti, sovente vittime entrambi di incidenti di varia natura.

Non si ipotizza neppure la volontà di non solo aumentare il verde in città, ma anche di estendere pratiche economiche che nel territorio milanese potrebbero essere assolutamente avviate e fonti di ricchezza generale: parlo delle attività agricole delle tante cascine dislocate in città, spesso soggette a richieste vincolanti di evacuazione da parte dell'amministrazione e delle ditte appaltatrici, data l'appetitibilità dei terreni dove essere sorgono. 

Infine: gli incentivi fiscali per coloro che decidevano, fino alla scorsa finanziaria vigente, di adottare strumenti di riscaldamenti e sistemi di riscadalmento ecosostenibili, all'insegna del risparmio energetico e dell'abbattimento dell'impatto da esso derivante. Mi riferisco in special modo alla disposizione dell'ultima finanziaria 2009 del governo Berlusconi, che ha previsto l'abbattimento delle agevolazioni, con grave conseguenza sull'intero sistema edile e sulla struttura delle nuove abitazioni vocate alla bio architettura, unica soluzione che potrebbe consentire il ridimensionamento delle emissioni, la cui origine nella maggior parte dei casi è di natura civile.

Tutto questo determina un'azione urgente da promuoversi nello spirito più coinvolgente e trasversale possibile: il problema delle emissioni cause dei cambiamenti climatici di matrice devastante riguarda l'umanità tutta nella sua interezza. Così come tutta la cittadinanza di Milano, alle prese con un aumento del clima e con fenomeni di forte intensità e impatto ambientale, come testimonia, per esempio, il caso delle ultime ore passate a Roma lungo il Tevere.

Credo sia necessaria una svolta. Negli USA Obama, futuro e ormai prossimo 44° Presidente, ha colto nel suo dream team Steven Chu, premio Nobel per la Fisica, futuro segretario per l'Energia. Che è colui che avrà la responsabilità di avviare i punti programmatici delineati da Obama, ossia un incentivo e aumento della produzione all'insegna dell'ecologia e della sostenibilità, utilizzando nuove fonti di energia rinnovabile e nuovi strumenti tecnologici che definiscano prodotti, come quelli automobilistici, verdi e sostenibili (auto a idrogeno, per esempio).

Maggiore attenzione e promozione di pratiche virtuose a livello di sostenibilità ecologica indicano maggiori opportunità non solo di garantire un elevato benessere, nel senso di bene stare, nel senso di bene vivere, per la cittadinanza (meno immissioni ed emissioni significano meno ricoveri ospedalieri per malattie legate alle vie respiratorie), ma vuol dire anche aprire un vasto margine di investimento in nuove occasioni produttive che creerebbero nuovi posti di lavoro specializzati, maggiore competitività nell'ambito della produzione. Questi elementi sono vivi e presenti nelle intenzioni di Obama e del suo dream team. Sono assenti nelle politiche miopi che a partire dal livello nazionale per arrivare a livello locale vengono promosse, spesso lacunose, spesso incomplete, spesso inesaustive, spesso in antitesi rispetto a progetti e proposte promuoventi l'ecosistema e la sua tutela.

Occorre per questo un patto: rendendo tutte e tutti, in senso di comunità sociale complessa, eguaglmente responsabili e responsabilizzati in funzione di una proposta di uno sviluppo futuro che sia progresso sociale ed ecologico.

Occorre ripartire da questo strumento per vincolare tutte e tutti a scelte collettive fatte in base all'interesse generale e universale: dare alle future generazioni un pianeta ricco di risorse e non funestato dalle conseguenze drammatiche derivanti dagli squilibri climatici esistenti.

Occorre partire da questa pratica collegiale e condivisa all'insegna di un ambiente migliore.

Alessandro Rizzo

Consigliere Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

 

In risposta al messaggio di Sara Bragonzi inserito il 3 Dic 2008 - 14:18
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