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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Martedì, 25 Novembre, 2008 - 14:45

Giornata contro al violenza di genere

Oggi è un'importante giornata. E' una giornata che non può, nè deve essere considerata solamente rito cerimoniale annuale, episodica scadenza temporale. Mi riferisco alla Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.
A TG3 Linea Notte, ieri sera, si è tenuto un importante servizio sul tema, alla presenza della Presidentessa Oria Gargano di "Be free", cooperativa che da tempo agisce con iniziative contro questo fenomeno barbaro e ignobile, che corrode il nostro Paese, la nostra società, in silenzio, è drammatico dirlo. Non si conoscono le vittime di azioni crudeli e soprusi che vengono perpetrati dagli uomini, che spesso sono gli stessi partner, ex mariti, familiari, molto frequentamente padri e nonni, cugini, all'interno delle mura domestiche. Le vittime di questa nefandezza corrosiva sono donne spesso lasciate da sole nell'affrontare la questione, spesso intimidite e annientate nella propria autonomia e libertà, indipendenza, lacerate psicologicamente e annichilite nel procedere giudiziariamente contro i criminali autori delle violenze. Secondo i dati dell’”Osservatorio criminologico e multidisciplinare sulla violenza di genere” del Consiglio d’Europa, le violenze subite dal partner, marito, fidanzato o padre è la prima causa di morte e invalidità permanente per le donne fra i 16 e i 44 anni in occidente e nel mondo. Questo è un ato che determina una prova di quanto sia esteso un fenomeno soprattutto in Occidente, che si autodefinisce come "patria della civiltà", non si capisce quale.
L'Italia non è esente da questa piaga che uccide quanto uccide la guerra, che uccide quanto uccide una malattia infettiva, che uccide quanto uccide qualsiasi atto perpetrato contro i diritti umani. In occasione del 10 dicembre Amnesty International ha voluto dedicare la campagna tradizionale, "Write for Right", per il 60° Anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, a un tema di preoccupante portata e di gravità assoluta, quale la violenza di genere, promuoendo petizioni a favore di donne vittime dell'abuso e della sopraffazione del potere, in Cina, in Iran, in Eritrea, in molte parti del mondo. Si tratta di donne detenute perchè faenti parte di organizzazioni di opposizione politica ai regimi, ricordiamo Mao Hengfeng in Cina, oppure si tratta di donne violentate e stuprate consecutivamente da funzionari della Polizia, come è il caso di Bárbara Italia Méndez in Messico, fermata perchè opartecipante ad azioni di protesta nella città di San Salvador. E' anche il caso di Aster Fissehatsion, eritrea, incarcerata con altri dissidenti politici senza mandato di cattura, senza processo, senza diritto di difesa.
Ma casi di violenza contro le donne si verificano anche in Italia. Nel 2007 nei soli primi sei mesi sono state uccise 62 donne, 141 sono state oggetto di tentato omicidio, 1805 sono state abusate, 10.383 sono state vittime di pugni, botte, bruciature, ossa rotte. Ricordiamo gli unici fatti passati dai rotocalchi mediatici e dalla stampa, elevatamente inferiori al numero complessivo di fatti criminosi della stessa portata, di Hina, accoltellata a Brescia dal padre, di Vjosa, uccisa dal marito a Reggio Emilia, di Paola, violentata a Torre del Lago, di Sara, colpita a morte da un amico a Torino e di una ventenne originaria del Ghana, costretta ad un rapporto sessuale in pieno centro a Pordenone.
Ma è ancora più drammatico leggere che in Italia, da Bolzano a Catania, sette donne al giorno vengono maltrattate, subiscono violenze di ogni genere, sono vittime di abusi, sessuali, fisici e psicologici. Il dato complessivo e finale ci conduce a registrare, così, un milione di donne che hanno subito violenza, fisica o sessuale, dimostrando, così, in modo tragico e devastante che da noi la violenza è la prima causa di morte o invalidità permanente delle donne tra i 14 e i 50 anni, maggiormente rispetto al cancro e degli incidenti stradali.
Questi dati secondo l'ISTAT non sono sogetti a una diminuzione ma, anzi, sono destinati ad aumentare progressivamente ogni anno: dal 2006 al 2007 i casi di violenza contro le donne sono aumentati del 22%, confermando che nel 2006 il 62 per cento delle donne è stata maltrattata dal partner o da persona conosciuta, il 68,3 per cento ha subito violenza sessuale, mentre il 69,7 per cento è stata vittima di stupro.
Ma le tipologie di violenza non sono terminate. Esiste anche un'altra violenza che viene commessa ai danni di un numero nutrito e cospicuo di donne. Mi riferisco ai dati dell'ISTAT che hanno stimato 2 milioni e 77mila casi di comportamenti persecutori, quali lo stalking come viene chiamato dal termine inglese, ossia uno sfinimento quotidiano che finisce per corrodere resistenza, difesa, voglia di vivere. "Nella nostra esperienza si comincia con lo stalking e si finisce con un omicidio", accusa Marisa Guarnieri, Presidente della casa di accoglienza delle donne maltrattate di Milano. Lo scorso 14 novembre 2007 la Commissione Giustizia della scorsa legislatura ha esaminato il testo base sui reati di stalking e omofobia. Il testo si è fermato in Commissione e non ha visto una conseguente discussione in aula parlamentare, anche a causa della fine della legislatura e il cambio di governo. E' opportuno, però, sottolineare che in Consiglio Comunale a Milano l'opposizione aveva presentato, come ha ricordato lunedì 24 in consiglio la consigliera Francesca Zajczyk del Gruppo del Partito Democratico, lo scorso 25 novembre 2007 un testo di proposta di delibera che invita l'amministrazione ad assumere tutte le iniziative consone e opportune per una perseguibilità sociale e civile dei crimini di violenza contro le donne. Questo testo non ha avuto ancora conseguenze in termini di disposizioni attuative da parte delgli assessorati e dei settori competenti in materia. Il testo prevede nella parte dispositiva la richiesta alla Giunta di istituire un Ufficio Antiviolenza con la finalità di prevenire con azioni congiunte i comportamenti criminali, nonchè attivare una rete consona a dare incisività maggiore alle azioni di perseguibilità dei fatti delittuosi, nonchè un sistema strutturale destinato a coordinare le attività delle organizzazioni preposte e i servizi territoriali per un obiettivo di progettualità e non di mera emergenza.
Un dato rende più difficile il percorso indirizzato a sostenere azioni volte a prevenire e perseguire gli atti di violenza contro le donne. Molti centri donna e centri antiviolenza rischiano di avere anni di difficile amministrazione, dato il taglio che il Governo ha effettuato del Fondo di 20 milioni di Euro per il sostegno alle vittime della violenza di genere e la prevenzione contro i reati sulle donne, istituito con la Finanziaria 2008. E', questa, una misura economica assolutamente inaccettabile ed è ancora più grave che sia stata presa a compimento della disposizione che abolisce indistintamente l'ICI, determinando una diminuzione sostanziale e cospicua di un fondo utile e funzionale ad attivare un sostegno a una rete di servizi finalizzata a fronteggiare una piaga sociale dalle enormi dimensioni.

Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano