.: Discussione: Appello ANPI per una lapide all'Albergo Regina di Milano

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 27 Dic 2008 - 14:01
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Da ViviMilano - caso del giorno:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/caso_del_giorno/08_dicembre_23/caso-150841610958.shtml


il caso del giorno

Non dimenticate gli orrori del «Regina»

La proposta: una lapide in via Silvio Pellico 7, dove ebbe sede il quartiere generale nazista a Milano

Caro Schiavi,

a Milano, città Medaglia d'Oro della Resistenza, esistono luoghi completamente rimossi dalla memoria collettiva nei quali si sono svolte pagine importanti e drammatiche della storia. Uno di questi è l'ex «Albergo Regina» di via Silvio Pellico 7, a pochi passi da piazza del Duomo. In esso, dal 13 settembre 1943 al 30 aprile 1945, ebbe sede il quartiere generale nazista a Milano, con i comandi provinciale e interregionale della Polizia di Sicurezza (Sipo), del Servizio di Sicurezza (Sd), della Gestapo e dell'Ufficio IV B4 incaricato della persecuzione antiebraica. Lì agiva il colonnello delle Ss Rauff, uno dei più stretti collaboratori di Eichmann, comandante della Sipo-Sd avente autorità su Piemonte, Lombardia e Liguria. Alle dirette dipendenze di Rauff era il capitano Theodor Saevecke, capo della Gestapo a Milano, condannato all'ergastolo il 9 giugno 1999 dal Tribunale Militare di Torino come responsabile dell'eccidio dei Quindici Martiri di piazzale Loreto del 10 agosto 1944, al quale era affidato il comando avanzato della città. L'«Albergo Regina», dove fu detenuto anche Ferruccio Parri, è tristemente noto per essere stato luogo in cui la tortura e l'assassinio erano le regole di comportamento. Da lì i catturati (ebrei, partigiani, antifascisti, sospettati) venivano avviati al carcere di San Vittore, in molti casi direttamente al Binario 21 della stazione Centrale per essere deportati. In via Silvio Pellico o nelle vicinanze non c'è nemmeno una lapide che ricordi cosa c'era o cosa vi avvenisse. Per questa ragione abbiamo promosso una petizione consegnata al presidente del consiglio comunale, Manfredi Palmeri. Riteniamo che Milano debba ricordare quella drammatica pagina della sua storia.

Marco Cavallarin



Caro Cavallarin,
nessuno deve dimenticare certi abissi di vergogna: la sua difesa della memoria (che ha già raccolto 1.300 firme) esprime il disagio per una rimozione che nasconde le crudeltà della guerra e della dittatura. Molti giovani non sanno nulla di quell’antro della tortura vicino al Duomo. Ma non è facile ricordare certi luoghi che evocano lutti e bassezze morali. Antonio Greppi, il sindaco della Milano risorta, preferiva rimuovere le macerie e voltare pagina, chiamando tutti insieme alla ricostruzione. Questo spiega forse perché altri sindaci antifascisti non hanno mai pensato ad una lapide per l’ex Albergo Regina. Io credo che si debba ricordare, ma con la saggezza dei vincitori, come ci ha insegnato Leo Valiani, che in un libro sulla Resistenza, di cui fu uno dei protagonisti, fece incidere questa dedica: ai nostri morti e a quelli dell’altra parte.

gschiavi@rcs.it

Giangiacomo Schiavi

23 dicembre 2008

In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 15 Dic 2008 - 22:18
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