Gentilissima signora, le avevo già scritto quest'estate quando la rubrica era sospesa, ma le riscrivo perché nulla di quanto denunciavo è cambiato. La Bullona è sempre lì, ristrutturata ma impacchettata nella pubblicità di un alcolico; inoltre il pubblicitario ha aggiunto come sfondo della reclame proprio i dettagli architettonici che quel telo copre. Siamo al danno che fa a gara con la beffa. Ci hanno rubato un pezzo di quartiere e se lo sono spartito, regalato, venduto, non so. Ma noi ci stiamo male. Parlo della stazione di Bullona in Via Piero Della Francesca che ora è stata sostituita dalla più ampia stazione di Domodossola/Fiera. Non è della fermata ferroviaria che mi lamento, sarebbe da viziati volere un treno sotto casa solo per raggiungere più in fretta il Parco Sempione; no, mi lamento della struttura, che giace ristrutturata e splendida là dove l'abbiamo sempre vista. Ristrutturata e splendida, tanto da diventare la cornice ideale per i tavolini dell'adiacente bar, che ha addossato alle porte d'ingresso in ferro battuto il proprio bancone a cui si servono personaggi di dubbio gusto e sicura puzza sotto al naso. Tanto ristrutturata che, nelle sue forme regolari, è diventata perfetta per sostenere un'impalcatura utile solo a reggere il cartellone pubblicitario di un superalcolico. Forse volevano pareggiare i conti, e hanno deciso di dare il retro al vicino oratorio che in pieno sfregio al buon gusto e alle minime norme di igiene urbanistica, ha costruito un parco giochi e un campetto da calcio, con annesso piccolo parcheggio. Tanto che le auto parcheggiano a pochi centimetri dalla romantica balaustra che delimita la balconata. Vorrei fargliela vedere ma non ho nemmeno avuto la voglia di fare le foto. Vorrei cambiare Milano. Ogni tanto vorrei sapere chi ha pagato e quanto per avere in concessione il fronte e il retro di questa palazzina, per la curiosità di capire com'è che ci si arriva a simili deliri.

Federico Demartini

Passo spesso in via Piero Della Francesca e vedo l'ex stazione misteriosamente nascosta dal cartellone pubblicitario che dà un'impressione di lavori in corso, in attesa di qualcosa di bello che dovrebbe venire ma che forse non verrà più. E vedo gli arredi del bar che ha occupato lo spazio e comprendo la sua delusione. Si è sempre delusi, arrabbiati, tristi quando un luogo della memoria sparisce, cambia faccia o funzione. Nel caso della Bullona - e di molti altri - dispiace soprattutto che gli abitanti della zona non abbiano potuto dire la loro sulla destinazione di un luogo così significativo da rappresentare in un certo senso il cuore del quartiere.