.: Discussione: Comunali, il faccia a faccia va in tv

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 1 Mar 2006 - 11:24
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da ViviMilano - speciali

http://www.corriere.it/vivimilano/speciali/2006/03_Marzo/01/confronto.shtml


Divisi sulle strategie per dare sicurezza alla città

Ferrante-Moratti, accuse su via Quaranta  
 
Il ministro: doveva chiuderla l’ex prefetto. La replica: non è vero.
I candidati d’accordo su un punto: ridurremo l’Ici
 
 
A uno piace la pizza e andare al cinema, l’altra preferisce spaghetti e risotto alla milanese e al cinema non ci va quasi mai. Lei si sveglia molto presto e ripassa tutto quello che deve fare durante la giornata, lui legge e poi esce appena può per respirare l’aria fresca. Letizia Moratti e Bruno Ferrante ieri sera si sono presentati per la prima volta uno davanti all’altro, negli studi di Telelombardia, guidati nel loro primo confronto dalle domande di David Parenzo. Eleganti e piuttosto tesi, uniti da una vita tutta lavoro e famiglia, divisi dal senso della politica e da quello che riguarda la sicurezza e la legalità: «Milano ha bisogno di amministrazione e i valori devono prescindere dalle schematizzazioni politiche», sostiene il ministro.
 
 
L’ex prefetto invece insiste sul fatto che «si parte dalla politica, perché la politica non è astrazione, ma è anche valore e ideali». Dibattito che parte lento e si vivacizza quando Ferrante rinfaccia al ministro che «l’amministrazione ha snobbato il consiglio comunale e il governo con un premier e con tanti ministri lombardi non ha fatto nulla per Milano». Dopo aver difeso la sua indipendenza dai partiti, ricordando che «D’Alema mi aveva chiamato per propormi due ministeri», la Moratti incalza: «La prego di rispettare il lavoro che ho fatto. Io ho agito solo nell’interesse del mio Paese».
 
 
Altra alzata di toni quando, alla morettiana domanda «dica qualcosa di destra», Letizia Moratti risponde che «non si possono tollerare forme di illegalità» e cita ad esempio «i campi nomadi irregolari», questione di cui «ho parlato con il presidente Penati, il sindaco, il prefetto, il metropolita e le associazioni di volontariato. Tutti ripetono che la soluzione sono centri piccoli e controllati». Ferrante stuzzica l’avversario: «Apprezzo che lei dica cose di sinistra». La Moratti scuote la testa: «Se lei parlasse con la gente...» e lui ribatte: «Lo faccio molto più di lei e da molti più anni di lei». Ancora la Moratti: «Lei era prefetto e aveva responsabilità precise su questo tema». Lui risponde che «però la vostra legge Bossi-Fini, profondamente sbagliata, ha complicato tutto».
 
 
Il ping-pong prosegue: «Ho visto cose che lei avrebbe dovuto risolvere con la sua responsabilità», e lui «Sì, ma se avessi avuto gli strumenti». La Moratti è pronta a dimostrare la bontà della Bossi-Fini con i dati del ministro Pisanu, ma Ferrante sbotta: «Non sono così sicuro di quei dati, non so come vengano trattati a Roma». Sulla moschea di viale Jenner, Ferrante chiede rispetto per tutte le religioni «ma secondo il principio della legalità». Una nuova moschea può essere realizzata, «ma non va bene il presidio del territorio intorno a viale Jenner». E sulla scuola di via Quaranta lo scontro gira a mille.
 
 
La Moratti fa un passo indietro: «Non potevo accettare che Ferrante convocasse in prefettura il rappresentante di una istituzione illegittima. Si dovevano ascoltare le famiglie e dare risposte a loro». «Erano problemi del ministero», azzarda Ferrante. «Il ministero — replica lei — ha competenza solo sulle scuole pubbliche, lei avrebbe dovuto far chiudere la scuola di via Quaranta». Ma i toni si riplacano parlando di Ici (entrambi vorrebbero ridurla a chi affitta a prezzi agevolati), di interventi per aiutare le famiglie, di controllo dei costi, di grandi eventi per rilanciare Milano conquistando finanziamenti statali. Siamo solo all’inizio, però.
 
 
di Elisabetta Soglio

In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 23 Feb 2006 - 22:20
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