.: Discussione: Tavolo Lombardia - Moratti: "Un importante passo in avanti verso l'Expo"

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Antonella Fachin

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Inserito da Antonella Fachin il 29 Maggio 2009 - 12:29
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Sul notiziario ChiamaMilano di oggi 29 maggio.

Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
candidata al collegio 12 Milano Lambrate - Forlanini
lista civica "un'ALTRA PROVINCIA" Massimo Gatti Presidente
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PER LE URNE PIENE, UN’EXPO UBRIACA

A due settimane dalle elezioni da Roma e Milano arrivano le rassicurazioni sui fondi Expo attese da mesi

Ci sono, non ci sono, anzi no; certo che ci sono.
Sembra il gioco delle tre carte, quello che ruota attorno ai fondi per l’Expo.

Se fino all’altra settimana sul Colosseo sventolava bandiera bianca per la M6 e sotto la Madonnina si confermava l’irrealizzabilità della via d’acqua, oggi tutti i nodi venuti al pettine sembrerebbero essere stati improvvisamente sciolti.
Lo ha detto il Sindaco in tivù da Santoro proprio nel giorno del fatidico tavolo Lombardia che secondo le previsioni avrebbe dovuto sancire un taglio al budget per le opere connesse all’evento del 2015.

Ritardi? “Nessun ritardo, in un anno abbiamo firmato ben 50 accordi con altrettanti comuni italiani di collaborazione”- ha detto il Primo Cittadino come se questo bastasse a sfatare il dato decisamente più lampante sull’ingovernabilità cronica della macchina organizzativa dimostrata fin qui.

Tagli? “Mai pensato, nemmeno per un minuto, di far saltare i finanziamenti per l’Expo”. Forse il sindaco no, ma non serve andare troppo in là con la memoria per ricordare le dichiarazioni in senso opposto del trio Castelli, Tremonti e Matteoli. Prima per la crisi, poi per il sisma in Abruzzo, le priorità sembravano essere altre (anche se dal parlamento il Pd fa sapere che non un solo euro è stato spostato dai fondi Expo a quelli per la ricostruzione dell’Aquila).
Ad Anno Zero c’era anche l’amministratore delegato Lucio Stanca a ribadire che sì, va tutto bene, madama la marchesa.
Magari, per chi a Milano non ci vive, le rassicurazioni dei due “sovrani” dell’Expo saranno parse perfino credibili. I milanesi invece, che da ormai 14 mesi seguono quotidianamente le vicende sulle prime pagine locali, sanno  bene che ritardi, lotte intestine, revoche dei fondi, avvertimenti dai ministeri dell’economia e delle infrastrutture, sono state fin da subito il marchio di fabbrica impresso sullo statuto della Società di Gestione.
Tra opere essenziali e opere connesse sono circa 13,4 i miliardi necessari per la realizzazione del progetto con cui Milano più di un anno fa ha vinto su Smirne. Di questi ne mancano circa 2,8 miliardi, di cui lo Stato ha soltanto ora garantito 1.321 milioni.
Gli enti locali ne dovrebbero reperire circa un altro miliardo. Mancano all’appello 500 milioni su cui Stanca minimizza. “Si troveranno entro il 2010”.
Come per la M6 che assicurano si farà, “ma non subito”.
Dopo mesi in cui è stato detto tutto e il contrario di tutto, a 15 giorni dalle elezioni, si trovano formule magiche come “riformulazione delle priorità” per spostare più in là le nuvole minacciose che sostano sopra il già scivoloso terreno dell’Expo.
Intanto da Parigi fanno sapere che qualsiasi taglio al budget o qualsiasi cambiamento del progetto dovrà essere approvato dagli stati che hanno consegnato a Milano lo scettro dell’Expo.
Se entro maggio 2010 la registrazione non sarà avvenuta con le clausole previste, non è esclusa la richiesta da parte del BIE di un’indennità di annullamento.
La partita si gioca ormai sul campo di Parigi: in palio non c’è solo credibilità di Milano e del Paese, ma anche quella di un organismo internazionale responsabile dell’assegnazione dell’Expo alla nostra città.
A loro difficilmente basteranno le parole e le promesse snocciolate ad Annozero.

Giulia Cusumano
In risposta al messaggio di Luca Pozzoni inserito il 26 Maggio 2009 - 17:36
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