.: Discussione: Milano Expo 2015 e la definizione della sua governance: fine dell'attesa !

Opzioni visualizzazione messaggi

Seleziona la visualizzazione dei messaggi che preferisci e premi "Aggiorna visualizzazione" per attivare i cambiamenti.
:Info Utente:

Oliverio Gentile

:Info Messaggio:
Punteggio: 0
Num.Votanti: 0
Quanto condividi questo messaggio?





Inserito da Oliverio Gentile il 12 Nov 2008 - 11:53
Leggi la risposta a questo messaggio accedi per inviare commenti
Da ViviMilano:

http://www.corriere.it/vivimilano/cronache/articoli/2008/11_Novembre/12/rinuncia_expo.shtml

L'indiscrezione nasce nei palazzi del governo

Rinunciare all'Expo? Quelle voci da Roma

Sarebbe una figuraccia e una sconfitta. Ma anche il sottosegretario Castelli dice che mancano tre miliardi

MILANO - Forse è soltanto un ballon d'essai, un palloncino lanciato in aria per controllare da che parte soffia il vento. Forse, per dirla con Jannacci, qualcuno ha gridato «Aiuto, aiuto è scappato il leone Per vedere di nascosto l'effetto che fa». Ma il leone non c'entra. La voce che circola riguarda l'Expo: «L'Italia potrebbe rinunciare a ospitare l'Esposizione universale del 2015 a Milano». I pretesti non mancano: il debito pubblico aumenta, la crisi impone tagli dolorosi, i pochi soldi che ci sono potrebbero essere spesi meglio. Nessuno, per ora, osa teorizzare apertamente questa ipotesi, ma l'indiscrezione, partita dai palazzi romani del governo, si sta allargando come un'onda sismica. Chi l'ha messa in circolazione? Chi «vuol vedere di nascosto l'effetto che fa»? Qualcuno l'attribuisce al ministro Tremonti il quale non ha mai avuto alcun entusiasmo per l'Expo, ma l'uomo non è di quelli che si nascondono. Del resto anche il sottosegretario Roberto Castelli, leghista e perciò insospettabile (uno sfregio a Milano sarebbe un autogol per il Carroccio), ha detto senza mezzi termini che mancano tre miliardi e «Appare irrealistico che vengano stanziati nella Finanziaria». È possibile che l'Italia si esponga a una simile figuraccia internazionale? Nel 2002 in Francia il conservatore Raffarin prese il posto del socialista Jospin alla guida del governo e subito decise di rinunciare all'Esposizione Internazionale (quella del 2015 è Universale) del 2004 a Dugny. Ma fu una figuraccia, appunto.

Per Milano rinunciare all'Expo non sarebbe soltanto una figuraccia internazionale. Significherebbe affermare che non ci basteranno sette anni per uscire dalla crisi, che le difficoltà di oggi saranno anche quelle di domani e di dopodomani, che ciò che fino a otto mesi fa ci sembrava un traguardo da raggiungere (ricordate le iniziative e i progetti messi in campo da Milano per conquistare l'Expo?), oggi è diventato un peso insostenibile. E poi diciamoci una volta per tutte che l'Esposizione universale non è il Ballo delle debuttanti, non è un'occasione mondana per esibire argenteria e abiti da gran sera. È invece un momento di crescita, il «pretesto» per realizzare quelle infrastrutture delle quali Milano e la Lombardia non possono più fare a meno, è l'opportunità per creare nuove relazioni internazionali e consolidare quelle esistenti.

Tutti questi passaggi sono fondamentali per migliorare la qualità della vita di tutti e di ciascuno, per uscire dalla crisi ed anzi, proprio la presenza di una crisi così drammatica dovrebbe spingere a scelte più coraggiose e non a una sterile chiusura in difesa. Fra le ipotesi avanzate in questi giorni c'è quella di chiedere ai privati ciò che lo Stato non è in grado di fare. O almeno non è in grado di farlo per Milano e per la Lombardia, e questo rende ancora più sgradevole il ricordo dei recenti stanziamenti per Catania e per Roma. I privati, come sempre è avvenuto, faranno la loro parte. E non perché siano dei benefattori, ma forse perché più di altri colgono le opportunità di business offerte dall'Expo e dal suo indotto. Guai però se il Governo pensasse davvero alla possibilità di una rinuncia. Sarebbe uno sfregio che Milano e la Lombardia non potrebbero dimenticare.

Claudio Schirinzi

12 novembre 2008


Da Milano 2.0:

Sedici sindaci firmano un patto con la Provincia per l'Expo, ma da Roma giungono voci di possibile rinuncia di Milano
Pubblicato da Arianna, Blogosfere staff alle 12:00 in Milano cronaca

Dopo la Regione anche Filippo Penati e la Provincia si muovono in vista dell'Expo 2015. Sono 16 i comuni che hanno aderito a un patto siglato proprio a Palazzo Isimbardi per gestire gli effetti sul territorio dell'Esposizione Universale.

"Dopo la vicenda del polo esterno della Fiera quest'area deve di nuovo pensare insieme al suo futuro. Credo che questo sia lo spirito giusto, anche per determinare cosa rimarrà su questi territori dopo lo svolgimento dell'Expo"

Con il patto viene istituita una conferenza che si occuperà di infrastrutture (trasporti, viabilità e parcheggi), attività produttive e innovazione, pianificazione e assetto del territorio, risorse ambientali, lavoro e sicurezza, cultura e tempo libero e ricettività. Luogo della riunione la sede del comune di Rho.

Matteo Mauri, assessore alla Città metropolitana, ha affermato che

"Quella dell'Expo è una scommessa tutta da giocare e, al di là delle influenze politiche, metteremo in comune le buone pratiche per affrontare al meglio la manifestazione, con un occhio di riguardo alla crisi economica che rischia di diventare sociale"

Anche per il sindaco di Rho Roberto Zucchetti l'Expo è un traguardo molto importante

"Sedici comuni del nord ovest milanese insieme alla Provincia di Milano hanno deciso di mettersi insieme e di fare squadra su molti temi, fra quelli più caldi, le infrastrutture, i trasporti, le strade, in qualche modo fare fronte comune per ragionare su ciò che serve al territorio, ciò che serve ai cittadini e come insieme possiamo contribuire a realizzarlo. Nasce un patto a sostegno di Expo, per sostenere la macchina organizzativa al meglio"

Il sindaco di Pero Luciano Maneggia è d'accordo

"Expo è una grande opportunità i tempi non sono molto lunghi e un ruolo di coordinamento è fondamentale, questo patto ci consente di affrontare questioni e problematiche che interessano tutti i comuni e quindi il territorio. Noi vogliamo collaborare per risolvere i problemi, questa è a direzione verso cui ci stiamo muovendo tutti"

Intanto però Penati si dice molto preoccupato per l'ammanco dei tre miliardi di euro, che si vanno ad aggiungere alle preoccupazioni per i ritardi

"Io sono molto preoccupato su questa cosa che i soldi bisogna trovarli qui. Qualcuno dice che bisognerebbe fare una tassa. Nelle altre regioni arrivano soldi a pioggia per essere sprecati, qui per fare l’Expo che è la vetrina nazionale più importante dobbiamo tassare i milanesi per trovare le risorse, beh questo mi sembra un federalismo capovolto. Il governo deve impegnarsi seriamente a trovare le risorse che mancano, e sono tante, bisogna realizzare le infrastrutture che servono ad ampliare la metropolitana milanese, altrimenti questo Expo non andrà da nessuna parte"

Il presidente rigetta l'ipotesi di tassare ulteriormente i cittadini per ottenere i fondi. Dopo la bocciatura della proposta della lotteria e l'ipotesi di chiedere ai privati non se ne esce fuori.

Oggi il colpo di grazia lo danno le voci secondo cui l'Italia potrebbe rinunciare a ospitare l'Esposizione universale del 2015 a Milano come riporta il Corriere.

Tutto a causa del debito pubblico che aumenta e della crisi che impone dei tagli. Castelli stesso aveva escluso che i finanziamenti sarebbero stati inseriti in Finanziaria.

Sarà solo una voce o è un'ipotesi concreta?

Certo è che dopo tutto il tempo passato a litigare, progettare, scavare e demolire rinunciare sarebbe proprio una beffa. Senza contare la brutta figura a livello "universale" (come accadde per Dugny nel 2004).

Perdere un'occasione importante come questa potrebbe significare rinunciare alla crescita di Milano e della Lombardia e ammettere che non basteranno sette anni per uscire dalla crisi.

Il decreto, c'è anche da sottolineare questo, non è stato nemmeno inserito in Gazzetta Ufficiale nonostante la firma sia del 22 ottobre.


Da Milano 2.0:

Nominata Diana Bracco in rappresentanza della Camera di Commercio di Milano nel consiglio di amministrazione della Soge
Pubblicato da Arianna, Blogosfere staff alle 16:43 in Milano cronaca

Primo nome definitivo per il cda della SoGe: la Giunta della Camera di Commercio di Milano, presiduta da Carlo Sangalli, ha nominato all'unanimità Diana Bracco, Vice Presidente dell'Ente Camerale (e presidente di Assolombarda) rappresente nel cda della SoGe, la società di gestione dell'Expo 2015.

Sangalli ha commentato che

"La nomina di Diana Bracco è una scelta dal forte valore simbolico. Diana Bracco, Vicepresidente della Camera di Commercio di Milano, rappresenta un efficace punto d'incontro tra il mondo dell'industria, dell'artigianato, del commercio, dei servizi alle imprese, dell'agricoltura, delle organizzazioni sindacali e della cooperazione.Attraverso la sua nomina si conferma il ruolo fondamentale che le aziende milanesi e lombarde dovranno giocare per dare slancio a tutti i progetti necessari a fare dell'Expo un evento non solo milanese e italiano, ma internazionale. Per arrivare pronti a questo importante appuntamento sarà necessario continuare a fare sistema e mettere in campo tutte le nostre risorse e le competenze organizzative"

Quindi, nonostante i dubbi e le preoccupazioni, si procede a passo spedito.

Nel cda ci saranno Comune di Milano (Glisenti?), Regione Lombardia (Alberto Sciumé?), Provincia di Milano (Valentino Castellani?) e quindi Camera di Commercio (10%) con la Bracco. Il cda sarà a 5 e rimarrà in carica fino al 2011. La società che si occuperà del controllo contabile invece sarà la Reconta Ernst & Young per 186mila euro.

Il cda nominerà poi l'ad che a sua volta potrà nominare uno o più direttori generali e istituire 4 consulte esterne (Territoriale, Architettonica, Ambientale, Innovazione). Paolo Glisenti è quasi certo per il ruolo di ad, ma mancano ancora le certezze. E non si sa ancora nulla sui nomi di chi altri entrerà nel cda.

Oggi intanto in giunta regionale è stata varata la delibera di promozione dell'Accordo quadro di sviluppo territoriale (Aqst). All'accordo (che verrà sottoscritto da Commissario straordinario delegato, Regione Lombardia, Provincia di Milano, Comune di Milano, Camera di Commercio di Milano e Soge), potranno aderire i soggetti pubblici e privati in grado di contribuire al raggiungimento degli obiettivi mettendo a disposizione risorse umane, conoscitive, finanziarie, o equivalenti.

L'Accordo è articolato in due sezioni.

La prima è dedicata alle opere infrastrutturali del sito Expo, le opere di connessione al sito, opere ricettive e opere tecnologiche.

La seconda riguarda le opere correlate all'evento Expo dell'intero territorio regionale.

Insomma, ci si adopera per cercare di trovare i fondi e gli aiuti che mancano.

In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 10 Nov 2008 - 14:58
[ risposta precedente] [ torna al messaggio] [risposta successiva ]
[Torna alla lista dei messaggi]