.: Discussione: Adunata di sindaci dei comuni "virtuosi", in marcia con Letizia Moratti contro i tagli

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 20 Ott 2008 - 21:09
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Da ViviMilano:

Quaranta primi cittadini a Milano per l'Expo

Tagli, rivolta sindaci. Moratti: sono con loro


Il primo cittadino guida della protesta dei Comuni «virtuosi», da Nord a Sud, di centrodestra come di centrosinistra


MILANO - Alla testa dei sindaci «virtuosi». Del Nord, certo, ma anche del Sud. Di centrodestra e di centrosinistra. Dice Letizia Moratti: «Chiunque voglia condurre la battaglia culturale in favore della meritocrazia dei Comuni mi avrà al suo fianco». Tocca al ministro della Difesa Ignazio La Russa rintuzzare l'affondo: «Ho parlato negli scorsi giorni con la Moratti e ci siamo trovati in perfetta sintonia. Qui non si tratta di essere "contro" qualcuno. Il governo ha fatto benissimo a dare i fondi a Catania e a Roma. Soldi che, lo segnalo, sono stati presi dal fondo per lo sviluppo del sud e che quindi mai sarebbero potuti arrivare a Milano. Ora, però, bisogna pensare al nord». Il piccolo esercito degli amministratori è in marcia.

Da Palazzo Marino fino a piazza Mercanti per il Festival dell'alimentazione parlando di Expo, gastronomia, identità locali da valorizzare (c'è anche il sottosegretario Michela Vittoria Brambilla). Sarà l'Expo dei Comuni, per le città e delle città. Ma il tema dei tagli al bilancio si rincorre di bocca in bocca. Trovarne uno che si smarchi dalla lettera della «triplice» lombarda (Moratti- Formigoni-Penati) è impresa. Prendiamo Marta Vincenzi, sindaco di Genova, stretta osservanza Pd: La lettera? «Benissimo. Condivido in pieno. Tra noi amministratori c'è un'antica pratica che permette di superare le coloriture politiche. E questo federalismo fiscale è una scatola vuota».

Da Torino fa sentire la sua voce Mercedes Bresso: L'appello dei «lombardi»? «Tutti d'accordo. Lo abbiamo messo per iscritto nell'ultimo incontro con il governo. Questo modo di distribuire le risorse non va». Prosegue il tema Roberto Bruni da Bergamo: «Sì alla mobilitazione bipartisan, perché i soldi dati a Roma e a Catania sono un'offesa». Leonardo Domenici, che oltre al sindaco di Firenze fa il presidente dell'Anci, parla di federalismo, patti di stabilità e tagli. «E' necessario riaprire il confronto col governo sul patto di stabilità per gli enti locali. La maggiore flessibilità deve valere anche per i Comuni».

Poi, i conti. Che, dice Domenici, «non tornano». Nonostante l'ultima integrazione di 260 milioni in favore dei Comuni per rimborsarli dei mancati introiti Ici. La sorpresa maggiore viene da sud. Nella persona del sindaco di Ragusa, Nello Dipasquale, centrodestra, inferocito per i soldi regalati alla vicina Catania: «La Moratti ha assolutamente ragione, questa non è una questione di nord e sud. Per questo le ho suggerito di chiamare a raccolta i Comuni virtuosi per far sentire la propria voce. La «marcia dei quaranta» termina con i discorsi ufficiali. La sintesi è affidata alla stessa Moratti. «Se non recuperiamo il concetto di merito rischia di perdere tutto il Paese».

Andrea Senesi

20 ottobre 2008
 
 
Da ViviMilano:

Iniziativa di un gruppo di giovani democratici milanesi

Su un totem le promesse mancate del governo


Un pannello, trasportato anche in Galleria, segnala «più 202 giorni di ritardo sul decreto Expo» e i fondi destinati a Roma e Catania

MILANO - I numeri delle «promesse mancate» del governo su Milano in un totem, simile a quelli che davanti alle grandi stazioni segnano il conto alla rovescia all'entrata in funzione dell'alta velocità. E una scritta: «Berlusconi e Lega se ne fregano di Milano». Con questa iniziativa, dal sapore vagamente situazionista, un gruppo di giovani democratici milanesi ha voluto ricordare davanti a Palazzo Marino «i numeri del governo Berlusconi».

RITARDO PER L'EXPO - Sul pannello mobile, trasportato giocosamente anche nella vicina Galleria Vittorio Emanuele, i ragazzi del circolo «02Pd» hanno segnalato «più 202 giorni di ritardo sul decreto Expo» e le cifre che testimoniano con l'algebra la diversità di trattamento finanziario che il governo ha riservato a Roma e Catania rispetto al capoluogo lombardo. «Contrariamente a quanto promesso in campagna elettorale - ha affermato Pierfrancesco Maran - Berlusconi continua a penalizzare Milano. Il sindaco Moratti qualche giorno fa ha denunciato la mancanza di fondi ma la Lega non alza la voce, anche se la situazione per Milano è peggiorata rispetto al passato governo». Passava in Galleria Giancarlo Pagliarini, ex ministro leghista nel 1994, candidato per La Destra nelle ultime elezioni: ha letto i numeri, ha sorriso, nessuno l'ha riconosciuto, se n'è andato.

20 ottobre 2008


Da ViviMilano:

L'intervista

Formigoni: «Applicare subito il federalismo»

«Abbiamo dato il nostro contributo al disegno di legge, il passaggio dalla spesa storica ai costi standard è fondamentale»

MILANO - Il federalismo non c'è ancora? Viva il federalismo. Il presidente della Regione, Roberto Formigoni incalza il governo. E chiede di applicare subito la logica federale alle Regioni e ai Comuni. «Perché nell'attesa non si può contraddire nella pratica lo spirito del federalismo». Tagli, mancati trasferimenti, punizione per le regioni e i comuni virtuosi. La lettera indirizzata al premier Silvio Berlusconi è ancora fresca d'inchiostro. Non c'è stata ancora risposta. «Ma siamo nel weekend». Restano le luci. Ma restano soprattutto le ombre. Le preoccupazioni per i tagli, l'imbarazzo per i soldi regalati a Catania e Roma.

Presidente Formigoni, il governo amico vi tradisce?

«Noi abbiamo grandi speranze per quanto riguarda il federalismo. Lo abbiamo messo nero su bianco nella lettera. Abbiamo apprezzato lo sforzo del governo e abbiamo dato il nostro contributo al disegno di legge sul federalismo. Il passaggio dalla spesa storica ai costi standard è fondamentale. Stop ai rimborsi a pie' di lista, agli sprechi...».

Però?

Però, quest'anno è successo proprio il contrario. C'è una contraddizione stridente tra il federalismo prossimo venturo e quello che accade».

Calderoli, insiste proprio su questo. Inutile prendersela con il federalismo fiscale che ancora non c'è.

«Calderoli ha ragione. E allora propongo due cose».

Cosa?

«I tempi del federalismo devono essere accorciati. Due anni per scrivere, cinque o addirittura dieci per l'attuazione sono troppi».

Poi?

«È necessario applicare la logica del federalismo da subito».

Che significa?

«Cominciare a ragionare come se il federalismo ci fosse già ed evitare contraddizioni stridenti tra il presente e il futuro».

Facile a dirsi.

«Noi abbiamo a che fare con una situazione che richiede interventi rapidi a cui dobbiamo fare fronte adesso. Ci sono problemi gravi. La nostra lettera riflette le preoccupazioni di tante amministrazioni e di tanti colleghi di altre regioni. Abbiamo preso la parola per loro».

Lei parla a nome di tanti sindaci e di tanti presidenti di Regione. Ma non a nome del sindaco di Roma e di Catania.

«Il sindaco Alemanno non ha responsabilità. Spesso le cose si trascinano da un'amministrazione all'altra. Però è necessario stabilire una volta per tutte delle regole. Le grandi città hanno dei patrimoni...».

Vendano quelli e non facciano più ricorso agli aiuti di Stato?

Quante volte abbiamo detto che non si deve continuare con la logica del-l'Iri e delle Partecipazioni statali. Ci sono degli asset che possono essere alienati. Vengano alienati. Noi non abbiamo nulla contro Alemanno. Noi vogliamo discutere nel metodo, quando le risorse scarseggiano è necessario andare a vedere chi ha tenuto un atteggiamento rigoroso».

Cosa chiederete se il governo vi concederà l'incontro?

«Partire subito con l'applicazione della logica virtuosa che il federalismo dovrà introdurre. Secondo: sottolineeremo i capitoli di maggior sofferenza per i nostri territori. Per la Lombardia il tema del trasporto pubblico locale è fondamentale. Sono anni che il fondo per i trasporti non viene adeguato. C'è una sofferenza pesantissima, tanto più grave in una situazione come quella della Lombardia».

Altra richiesta?

«L'Ici. Una tassa giustamente soppressa, ma bisogna garantire i rimborsi pubblici promessi».

Lei sembra tracciare all'interno del governo due logiche. Una centralista e una federalista.

«Non le vedo. Vedo il morso del passato che impedisce al presente di andare avanti. Tutti conosciamo i grandi errori del passato: gli sprechi, gli aiuti a pioggia. Mi rendo conto anche delle difficoltà del governo che deve fronteggiare una crisi mondiale senza precedenti. Proprio per questo motivo. la lettera è stata concepita come un invito a ragionare insieme».

Il presidente dell'Anci, Leonardo Domenici ha chiesto maggiore flessibilità sul patto di stabilità per il Comuni.

«Per anni è stato un tabù. Di fronte a una situazione eccezionale anche la Ue ha fatto delle aperture. Credo che si possa ragionare del patto di stabilità anche in Italia. Il patto stabilisce che un'amministrazione virtuosa non possa spendere soldi in più rispetto all'anno precedente, anche se ha risparmiato, anche se ha maggiori entrate. Un minimo di elasticità in più ci permetterebbe interventi molto importanti».

Maurizio Giannattasio

20 ottobre 2008
In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 20 Ott 2008 - 15:19
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