.: Discussione: Mozione sull'ex cava Geregnano,via Bisceglie, Calchi Taeggi

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Angelo Valdameri

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Inserito da Angelo Valdameri il 28 Maggio 2009 - 08:47
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Breve sintesi della Commissione Territorio del Consiglio di Zona 6 di ieri 27 Maggio, alla presenza della responsabile del settore attuazione Politiche ambientali.
Le 10 domade sono state poste all’ufficio Bonifiche del Comune di Milano, dal comitato Calchi Taeggi
La d.ssa Gussoni, Direzione Settore Politiche Ambientali del Comune di Milano, durante la commissione Territorio del Consiglio di Zona 6, di ieri 27 maggio, ha fornito le seguenti risposte                          
D: è vero che tutta l’area sarà coperta da 240.000 mq di teli di polietilene (spessore 1,5 mm) per isolare il sotto (i rifiuti) dal sopra (abitazioni e parco) e che per le abitazioni residenziali non saranno fatti locali interrati, tipo box e cantine?
R: è vero, Il telo sarà posizionato sull’area a parco per isolare i rifiuti; per le aree a residenza saranno asportati. Il progetto non prevede box, né cantine interrate. Ora però potrebbe essere modificato.
D: è vero che nei campioni fino ad ora analizzati il 50% dei terreni eccede per contaminazione i limiti stabiliti dalla legge per destinazione residenziale e che – coperti dai teli - rimarranno sotto terra almeno 23 contaminanti in concentrazioni superiori a questi limiti [piano di bonifica, pagg. 48 e 95-6]?
R: la zona parco sarà messa in sicurezza, per le aree a residenza asportati i rifiuti, selezionati e le porzioni di terreno analizzate.
D: è vero che i 168 carotaggi eseguiti nella fase di caratterizzazione dell’area sono stati fatti ad una profondità massima di 6/7 metri (quando la cava era profonda anche più di 10 metri) e che i materiali di reinterro sono in parte a contatto con le acque di prima falda [piano di bonifica, pag. 55]?
R: no, la profondità è arrivata a oltre 7 mt., verificata da ARPA e il corpo cava integralmente descritto. Le aree residenziali ricaratterizzate; asportato il materiale visibile e poi effettuati carotaggi a maglie fitte fino al fondo cava.
D: è vero che nel 68% dei carotaggi effettuati sono stati trovati, mischiati ai materiali di demolizione, rifiuti solidi urbani e rifiuti industriali [indagini di caratterizzazione, pagg.11-12 e 29-34]?
R: non ci sono rifiuti in acqua; Si invece alla presenza di rifiuti solidi urbani e industriali. E’ stato buttato di tutto, per la maggior parte inerti.
D: è vero che: “L’unica soluzione tecnica che consentirebbe di rimuovere in modo completo le contaminazioni dovrebbe prevedere […] l’asportazione di tutti i terreni di riporto inquinati, interessando con questa operazione anche le volumetrie presenti negli strati saturi sottofalda” [piano di bonifica, pag. 47]?
R: è vero in parte; la soluzione ottimale è quella della rimozione completa. La scelta però dei tecnici si fa valutando costi e benefici, sicurezza ambientale e generale. Intervento che nel caso dovrebbe essere sottoposto a valutazione ambientale. La normativa vigente però prevede la messa in sicurezza.
D: è vero che per sorreggere gli edifici sono previste centinaia di palificazioni che, ove non fosse assicurata la totale asportazione dei contaminanti presenti nei materiali attraversati dalle palificazioni, potrebbero portare verso le falde più profonde gli inquinanti presenti nell’area e nelle acque di prima falda?
R: si x motivi di insufficienza del terreno a reggere le strutture. Le palificazioni non sono a contatto con materiali contaminati.
D: è vero che il primo criterio che sarà seguito nella movimentazione della terra all’interno dell’area di cava sarà quello di “conseguire il risultato di un bilancio a pareggio dei terreni movimentati che non comporti l’esigenza di smaltimento di eccedenze all’esterno del sito” [piano di bonifica, pag. 73]?
R: no siamo indifferenti, non sarà un criterio utilizzato.
D. è vero che su tutta l’area sono previste reti di monitoraggio e captazione dei gas interstiziali, barriere idrauliche per il controllo delle acque inquinate della falda e che alle acque piovane sarà impedito di penetrare nel terreno?
R. si, l’area sarà impermeabilizzata- le reti di monitoraggio ma non di captazione perché non c’è presenza di gas. Tanto entra a monte. Tanto esce a valle.
D: è vero che gli Enti di controllo hanno approvato il piano di bonifica prima che fosse approvata l’analisi di rischio con le relative determinazioni delle CSR (Concentrazioni Soglia di Rischio), come invece previsto dalla legge 152/2006?
R: no, non è vero. Intervento di messa in sicurezza permanete va comunque fatto. L’analisi del rischio x dare un limite ai materiali inquinanti come da accordo Apat, Arpa. Il criterio adottato è quella della maggior tutela con parametri più restrittivi.
D. è vero che gli Enti di controllo hanno approvato il piano di bonifica prima che i proprietari avessero completato l’estrazione dei rifiuti più pericolosi presenti nell’area (hotspots), violando e lasciando violare una prescrizione da loro stessi fissata (e più volte ribadita nel verbale dell'8 aprile 2008), nonostante l’estrazione di alcuni hotspots avesse già individuato la presenza nei terreni di nuovi pericolosi contaminanti come il cloruro di vinile ed il toluene?
R: relativamente. La rimozione degli hotspots hanno avuto tempi + lunghi, causa cattivo tempo. Sono stati ricanalizzati e inseriti nell’analisi di rischio.
Da ultimo ha aggiunto che il 22 maggio u.s. sono state rilasciate le autorizzazioni per le bonifiche e l’avvio dei progetti esecutivi per lotti. Il costo della bonifica è passato dai precedenti 21 mln. di euro agli attuali 27 col rilascio di fidejussioni pari al 50%. Il monitoraggio è previsto per 10 anni dal termine della bonifica sull’area parco, che rimarrà a carico dell’operatore prima di cederle l’area al Comune. Le linee guida dell’APAT escludono l’analisi del rischio. Il Comune ha dato l’ok alla tipologia dell’intervento di bonifica ed alla successiva valutazione per singoli lotti. I controlli saranno rigorosi ed effettuati da ARPA e Provincia di Milano.
Pennacchietti, per conto del Comitato Calchi Taeggi si è dichiarato non soddisfatto delle risposte della d.ssa Gussoni in quanto ritenute insufficienti. Le domande scaturiscono da piano di bonifica. La falda è inquinata e non solo vien e da fuori ma anche da dentro. La legge 142 all’art 242 prevede l’analisi del rischio. Gli Enti hanno approvato il piano senza l’analisi del rischio. Dovevano essere rimossi gli hotspots e non è vero che sono stati rimossi (certificato da ARPA).  Il nuovo piano di bonifica non è chiaro. Non viene fatta la totale asportazione perché costa troppo. Rispetto al valore dell’area. Si fa solo messa in sicurezza permanente. Senza tentare di ridurre i livelli di contaminazione. Carotaggi fatti sono pochi tenendo conto che nella cava sono stati sversati diversi materiali da oltre 100 mila camion. Allo stato c’è solo un vago progetto di bonifica.
Nel mio intervento ho evidenziato la positività ed i passi in avanti fatti per arrivare ad un piano di bonifica più attento ed incisivo, non potendo però non rimarcare l’incongruenza di tutta la questione. Dall’analisi dei costi iniziali del piano di bonifica preparato da Arcolab e IS, per conto della proprietà Acqua Marcia si stimava in oltre 170 mln., ora arrivati a poco più di 27 mln. Siamo in presenza di rifiuti di ogni generi, contaminazioni importanti e forse davanti ad un caso unico in Italia. Si costruisce a pochi metri dagli inquinanti e la soluzione trovata è ancora a mio avviso insufficiente. Resta comunque la positività che, grazie al ruolo svolto dai cittadini, dai comitati, da LegamAmbiente e soprattutto dal coinvolgimento del Consiglio di zona 6, che con diverse delibere ha chiesto un’attenzione particolare al piano di bonifica, bloccando anche i progetti edificatori in essere, si è arrivati ad una soluzione percorribile con un piano che ha visto i tecnici del Comune impegnati in soluzioni più stringenti.
LegaAmbiente ha chiesto la formalizzazione del documento di bonifica e il mantenimento delle garanzie a posteriori. Ci dovranno essere assicurazioni sul come e sul dove si garantirà il tutto.
Il rappresentante del Consiglio di zona 7 ha chiesto una commissione di controllo congiunta tra i 2 Consigli di Zona 6 e 7 che monitori il tutto e controlli l’attuazione del piano di bonifica. Tema ripreso anche da altri consiglieri. E’ stata poi sollevata la necessità che gli atti siano accessibili e disponibili nel sito del Comune così da renderli pubblici e consultabili da parte dei cittadini. Evidenziata la mancanza di documentazione.
a cura di Angelo Valdameri, consigliere di zona 6 Lista Fo
 

In risposta al messaggio di Angelo Valdameri inserito il 18 Maggio 2009 - 09:36
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