.: Discussione: Migranti: le facce della nuova Milano per favorire l'integrazione

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 12 Mar 2010 - 17:13
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Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:

SALUTE. A MILANO DIECI GIORNI DI PREVENZIONE PER TUTTE LE DONNE

Milano,  12  marzo  2010  – Dal 14 al 21 marzo, in città e nell’hinterland, torna  la Settimana Nazionale per la Prevenzione Oncologica, promossa dalla Lega  Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT) e patrocinata dal Comune di  Milano.  Un’occasione  per  ricordare  a  tutti che la prevenzione e la diagnosi precoce sono fondamentali per combattere il cancro.
L’iniziativa,  che  raccoglie anno dopo anno un gradimento sempre maggiore, mira  a  promuovere  l’adozione  di  un  corretto  stile  di vita, seguendo semplici  regole  come  non  fumare,  mangiare sano e fare attività fisica, oltre a sottoporsi a controlli preventivi periodici.

Da  oggi fino al 22 marzo è in programma il Tour della prevenzione: l’Unità mobile,  con  2  sale  per  le  visite, accoglierà i cittadini che vorranno sottoporsi  a  controlli  gratuiti  al  seno  e  alla  cute,  effettuati da personale  altamente specializzato. Il Tour della prevenzione farà la prima tappa a Milano per poi proseguire in 8 comuni dell’hinterland.

Al tour si aggiunge quest’anno il progetto pilota Donna Dovunque, rivolto a tutte  le  donne  immigrate  che  per  varie  ragioni, culturali, sociali e legali,  si  avvicinano  con  difficoltà  alla diagnosi precoce oncologica.
L’iniziativa  prevede  la  presenza di un medico che parla la stessa lingua della  paziente  e  sarà  pertanto  in  grado  di  relazionarsi con lei con l’attenzione  e la sensibilità adeguate. Tutti i giovedì, dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 17, presso lo Spazio Prevenzione della LILT di viale Molise 5 (tel.  02  5462937),  si  alterneranno  medici  appartenenti  alle  diverse comunità  straniere  per  effettuare  visite  senologiche,  ginecologiche e Pap-test alle donne immigrate.

“Quando  si  parla  di prevenzione e di immigrazione ci vuole realismo – ha detto l’assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna -. Le iniziative presentate  oggi  sono  condivisibili e richiamano il progetto Immigrazione Sana  promosso  dal  mio  Assessorato circa due anni fa. Un’iniziativa, che grazie  all’appoggio  di  associazioni  di  volontariato,  ha  avuto grande successo  e si è dimostrato di grande utilità nell’individuare le fragilità e  i  bisogni  degli immigrati, anche senza regolare permesso di soggiorno.
Un’esperienza  che  ci  ha permesso di sollevare un problema ben presente a Milano e del quale tutti dobbiamo essere coscienti, un processo ineludibile che  va  gestito  correttamente  e  propositivamente.  La  prevenzione – ha concluso  Landi  –  è  patrimonio  di  tutti coloro che vivono nella nostra città: italiani e stranieri”.

“Condivido  la scelta di elaborare strumenti di comunicazione dedicati alle donne  immigrate  nelle  loro lingue di origine – ha commentato l’assessore alle  Politiche  sociali  Mariolina Moioli  –.  E’  un  metodo  che stiamo sperimentando  anche  noi:  a  breve,  ad  esempio,  presso i consultori, i servizi  comunali  per  la famiglia e i medici di base, saranno distribuiti opuscoli  di  facile consultazione, dedicati alle donne straniere in attesa di  un  bambino  che,  in  12  lingue,  spiegheranno come affrontare questo particolare momento della vita”.

“è evidente che tutte le azioni volte ad aumentare le prestazioni sanitarie –  ha  sottolineato il Presidente del Consiglio comunale Manfredi Palmeri – devono essere saggiamente gestite, affinché una pressione della domanda non vada  a  minare la qualità dell’offerta. Il tema delle donne immigrate  non ha  solo  una valenza strategica per la città ma – ha proseguito Palmeri –, già  da oggi, comporta necessità reali in termini di decisioni da prendere, sia  per gli stranieri regolari sia per quelli temporaneamente presenti sul nostro  territorio che, in molti casi, sono semplicemente irregolari. In un Paese civile la questione va affrontata collegando il tema del diritto alla salute  a  quello  dei  tanti doveri che vanno comunque esercitati affinché quel diritto possa essere garantito: il problema esiste, e bene ha fatto la Lilt a non girarsi dall'altra parte”.

Ricordando  lo  storico  Presidente  di Lilt Milano Gianni Ravasi, Manfredi Palmeri  ha  annunciato:  “Proporrò  che  il  suo  nome  venga iscritto nel Pantheon  dei  Grandi  di Milano, il Famedio del Monumentale, il prossimo 2 novembre.  Ravasi  è stato un modello di sapienza, di etica, di umanità per la  comunità  dei  medici,  i volontari e i pazienti, oltre che un amico di Milano  e dei milanesi: ha sempre condiviso con la città, a partire proprio da   Palazzo  Marino,  i  progressi  della  ricerca  e  l’importanza  della prevenzione per la salute”.

“Con  questa  iniziativa  – ha affermato Franca Fossati-Bellani, presidente della  Sezione  Provinciale di Milano della LILT - vogliamo ribadire ancora una  volta  quanto  sia fondamentale per tutti intraprendere un percorso di salute,  sulla  prevenzione  e  la diagnosi precoce che sono ancora oggi le armi  più efficaci contro i tumori. E per farlo cerchiamo di sensibilizzare la popolazione  attraverso  progetti,  eventi  e  appuntamenti  quali  la
Settimana  Nazionale  per  la  Prevenzione  Oncologica  e il progetto Donna Dovunque  ma  anche  con un tour della prevenzione. Giocare d'anticipo – ha aggiunto  la  dott.ssa  Fossati-Bellani - permette di conoscere e applicare misure  in  grado di ridurre il rischio di malattia, che ogni anno vede nel nostro  paese oltre 168 mila decessi. Attualmente una diagnosi di cancro su dieci  a  Milano  riguarda soggetti stranieri. Le sedi tumorali non sono le stesse  per gli italiani e gli immigrati. Si stima infatti che in un futuro prossimo  il fenomeno potrebbe radicarsi fino a selezionare forme di tumore omogenee  con  la provenienza dei differenti gruppi di immigrati. E’ dunque molto  importante cominciare a considerare prioritarie misure di intervento preventive anche nei confronti delle popolazioni straniere”.

“Le  donne  immigrate  sono  spesso afflitte da una condizione di fragilità dovuta  tanto  alla  condizione  di genere quanto a quella di migrante - ha dichiarato  Lia Lombardi,  docente  di  Sociologia  della  Salute  e della Medicina  all’Università  degli  Studi  di  Milano  -.  Questi  elementi di fragilità  diventano  fattori  rischio per ciò che riguarda la loro salute.
Sia  a  livello  nazionale  sia  regionale si registra un lieve ma costante aumento  delle  patologie  tumorali  a  carico  delle  cittadine  straniere residenti.  Ciononostante  si  rileva  un  loro  minore  coinvolgimento nei programmi  di  screening. Le ragioni - ha continuato la dott.ssa Lombardi - risiedono  in  diversi  fattori:  la difficoltà di accedere al servizio per mancata  informazione,  non  conoscenza,  non comprensione dell’utilità del servizio  stesso,  le  condizioni  sociali  volte alla sopravvivenza e alla risoluzione    di    problemi    contingenti,    la   posizione   giuridica (regolare/irregolare),  il  livello d’istruzione, lo status lavorativo e il reddito,  la  situazione  familiare  e la rete relazionale e soprattutto il tempo d’immigrazione”.

“Oltre  alle  differenze percentuali di accesso agli screening tra le donne italiane  e  le immigrate, esistono diversità percentuali anche all’interno della  popolazione  femminile  immigrata – ha spiegato Graziella Sacchetti, ginecologa  della  Società  Italiana di Medicina delle Migrazioni (SIMM) -.
Infatti, anche per le donne straniere il ricorso al Pap-test è meno diffuso tra  quelle  di  status sociale più basso e tra le donne con STP (Straniero Temporaneamente  Presente, vale a dire irregolari). Di fronte a tale realtà -   ha   concluso  -  per  sanare  quella  che  appare  come  una  profonda disuguaglianza  sanitaria tra popolazione femminile autoctona e popolazione femminile   immigrata,  è  indispensabile  riorganizzare  i  servizi  socio
sanitari,  migliorando l’accesso agli stessi, con politiche di accoglienza, pensando a interventi mirati a specifiche realtà etniche e culturali”.
In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 11 Mar 2010 - 16:30
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