.: Discussione: Migranti: le facce della nuova Milano per favorire l'integrazione
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Inserito da Oliverio Gentile il 24 Ago 2009 - 10:07
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Da milano.corriere.it:
Dounia Ettaib: il Ramadan anche per chi è in carcere Formigoni: per la nuova moschea subito un tavolo istituzionale Il governatore: va garantita la libertà di culto di 80 mila persone. Appello al ministero dell’Interno MILANO - Dopo il prefetto, anche il presidente della Regione media per la Moschea: «In una grande città come Milano - dice Roberto Formigoni - credo che la soluzione possa e debba essere trovata». Una strada è che Regione e prefettura si siedano insieme agli altri enti locali interessati «intorno a un tavolo convocato dal ministero dell'Interno, per dare una risposta a chi ci chiede di poter esercitare la propria libertà di culto e, nel contempo, a quei cittadini che non possono più vedere le loro vie invase per la preghiera del venerdì». Formigoni interviene nel dibattito riaperto alla vigilia del Ramadan dal presidente del Centro islamico di viale Jenner. «A Milano - aveva detto Abdel Hamid Shaari - , 80 mila persone hanno bisogno di un luogo di culto. I posti che ci sono ora non sono soluzioni dignitose per la seconda religione del mondo». Pochi giorni fa era stato il prefetto a sottolineare che i tempi per questa soluzione «sono ormai maturi» e che alla ripresa dopo le ferie «bisognerà risolvere» il problema. L’intervento del governatore sembra ammorbidire i toni della Lega: «Se il governatore ritiene ci sia bisogno di un tavolo istituzionale - dichiara Davide Boni, capodelegazione del Carroccio al Pirellone - ha fatto bene a ribadire l'impegno della Regione». Ma c'è uno scoglio da superare: «Bisogna partire dal presupposto che dall'altra parte si deve avere un referente unico - aggiunge Boni . Non credo che un ministro come Maroni possa venire qui a parlare con Shaari, o con il primo di questi che si sveglia». La questione degli spazi carenti, infatti, era stata sollevata anche dall'altro grande centro islamico del capoluogo, quello di via Padova. E mentre s’infiamma il dibattito, Dounia Ettaib, vice presidente dell’Associazione donne marocchine in Italia, propone a Shaari di «lavorare insieme per consentire ai musulmani che sono nelle carceri di affrontare il ramadan. Le donne dell’associazione vogliono cucinare le pietanze tradizionali che si usano per rompere il digiuno, il fitar e i dolci, per i carcerati». Paola D'Amico 24 agosto 2009 Da milano.corriere.it: tavola rotonda tra religioni nell'ambito dell’Ifla, il congresso mondiale delle Biblioteche Immigrazione e crisi, Tettamanzi: «Servono solide basi di dialogo» L'arcivescovo: «Esperienze e culture assai diverse vengono a contatto, sovente in modo brusco» MILANO - Mentre la cronaca riporta in primo piano i temi dell'immigrazione e dell'integrazione - basti citare la recente tragedia degli eritrei annegati nel canale di Sicilia e la richiesta di un luogo di culto per gli islamici a Milano - il cardinale Dionigi Tettamanzi ribadisce la necessità del dialogo e del confronto tra le culture. Un invito su cui, qualche mese fa, si era incentrata anche la sua omelia per Sant'Ambrogio. L'arcivescovo ha parlato durante la tavola rotonda «Dalle culture ai libri di culto: funzioni moderne delle biblioteche nelle tradizioni religiose del Mediterraneo», tenutasi lunedì mattina alla Biblioteca Ambrosiana. Si tratta di un'iniziativa inedita nell’ambito della settantacinquesima edizione dell’Ifla, il congresso mondiale delle Biblioteche in corso a Milano: un incontro internazionale sulle biblioteche religiose come occasione per il dialogo e il confronto tra le tre principali religioni del bacino del Mediterraneo, ebraica, cristiana e islamica. «DIALOGO E CONFRONTO» - «Il nostro tempo - ha detto l'arcivescovo di Milano - ha vero bisogno di solide basi di dialogo e di confronto tra esperienze e culture assai diverse tra loro, che vengono a contatto, sovente in modo brusco, a causa del movimento migratorio non sempre ordinato e in continua crescita». Una direzione peraltro già intrapresa da tempo dalla Biblioteca Ambrosiana di Milano. La storica istituzione religiosa, inaugurata nel 1609 dal cardinale Federico Borromeo, ha raccolto nei secoli una vasta collezione di manoscritti arabi e la sua Accademia, tra le altre cose, sta costituendo una sezione di studi sul Vicino Oriente, sia di arabistica sia di cultura ebraica. Il cardinale ha anche fatto un accenno alla «travagliata temperie economica», che, ha sottolineato, «crea seri problemi anche di semplice sopravvivenza». «UNIRE LE FORZE» - Il cardinale ha poi invitato a rinnovare il ruolo delle biblioteche confessionali, facendone sempre di più strumenti di alfabetizzazione religiosa e di dialogo tra le culture, anche attraverso una sinergia tra i vari centri. La storia, ha sottolineato l'arcivescovo di Milano, «insegna che le biblioteche di area confessionale, sorte all'ombra delle scuole rabbiniche, delle scuole coraniche, delle cattedrali e dei monasteri, hanno salvato dalla distruzione i documenti fondamentali della cultura e della tradizione». «Il ruolo di queste biblioteche - ha proseguito Tettamanzi - oggi non è finito». A suo parere «sarebbe opportuno unire le forze, e, iniziando dall'aspetto tecnico, ricercare e realizzare un coordinamento funzionale, una razionalizzazione dei servizi, e, perché no?, una sinergia e complementarietà degli stessi». «La cultura religiosa - ha detto ancora il cardinale - è oggi troppo insufficiente, e l'analfabetismo o il quasi analfabetismo religioso è una piaga in via di diffusione». In questo quadro le biblioteche «possono essere sedi privilegiate di crescita umana e spirituale, di informazione e di formazione, di elevazione e di raffinamento dello spirito». 24 agosto 2009
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In risposta al messaggio di
Oliverio Gentile inserito il 27 Set 2008 - 14:20
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