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Venerdì, 26 Settembre, 2008 - 15:25

Afghanistan: giornalista condannato a morte

Secondo informazioni pervenute ad Amnesty International, Sayed Perwiz Kambakhsh è stato giudicato colpevole di un reato punibile con una condanna che prevede al massimo cinque anni di prigione. Tuttavia il rischio di condanna a morte rimane. Il processo d'appello, iniziato il 18 maggio 2008 presso la corte d'Appello di Kabul e tuttora in corso, non accenna ad andare avanti.

Kambakhsh, giornalista e studente universitario, è stato arrestato il 27 ottobre 2007 e condannato a morte per blasfemia, il 22 gennaio 2008, da un tribunale della città di Mazar-e-Sharif.

Kambakhsh è stato accusato di blasfemia per aver scaricato da Internet materiale sul ruolo delle donne nell'Islam e averlo poi diffuso all'Università di Balkh. Egli ha sempre negato l'addebito, dicendo di essere stato costretto con la forza a "confessare".
Amnesty International ritiene che non vi fosse alcun presupposto legale né per incriminare né per condannare Kambakhsh. L'accusa nei suoi confronti si è basata sull'articolo 347 del codice penale, che prevede una condanna a un massimo di cinque anni di prigione (e non la pena di morte) per chi disturba o interrompe una cerimonia religiosa o danneggia luoghi di culto. Inoltre, secondo l'articolo 6 del codice provvisorio di procedura penale, un ricorso in appello non può andare oltre i due mesi, dopo i quali il ricorrente deve essere rilasciato anche se il procedimento giudiziario non ha raggiunto una conclusione.
L'appello di Kambakhsh è iniziato il 18 maggio. Egli, quindi, avrebbe dovuto essere rilasciato il 18 luglio.
Tutta la vicenda sembra essere motivata politicamente e avere lo scopo di spingere il fratello di Kambakhsh, giornalista presso l'Istituto per le informazioni sulla guerra e la pace (Institute for War and Peace Reporting, un'organizzazione benefica che si occupa di formazione e rafforzamento delle competenze professionali degli operatori dei mezzi d'informazione locali) a cessare di scrivere articoli critici nei confronti dei "signori della guerra". L'arresto di Kambakhsh era avvenuto proprio dopo che suo fratello aveva pubblicato una serie di articoli sullo stesso tema.

http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/591