.: Discussione: Ordinanze: sicurezza e politiche sociali insieme

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Antonella Fachin

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Inserito da Antonella Fachin il 1 Mar 2009 - 13:05
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Un amico ha svolto alcune considerazioni di carattere generale che desidero condividere per opportuna riflessione.

Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliere di Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
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          Spesso le cronache ci parlano di episodi più o meno grevi della nostra quotidianità, dove emerge l’involuzione culturale di un paese la cui volta civica, se mai c’è stata, frana sotto il peso di un clima di violenza e discriminazione figlio di un neofascismo populista asservito alle leggi del mercato. Temo si tratti di sfoghi visibili, per fortuna ancora eccezionali, di una popolazione esasperata dallo storico pressappochismo italiano, oggi reso insostenibile sia dalle maggiori aspettative in termini di qualità della vita sia dal minor ritorno materiale, la roba, che i medesimi individui traggono dalle loro stesse furbizie.

 

Ciò detto, il fare cultura si è davvero allontanato dalla gente, poiché ancorato ad un linguaggio che non può essere compreso da questa base sociale. Una base al limite che, dopo l’ennesima (per i più avvilente) giornata lavorativa, stipata nel traffico mal sopporta gli schiamazzi di una chiassosa comitiva di Rom sul bus verso casa, oppure stretta dalla famosa quarta settimana ascolta con rabbia i costi di necessarie politiche per l’integrazione degli stranieri. Bisogna allora arrivare alla pancia della gente, raccontando buone storie come dice Carlo Freccero, ma facendolo nel modo giusto.

 

            Guardando domenica scorsa l’ennesimo ottimo lavoro di Riccardo Icona, il suo “Presa Diretta” dedicato al tema del rom e dei rumeni, mi chiedevo se un simile prodotto fosse digeribile per la pancia di quei non pochi cittadini che, per pulsione, al sentir parlare di straniero provano ormai un conato di rigetto. E’ a questi cittadini che si dovrebbe arrivare, individui intellettualmente sempre più chiusi in un autismo di futilità e, quando va bene, spettacolarizzazione informativa. Il rischio, inevitabile, è che adeguando a tal fine il linguaggio, non solo non si stimoli corde emotive già percosse da ben più rozze mani, ma addirittura si perda il contatto con la minoranza sensibile ancora aperta alla riflessione. E’ un rischio non calcolabile che tuttavia è necessario correre.

In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 15 Gen 2009 - 09:04
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