.: Discussione: Expo 2015, Tettamanzi: Giochi di potere, si e' perso l'entusiasmo

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 9 Set 2008 - 14:53
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Da ViviMilano:

http://www.corriere.it/vivimilano/politica/articoli/2008/09_Settembre/09/arcivescovo_milano_tettamanzi_expo_giochi_potere_politici_cattolici.shtml

Il cardinale Tettamanzi: non siano dimenticati i problemi di questa città
 
«Basta giochi di potere, ritrovare lo spirito»
 
Expo 2015, l'arcivescovo: «Si sente la necessità di nuovi politici cattolici, anche a Milano. C'è l'esigenza di rinnovamento culturale»

â– L'arcivescovo: Milano è multietnica, giusto costruire una moschea

È un peccato, dice il cardinale Dionigi Tettamanzi, che il «giusto entusiasmo iniziale» per l'Expo sia diventato, almeno finora, una faccenda di «distribuzione di poteri». E auspicando un «ritorno allo spirito originario» argomenta: «Anche la Chiesa avrebbe una parola da dire sull'Expo. Forse lo farò a Sant'Ambrogio, nel prossimo messaggio alla città». Non fa nessun nome né richiami troppo diretti, l'arcivescovo di Milano. Ma il lungo discorso con cui ha accompagnato la sua lettera pastorale alla Diocesi, rilanciata ieri in Duomo durante il solenne Pontificale di Santa Maria Nascente, di riferimenti concreti è pieno: dai problemi della famiglia «sempre più in difficoltà» a quelli della scuola con le sue «riforme permanenti », dai prezzi delle case al «deficit educativo» diffuso, dalla «esigenza di rinnovamento culturale, anche nella Chiesa», alla «necessità di nuovi politici cattolici, anche a Milano». Denominatore comune sollecitato dal cardinale, su tutto questo, dovrebbe essere un atteggiamento di «ascolto reciproco ».

Anche sull'Expo. Citando il vescovo di Hannover, dove la manifestazione si era svolta nel 2000, Tettamanzi ha ribadito che «anche la Chiesa deve exporsi ». Così, ricordando il clima dei giorni in cui Milano aveva appena ottenuto la vittoria, il cardinale ha ripetuto che l'Expo «dovrebbe anche essere l'occasione per affrontare con uno strumento in più i gravi problemi sociali che tuttora ci circondano». E ha proseguito: «È vero che il 2015 è lontano e che si era partiti con un giusto entusiasmo. Ma poi, finora, i primi passi sono andati più che altro nel segno della distribuzione dei poteri. Un passaggio inevitabile, forse, ma mi auguro che si torni presto allo spirito iniziale».
 
Ma i temi appunto sono stati tantissimi. Su tutti la famiglia, che poi è l'argomento centrale del percorso pastorale di questo triennio: con un «invito» ai «responsabili della cosa pubblica» ad «assumersi le proprie responsabilità» di fronte alla «precarietà lavorativa», alla «carenza di abitazioni », alla «continua maggiorazione dei prezzi» che rappresentano altrettante «dure prove per molti nuclei familiari». E poi la scuola. Polo di un «deficit educativo» che coinvolge anche società e istituzioni, ma aggravato nello specifico da un «disagio presente da decenni per i continui e sempre interrotti tentativi di riforma, per la cronica carenza di risorse e strutture, per il mancato riconoscimento verso chi si impegna e la mancanza di interventi verso chi non lo fa». Da tutto questo, conclude, discende una volta di più l'importanza della politica «nel senso indicato anche dal papa» e quindi di un maggiore impegno dei cattolici: «Mi chiedete se lo ritengo necessario anche a Milano? La mia risposta è sì».

Paolo Foschini

09 settembre 2008