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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Giovedì, 14 Agosto, 2008 - 15:23

Difendo Famiglia Cristiana: non ci sto a nuovi editti bulgari

Voi sapete che il sottoscritto è laico, in primis antifascista, di spirito libertario, fortmente critico con impostazioni che confondino la legge con le norme morali, seguace nel diritto del concetto e del principio espresso ne "Lo spirito delle leggi" di Montesquieu, il carattere universale dell'applicazione e del riconoscimento come disposizione autorevole della legge.
Ebbene molte volte mi trovo a condividere pienamente affermazioni che provengono con alto spirito analitico e intellettuale da esponenti del mondo della cristianità sociale. Don Gino Rigoldi aveva qualche settimana fa pronunciato una sorta di forte condanna e denuncia nei confronti di un clima, quale quello attualmente presente nelle nostre città, creato da strumentalizzazioni bieche di alcune forze politiche, di intolleranza e di avversione verso tutto ciò che è diverso. Il rom viene classificato in un'accezione generica come potenziale "ladro" da perseguire, controllare, soffocare, perseguitare con una burocrazia che diventa ossessiva e ossessionante, con quello spirito tipico della "banalità del male" tanto bene descritto da Hanna Arendt di minimalizzazione delle più repressive e inique disposizioni nei riguardi di un'etnia. Viene fermata una ragazza peruviana che sostava sulle scalinate da parte della Polizia, considerandola una donna in procinto di prostituirsi, mentre attendeva la propria amica, collega di studi universitari ed entrambe insegnanti di catechismo: sia lei, sia la propria amica, vengono portate in Questura e sottoposte a duro interrogatorio. Se questo non è clima di repressione persecutoria. Non parliamo dei divieti delle giunte leghiste di sostare sulle panchine o sdraiarsi, che hanno visto sanzionare ragazze e ragazzi che stavano comodi nel mezzo di un parco a leggersi un bel libro all'ombra delle fresche frasche. Non sembra di ritornare ai diveiti di memoria non troppo remota, me lasso, del ventennio, dove ogni permanenza in spazi pubblici o dove ogni assemblaggio veniva represso?
Dicevo: mi sento vicino alle denunce che provengono da alcuni settori del cosidetto "cristianesimo sociale", quello che si rifà alle idee e ai valori della Dottrina sociale della Chiesa, corrente di pensiero che nasce con Leone XIII, per arrivare a Dossetti, a Don Luigi Sturzo, a Don Milani, agli attuali Cardinale Martini, Tettamanzi, che più volte ha ripetuto l'esigenza di addittare nella politica della paura fissata per legge la causa della regressione culturale e civile attuale.
Famiglia Cristiana è un settimanale fondato da Giacomo Alberione nel 1931 e che in uno spirito innovatore si professava come organo di stampa propugnatore non della religione, ma di tutto cristianamente. Diverse volte ho avuto modo di divergere dalla lettura, rispettabile, degli articoli, editoriali di questo periodico: mi riferisco alle critiche che vennero fatte ed espresse nei confronti dei provvedimenti del precedente governo di centrosinistra riguardanti l'estensione dei diritti civili alle coppie di fatto; ma mi riferisco anche alle accuse di "minimalismo razionalizzante" riguardo alla giusta e direi necessaria normativa che istituisse anche in Italia il diritto a decidere per l'eutanasia, oppure per la procreazione assistita. Ma sono, a parere mio, divergenze che derivano dall'essere comunque appartenenti a differenti esperienze politiche e convinzioni ideali e culturali: la laicità dello stato di diritto, la cristianità della visione morale.
Era un diritto quello della redazione di Famiglia Cristiana poter esprimere liberamente la propria chiave di interpretazione e l'opinione che rappresenta il sentimento religioso: mai è avvenuto che un governo e una maggioranza si pronunciassero per denunciare questa libertà pluralista di stampa e di espressione di pensiero. E' un cardine della nostra Costituzione repubblicana, della nostra Repubblica democratica nata dall'antifascismo. Ma di Costitutzione e di Repubblica questa maggioranza non ha nessuna consapevolezza. Forze acostituzionali, possiamo definirle, se non addirittura anticostituzionali per certe manifestazioni, governano il Paese: come potere insegnare a queste forze il ripsetto di quella Carta e di quei principi cardini che infondono la nostra Costituzione, la nostra cultura, il patrimonio storico sociale e ideale, valoriale della nostra comunità, che combattè, si oppose e sconfisse la degenerazione umana, civile del fascismo criminale? Sarebbe come insegnare a un pesce a vivere fuori dall'acqua, oppure a un asino a volare. Solo nelle favole di Fedro potevano avere diritto di cittadinanza questi paradossi.
Ebbene Famiglia Cristiana, per ritornare a quella coerenza che è propria del cristianesimo sociale, della Dottrina Sociale della Chiesa, della tradizione dossettiana, come puntualizzato in modo corretto e deciso dall'attuale direttore Antonio Sciortino, ha avuto più volte modo di criticare e denunciare certe tendenze autoritarie, xenofobe, intolleranti, populiste, demagogicamente repressive presenti nel testo di legge sulla sicurezza, più volte criticato da parte dell'Unione Europea, ma senza alcuna correzione conseguente necessaria apportata da parte dell'attuale governo di centrodestra. Non solo: Famiglia Cristiana, giustamente, critica la politica assente e inefficace del governo in merito al tema dei rifiuti, dipingendo l'attuale premier come uno spazzino trionfante e tracotante, con tanto di scopa come nelle rappresentazioni del duce trebbiatore, uomo che aspira a dipingersi come "persona del popolo" per poter, invece, condurre liberamente proprie aspirazioni di potere e di dominio, nella totale apatia e ammirazione basita e acritica del popolo, appunto.
Ebbene nonostante l'articolo 21 della Costituzione, nonostante le confessioni e le vocazioni di fede espresse dall'attuale maggioranza di centrodestra, dove c'è una competizione assurda a essere ascritti come "paladini morali della virtù cattolica e della parola di Santa Romana Chiesa", dove viene attentamente sostenuta ogni parola pronunciata dalle gerarchie ecclesiastiche e da ogni organizzazione di spirito religioso nelle occasioni in cui opportunisticamente si considera giusto farlo: quando il Papa dice che l'unica famiglia accettabile è quella benedetta dalla Chiesa; quando il Papa asserisce che l'eutanasia è un delitto, così come l'aborto; quando la CEI si professa contraria a ogni forma di procreazione assistita o di educazione sessuale alla precauzione. In altre occasioni, invece, questo centrodestra anomalo, non europeo, a volte nostalgicamente arretrato, a volte modernizzante nel senso deleterio del termine, moralista e perbenista nel concetto degenerativo di "borghesia" alla Bunuel o alla Pasolini, ritiene opportuno recedere dalla propria adesione alla mistica romana cattolica: quando il Papa parla contro ogni forma di xenofobia e di esclusione razziale, quando alcune gerarchie della Chiesa parlano di scomposizione della società e di nuove povertà dovute all'opulenza consumeristica odierna, quando un Arcivescovo di Milano considera gravi certe tendenze del mondo politico istituzionale a volte decretare con la legge la cessazione delle paure, fomentandole, invece.
Quando è conveniente e soprattutto non è contro la propria perpetuazione del potere, la propria autorità, ogni parola professata dalla Chiesa e dal mondo del cattolicesimo italiano diventa bandiera della propria identità: nel caso contrario deve essere, invece, ostacolata, fortemente avversata.
Ed è quello che è successo in questi giorni alla redazione di Famiglia Cristiana, critica su alcune misure e atteggiamenti poco istituzionali della compagine governativa e della propria guida di popolo: subito levate di scudi, addirittura da parte del ministro minculpop, scusate dei beni culturali, che nella sua veste da messale di Arcore ha dovuto subito provvedere a contrastare con la durezza e con i toni ipocriti il notorio periodico cristiano.
Un'intimidazione avversa allo spirito libero di fare comunicazione e informazione di una rispettabile testata autorevole è partita dai settori dell'attuale maggioranza.
E poi su quali elementi? Sul semplice fatto di avere criticato il governo e i suoi provvedimenti ultimi, l'atteggiamento fallimentare e populista di Berlusconi, la mancanza totale di sensibilità sociale e solidaristica di molti esponenti ministeriali: se si denuncia il potere si cade nell'accusa di vilipendio ai feudatari e al sommo monarca incontestabile perchè considerabile infallibile, come in una monarchia antica di origine religiosa e teocratica.
Non si deve fare sapere, non si deve indurre le persone a riflettere, a pensare, a considerare, a denunciare, a comparare, a commentare, a contaminarsi nelle esperienze reciproche, a diventare portatori di parola e di concetti: le persone devono lavorare, produrre, acriticamente divertirsi nell'effimero del panorama mediatico massivo attuale, rimanere nelle proprie abitazioni isolate drogandosi di reality show o di dibattiti inutili edulcorati dove si discute del modo di vestirsi delle veline, come nel salotto di Vespa in stile coloniale.
Si deve fare godere delle inutilità, delle amenità il popolo, fargli credere che qualcuno sta pensando al suo futuro, mentre si procede in una corsa inquietante quanto angosciante alla proliferazione di leggi salva persona, di normative che scardinano la nostra cultura costituzionale repubblicana.
Famiglia Cristiana aveva trovato nei suoi editoriali, privi di connotazioni ideologiche, ma supportati da argomentazioni valide, fonate, dimostrate e dimostrabili, fatte di tesi e di dimostrazioni attendibili e con riferimenti reali, veri, concreti, istituzionali, culturali, come è nella sua vocazione, un modo per richiamare dall'assuefazione gli spiriti e a provvedere a reperire un minimo spazio ancora possibile di indignazione verso una legge che legalizza l'illecito, l'illegittimità che diventa norma comportamentale, contro il paradosso iniquo che diventa giusta condotta morale e accettabile. Come fosse banalità del male.
No, io non ci sto, come disse un grande Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro. Io non ci sto a vedere nuovamente violentata la libertà di stampa e di espressione del pensiero, di denuncia contro il potere: della libertà di critica, di opposizione. Non ci sto a vedere soppresse ogni possibilità e potestà di indignarsi liberamente, di contestare: un altro editto di Sofia non sono disposto a rivederlo editato, appunto. Non è possibile, tollerabile. Vedere un nuovo Biagi, un nuovo Santoro messi alla berlina in quanto hanno fatto il proprio lavoro con professione, serietà, consapevolezza, libertà, spirito di libertà repubblicana. Occorre esprimere solidarietà a Famiglia Cristiana, così come occorre difendere ogni possibilità di esprimersi, di poter palesare il proprio diritto di denuncia, di protesta, di analisi seria e completa, di contraddizione rispetto a un potere che diventa sempre più autoritario e repressivo. Occorre farlo: per il bene nostro e delle future generazioni. Del Paese intero, del suo futuro democratico, civile e di convivenza sociale. Occorre farlo ora: attendere sarebbe deleterio, irreversibile nelle conseguenze devastanti e deleterie che deriveranno da questi atteggiamenti.

Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano