.: Discussione: Annunci e buone intenzioni non moltiplicano le biciclette

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Alessandro Rizzo

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Inserito da Alessandro Rizzo il 15 Gen 2009 - 17:37
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Come poter analizzare questo dato. Io partirei dal considerare che i provvedimenti disposti siano solamente formali, ossia siano apprezzabili dal punto di vista intenzionale, ma dal punto di vista sostanziale non abbiano avuto conseguenze precise.

Qualche post fa avevo detto che apprezzavo l'impegno dell'Assessore Croci, così come ribadito da Eugenio, di dare avvio al bike sharing e alla necessaria estensione delle piste ciclabili a Milano. Qualche anno fa, eravamo agli inizi dell'attuale amministrazione Moratti, Croci asseriva che avrebbe triplicato la chilometratura di estensione delle piste ciclabili, costituendole a raggiera. La proposta aveva suscitato interesse, anche da parte del sottoscritto, e aveva subito azionato richieste precise dei tempi, modi e costi che avrebbero dovuto essere disposti per realizzare l'opera; e se tali voci di spesa e di investimento fossero state inserite nel POP, ossia nel Piano delle Opere Pubbliche. 

La risposta che venne era di attendere che ci fossero state le condizioni che, sicuramente, il progetto avrebbe avuto conseguenza nelle sue fasi successive, ossia preliminare, esecutiva, definitiva. Milano EXPO 2015 avrebbe, si diceva, incentivato a realizzare opere di mobilità sostenibile interessanti, considerando questo evento secolare come l'opportunità di dare avvio e completamento ad attese ormai decennali in merito a diversi temi, le piste ciclabili e la loro realizzazione in primis. 

Ancora si attende, però.

Il Bike sharing come è stato avviato, con lauto ritardo? Io sono a conoscenza di alcune postazioni presenti in città, ma collocate nella loro maggioranza nel centro, ossia all'interno delle mura spagnole: ma le periferie? I punti strategici di maggiore afflusso di pedoni? I punti interessanti per il famoso scambio intermodale, che FIAB e la coalizione delle associazioni per una mobilità sostenibile sostengono da tempo, dove hanno sede? Dove sono stati individuati? E le procedure per accedere al servizio di bike sharing come avvengono, a chi ci si deve riferire? Ricordo a fine anno che i servizi ATM point erano congestionati da richieste di cittadine e di cittadini in attesa di risposte su come procedere per attivare la carta di accesso al servizio, le mnodalità erogatorie del medesimo? Ma una campagna informativa adeguata sussiste? Oppure rimane come punto di riferimento nel mare magnum delle notizie la famosa biciclettata del sindaco che, andando in sella, annuncia che Milano ha saputo dare conseguimento a un progetto innovativo con tempestività come è tradizione meneghina?

Ma le stazioni, le ciclofficine, che ormai non sono più "invenzioni" di un mondo di "Utopia", ma che sono già realmente presenti in diverse città europee, Parigi, Londra, Berlino, e italiane, Torino, Ferrara, Parma, ma anche Bergamo, San Donato, per non andare troppo lontani, saranno realizzate? E se sì secondo quali indirizzi gestionali? Secondo quali criteri di erogazione?

E' interessante che un organo autorevole riconosca a Milano a Milano "il forte impegno per la mobilità sostenibile, attribuendo al Comune e al Sindaco Letizia Moratti il merito di aver introdotto, per primi in Europa, un sistema di limitazione alla circolazione delle auto sulla base del principio che “chi inquina paga” e per la partenza di BikeMi": ma mi domando come mai fino a oggi Milano e il Comune non abbiano disposto proposte e provvedimenti a completamento ai progetti già avviati, bike sharing e eco pass.

Ossia come poter parlare di promozione dell'utilizzo della bicicletta se rimane ancora difficile la mobilità ciclistica, per non parlare di quella pedonale, in città? Come poter parlare di ecopass, esistono già le prime avvisaglie che il provvedimento non produce più gli ottimi effetti dei primi mesi, se non si dispongono misure che disincentivino realmente l'utilizzo del mezzo privato, rendendolo più sconveniente? Come si può parlare di promozione di una mobilità alternativa se esistono ancora differenziali di tariffe tra l'utilizzo dei mezzi pubblici in città e l'utilizzo dei mezzi pubblici in uscita o in entrata dalla città; e considerando, infine, che la maggioranza degli utenti giornalieri dei mezzi pubblici sono e dovrebbero essere, in quanto ormai si abbandonano in maggioranza all'utilizzo del mezzo privato, cittadine e cittadini che vengono da fuori Milano comune, i cosiddetti "city user"?

E infine: l'intermodalità, i criteri che hanno portato, come denunciato da FIAB nel suo comunicato stampa condivisibile pienamente, a investire alte quote nella realizzazione della modernizzazione della stazione centrale, mentre si attendeva un impegno altrettanto proficuo per realizzare uno ciclofficina vicino a una delle stazioni più grandi d'Europa, utile per incentivare l'intermodalità mezzo pubblico/bici/treno?

Rimangono inevase queste domande, che laicamente, senza nessun tipo di strumentalizzazione politica, rivolgo all'amministrazione. 

Spero ci siano risposte adeguate e fattive, è giunta l'ora di provvedere a garantire un salto di qualità nella mobilità milanese.

Alessandro Rizzo

Consigliere Lista Uniti con Dario Fo - Gruppo La Sinistra

Consiglio di Zona 4 Milano

 

 

 

In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 14 Gen 2009 - 11:26
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